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Euroagrumi O.P fa una riflessione sul settore e sulla sua capacità di fare massa critica

Agrumicoltura tra luci ed ombre

“L’agrumicoltura italiana attraversa una fase delicata, caratterizzata da una lieve contrazione delle superfici produttive, a fronte del consolidarsi di un ventaglio varietale di maggiore pregio, che ha portato notevoli vantaggi ai produttori più aperti alle innovazioni. Il mercato delle varietà tradizionali di arance registra prezzi poco remunerativi, anche inferiori a 0,30 €/kg mentre le varietà 'innovative' superano 1,20 €/Kg". Così dichiara Salvatore Rapisarda, direttore dell'OP Euroagrumi, aggiungendo: "In Italia, l’area che mostra la maggiore riduzione di superfici su base annua è la Sicilia, che perde il 3,5% degli agrumeti. In particolare, rispetto al 2019 sono stati persi 500 ettari nella provincia di Catania, 370 in quella di Agrigento e 1.000 nella provincia di Messina”. 

In foto, Placido Crispi e Salvatore Rapisarda

"L’andamento del mercato a inizio campagna ha evidenziato difficoltà persistenti, legate a consumi interni stagnanti, mentre maggiore dinamismo si è riscontrato nei mercati esteri. Certamente siamo ancora nel pieno della campagna delle arance, pertanto le dinamiche commerciali potrebbero portare a una svolta. Ad oggi, sembra consolidarsi la tendenza a una crescita verso l’estero rispetto al mercato interno, che registra invece una preoccupante stagnazione dei consumi. Nel settore della trasformazione, le tendenze sono contrastanti, con prezzi delle arance rosse che si aggirano sui 20 eurocent/Kg. Malgrado i maggiori prezzi offerti, non vi sono grandi flussi di merce verso la trasformazione in succo, con rischi considerevoli e margini ridotti per il settore industriale".

"Nelle aziende agricole pesa molto il tema del rincaro dell’energia, soprattutto per quelle realtà che la utilizzano per irrigare o sollevare e distribuire le acque di irrigazione, con vistosi aumenti dei costi di produzione non bilanciati da incrementi adeguati del prezzo degli agrumi in campagna. Altra criticità del nostro sistema produttivo è il costo del lavoro, più alto rispetto ai nostri competitor, cui si aggiunge una crescente difficoltà a reperire manodopera sia per le operazioni di raccolta sia nelle strutture di lavorazione e confezionamento".

Quali le strategie possibili per ridurre le perdite che a cui sta andando incontro la produzione agrumicola? Secondo Salvatore Rapisarda non si deve solo puntare sulle nuove varietà, ma anche su tecniche colturali più attente dell’ambiente come 'l’irrigazione deficitaria', che permette di ottenere volumi nella media e una migliore qualità organolettica dei frutti, con maggiore presenza di antocianine e vitamina C nella polpa. Fondamentale anche l’impiego di tecnologie che riducono l’impiego di manodopera nei campi e nei magazzini.

"Sono del parere inoltre - spiega Salvatore Rapisarda - che per rilanciare il comparto, il capitolo più importante riguardi le strategie commerciali poste in atto per rendere più efficienti i processi di comunicazione e di vendita dei prodotti ortofrutticoli. Naturalmente, tale percorso passa solo ed esclusivamente attraverso il tema dell'aggregazione, cioè al sistema organizzato. Negli anni post-covid, qualche Organizzazione Produttori ha perso il riconoscimento mentre altre lo hanno ottenuto; pertanto il numero complessivo delle OP in Sicilia è rimasto invariato a 54. La provincia con maggiore dinamismo sul piano dei riconoscimenti è proprio quella di Ragusa, dove ormai più del 35% delle OP regionali trova la propria sede (con 19 OP riconosciute al 31.12.2022). A seguire, le provincie di Catania (14 OP) e Siracusa (12 OP), che rappresentano rispettivamente il 26 ed il 22% del totale regionale".

Perché nei vari comparti dell’agricoltura è importante l’aggregazione? "Semplicemente - sottolinea il manager - perché la 'forza contrattuale' degli operatori è legata alla massa di prodotto controllato. Un prodotto incontrollato, perché disperso in mano a una miriade di soggetti è destinato al declino, perché, giustamente, i compratori puntano a mettere in competizione le diverse aziende, in un 'gioco al massacro' per cui la capacità di incidere sul prezzo finale da parte dei singoli attori è pari quasi a zero. Motivo per cui le regioni che hanno maggior successo sono quelle dove predominano le organizzazioni e la capacità di fare massa critica; per cui, se in Trentino nasceva la prima AOP (Associazioni di organizzazioni dei produttori) nel 1999 e in Emilia Romagna (che conta molte meno OP che in Sicilia) ci sono ben 6 AOP, mentre in Sicilia al 2023 non ne abbiamo neanche una... questo ci dà la misura della nostra capacità competitiva!".

Per maggiori informazioni:
Euroagrumi O.P

Via C.Colombo, 124
95033 Biancavilla (CT)
+39 095 5183839
Email: info@euroagrumi.it
Web: www.euroagrumi.it