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Voce alla GDO con "Parole d'ortofrutta" di Giancarlo Amitrano

Dopo la crisi dei prezzi di gennaio per eccesso produttivo, a febbraio c'è forte carenza di verdure

Il 2023 è partito con un interessante andamento vivace delle vendite di ortofrutta, riportando un momento di calma e serenità nel comparto dopo la debacle di dicembre e registrando finalmente qualche punto percentuale positivo sulla controcifra, senza derive inflattive particolari. La verità è che ci si trovava ancora in un accavallamento inatteso dei trapianti autunnali, favorito dalle alte temperature fuori norma di fine anno: fattori che hanno immesso sul mercato grandi disponibilità di prodotto a prezzi ben al di sotto della media, e secondo qualche produttore ben al di sotto della copertura dei costi vivi.

Ma la calma sembrerebbe non essere tra le caratteristiche peculiari del nostro mondo, ed così eccoci a febbraio con un cambio di scenario quasi apocalittico. L'esubero produttivo si è andato pian piano regolarizzando prima, e calando vertiginosamente poi, proprio per i motivi accennati sopra in relazione ai trapianti anticipati e la conseguente mancanza di merce pronta in campo ad oggi. I cicli, normalmente, d'inverno richiedono dai 50 ai 90 giorni (a seconda della cultivar) e i miracoli non esistono in natura, almeno non in questo caso.

A tutto ciò si va a sommare un importante, anche se normale per il periodo, calo delle temperature, con valori notturni al centro sud intorno allo zero o qualche grado sotto, cosa che ovviamente ha rallentato ancor di più lo sviluppo vegetativo delle piante. E se il freddo colpisce l'Italia, non potrebbe non colpire la Spagna e mettere in crisi proprio quel polmone di recupero spesso utilizzato per supplire alle carenze nostrane, facendo impazzire tutto il sistema di filiera europeo e portando i prezzi a livelli d'acquisto in... bitcoin! Questa volta con la particolarità che in molti casi, pur accettando obtorto collo valori di acquisto impossibili, comunque le quote disponibili sono minime, se non nulle. 

Serre allagate in Sicilia nei giorni scorsi (foto Manduca nella pagina FB Coltivazione in serra tunnel e campo aperto)

La crisi investe dapprima il comparto delle brassiche, poi passa per verdure a foglia e insalate, arriva agli ortaggi a frutto come peperoni, melanzane e pomodoro ramato a grappolo, colpisce i cherry rossi siciliani (anche a causa di tre giorni di pioggia epocali con allerta meteo e inondazioni), impedisce in alcuni casi la raccolta delle arance e, udite udite, blocca quasi completamente le baby leaf di IV gamma, rucola, lattughino e valeriana in primis. 

Se in passato abbiamo avuto criticità ricorrenti di disponibilità per il settore ortaggi, a memoria non trovo corrispondenze simili all'attuale cronica carenza di materia prima di sfalciati. 

Sicuramente gli areali produttivi del sud, Battipaglia tra tutti, hanno sempre potuto supplire al rallentamento produttivo invernale del nord, beneficiando di temperature più miti e minori escursioni termiche tra notte e giorno. Quindi il fatto che al momento anche al sud si registrino medie notturne sotto lo zero fa venir meno proprio quel bacino di salvezza che avrebbe dovuto sostenere il segmento in questa fase.

Nello specifico tecnico (consulenza di Nicola Forini) il tutto si riassume come segue:

  • Assenza di semi ibridi particolarmente resistenti alle basse temperature e al ridotto fotoperiodo per la rucola
  • Blocco della germinazione e dei processi vitali con le minime sotto i 5 gradi, mentre la temperatura ideale di crescita è tra i 15 e i 20° 
  • Scarsità di luce e conseguente mancata fotosintesi: valori ottimali 30-40.000 lux 
  • Allungamento del ciclo produttivo a oltre 50 giorni 

Ancora una volta guardiamo le carte meteo per capire gli scenari prossimi futuri e intravediamo barlumi di speranza grazie a un leggero progressivo rialzo delle temperature sulla settimana 7, unitamente a una buona insolazione diurna con assenza di nuvole; l'allungamento progressivo delle ore di luce farà poi gioco nel favorire l'uscita delle piante dal torpore attuale, riportandole a una regolarità di sviluppo quasi normale. Secondo gli esperti del settore, servirà arrivare a fine febbraio per risollevare le quote giornaliere in entrata, mentre per la normalizzazione forse servirà qualche giorno in più. 

Nel frattempo, grande bagarre per la guerra all'accaparramento di quel poco che è disponibile, con il solo risvolto positivo di poter consolidare quei rapporti di fornitura basati sul reciproco rispetto e relegare al contempo a ruoli secondari o terziari gli attori senza doti e capacità recitative.

Giancarlo Amitrano, Cedigros


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