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Intervista a Gianni Raniolo

Le nuove generazioni non conoscono altre uve oltre a quelle senza semi

Ciò che sta avvenendo con l'uva da tavola nell'areale di Mazzarrone, in Sicilia, può essere un esempio a sostegno della convinzione chele crisi portano opportunità. A parlarcene è Gianni Raniolo, imprenditore agricolo e presidente del Consorzio dell'uva di Mazzarrone Igp, il quale fotografa la situazione di un territorio saldamente legato alla viticoltura da mensa.

Gianni Raniolo

"Negli anni passati, le maggiori aziende hanno iniziato a puntare sulle uve seedless - ha detto Raniolo - E' stata una diversificazione varietale voluta, finalizzata a intercettare quote di mercato ancora inesplorate per le produzioni siciliane. Adesso, con le crisi che si susseguono da anni in maniera ciclica, coltivare uve seedless non è più solo un'opzione per un ampliamento di gamma, ma un'esigenza imprescindibile se si vuole rimanere sui mercati".

E' arrivato il momento del cambiamento
"Da qualche tempo, le aziende di breeding hanno rilasciato diverse licenze per la coltivazione di uve senza semi sul nostro territorio - ha continuato l'imprenditore - e ciò permette alle aziende di riorganizzarsi per andare incontro alle richieste di mercato. Per capire quanto sia anacronistico non investire sulle varietà apirene, basti pensare che in alcune parti del mondo le nuove generazioni neanche le conoscono, le uve con i semi. Ciò però non vuol dire assolutamente che bisogna abbandonare le varietà tradizionali; semmai è necessario riqualificare le produzioni e indirizzarle verso l'alta qualità. E' chiaro che va fatta una cernita, soprattutto in quei vigneti più antichi, dove si rischiano di raccogliere frutti di mediocre qualità, trascinando al ribasso l'intera produzione in fase commerciale. Questo non deve più accadere".

"Ci sono state, in tal senso, ripetute interlocuzioni nelle ultime settimane - ha rivelato l'esperto - che hanno coinvolto non solo i produttori più importanti del nostro areale, ma anche di Canicattì (dove però c'è ancora molto da fare), oltre a importanti associazioni e istituzioni che hanno il compito di sostenere le riconversioni varietali. Non sono solo i produttori alle prese con le ripetute crisi del comparto a chiedere di intervenire a tutti i livelli, ma gli stessi mercati. Ne abbiamo avuto riprova durante le recenti fiere internazionali cui abbiamo partecipato dove, con grande piacere, abbiamo rivisto i nostri vecchi interlocutori commerciali e allacciato nuovi rapporti commerciali. Buona parte delle richieste hanno riguardato varietà seedless e saranno proprio queste che, nella stagione commerciale 2023, avranno un peso importante nei fatturati delle aziende del nostro comprensorio".

"Possiamo affermare - conclude Raniolo - che da qualche la conversione verso le apirene, partita qualche anno fa nel territorio, oggi riguarda il 10% della produzione totale ma sta crescendo ogni anno di più, portandoci a pensare che nel giro del prossimi 3/4 anni riguarderà il 50% del prodotto coltivato in questa zona della Sicilia".

Per maggiori informazioni: 
Giovanni Raniolo
Consorzio di Tutela
dell'Uva da Tavola
di Mazzarrone Igp
+39 335 1033575
[email protected]
https://www.uvadimazzarroneigp.it