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Il peso del caro-carburante sulla logistica dell'ortofrutta

La crescita dei prezzi dei carburanti con la scadenza dello sconto delle accise dal 1 gennaio 2023 sembra un tema molto caldo anche nel comparto ortofrutticolo. Un'altra problematica che va ad aggiungersi a un contesto economico già sofferente.

A tal riguardo Giacomo Suglia, presidente Apeo (Associazione Produttori Esportatori Ortofrutticoli) nonché vicepresidente di Fruitimprese, ci spiega: "Noi imprenditori siamo preoccupati perché la crescita del carburante alla pompa (e mi riferisco soprattutto al diesel) potrebbe comportare un'ulteriore ritocco al rialzo dei listini da parte delle società di trasporto. Inoltre, è da tenere in considerazione che se da un parte il caro-benzina/diesel fa lievitare il budget per il pieno, dall'altra potrebbe comportare incrementi dei prezzi al dettaglio dei beni, compreso quelli di frutta e verdura".

"Gli ulteriori rincari verrebbero scaricati sul mondo produttivo, come d'altronde è sempre avvenuto, e questo creerebbe problemi alle pregiate produzioni italiane. Con il tempo, infatti, c'è il rischio che possa registrarsi una riduzione generale degli ettari investiti in ortofrutta, proprio a causa del mancato guadagno, con un grave danno sia occupazionale sia economico. Sarebbe auspicabile un intervento governativo per venire incontro a un comparto definito primario, ma che finisce sempre per essere trascurato".

Tra le diverse modalità di trasporto, quella su gomma rappresenta in Italia il metodo di spedizione più utilizzato. "Ma se l'80% delle merci italiane viene movimentato su strada, dobbiamo precisare che quelle ortofrutticole viaggiano esclusivamente sui tir", riprende Suglia.

E conclude: "Le aziende del Sud Italia sono svantaggiate già in partenza, in quanto distanti dai principali mercati di consumo. Pertanto, il gasolio vicino ai 2 euro/litro non fa altro che incidere maggiormente sui costi di trasporto. Per un camion che parte da Bari con destinazione Milano occorrono circa 1300 euro, e ci riferiamo alle tariffe praticate dalle società prima della scadenza dello sconto delle accise".

Il Decreto Carburanti, varato dal Governo lo scorso martedì e contenente le norme anti-rincari e la trasparenza dei prezzi, è stato modificato, prevedendo il taglio delle accise solo in caso di aumento del gettito iva. Per il momento, lo sciopero previsto per il 25 e 26 gennaio rimane congelato, in attesa di un nuovo confronto tra istituzioni e sindacati dei benzinai.