Mancano davvero poche settimane alla chiusura della campagna del clementine Comune, eppure la crisi commerciale in provincia di Taranto sembra precipitare inesorabilmente. Molti agricoltori denunciano quotazioni in campagna davvero molto basse, a fronte di prezzi al dettaglio elevatissimi, addirittura anche di 20 volte maggiori rispetto a quelli pagati sulla piante. Numeri che, di conseguenza, generano effetti negativi sui consumi.
Clementine Comune - Massafra
Floriano Convertino, agrumicoltore e commerciante pugliese, ci spiega: "Da circa 15 giorni, si stanno pagando le clementine sulla pianta non più di 0,15 €/kg. Parliamo di prodotto qualitativamente buono e di ottima pezzatura, ma nei supermercati gli stessi frutti vengono venduti a 3-3,50 €/kg. Cifre che scoraggiano i consumatori e inducono a comprare sempre meno".
"Spesso si scaricano le colpe sui commercianti, senza conoscere la realtà dei fatti - riprende l'imprenditore - Occupandomi sia della produzione, con 50 ettari dedicati ad agrumi, sia delle vendite, posso specificare che si impiegano circa 0,35 €/kg tra raccolta, imballaggio, spedizione e provvigioni. Ma, pur sommando questo importo a quello riconosciuto al contadino, viene fuori una cifra ben lontana da quella visibile sui cartelli dei banchi ortofrutticoli del nord Italia e d'Europa, con il rischio per i consumatori di dover pagare un singolo frutto anche poco meno di un euro". (In foto a destra, quotazioni clementine pugliesi in una Gdo di Zurigo)
A inizio novembre, quando le quotazioni in campo erano di circa 0,45 €/kg, Convertino temeva che la situazione potesse presto peggiorare e che l'attuale campagna venisse etichettata come una delle peggiori degli ultimi anni. I suoi timori sono stati confermati in negativo dai fatti.
Ad aggravare la crisi in atto, pare essere stato anche l'andamento climatico sfavorevole delle precedenti settimane, con temperature al di sopra della media stagionale e tasso di umidità elevato, che hanno inciso sull' l'integrità e la conservabilità del prodotto. "Le spese della raccolta gravano in modo pesante sui bilanci, specie in questo periodo. Il 50% dei frutti raccolti vengono scartati perché non più idonei alla commercializzazione, soprattutto se destinati ai mercati più lontani dai luoghi di raccolta e confezionamento", conclude Convertino.
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