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Si è conclusa con successo la commercializzazione del kaki italiano a marchio Apollo

E' terminata la campagna del kaki Rojo Brillante prodotto nella Piana di Sibari (Calabria) dai soci della cooperativa Agrusib, a marchio Apollo. 

"La raccolta dei frutti era iniziata intorno al 25-26 ottobre, con una produzione risultata più scarsa, quest'anno. Una situazione che ci ha accomunato un po' agli altri Paesi produttori in Europa - dichiara Domenico Oriolo, presidente della Agrusib - La qualità è però stata eccellente, con pezzature del kaki soddisfacenti. Mancando i grandi quantitativi spagnoli, abbiamo registrato un buon successo sui mercati italiani, in particolare al Meridione (Sicilia e Calabria in primis), dove il kaki Apollo si sta sempre più posizionando. Ci sono arrivate richieste anche dall'estero".

I quantitativi di kaki Apollo, però, non sono ancora così elevati da pensare all'export. Limitatissimi volumi sono stati spediti nei Paesi dell'Est Europa e in Francia, ma il clou della commercializzazione del prodotto italiano è avvenuto in patria.

Quello del kaki a marchio Apollo è un progetto di differenziazione varietale di circa 23 ettari, iniziato 6 anni fa, e che ha lo scopo di ampliare il paniere di prodotti offerti dalla cooperativa, nota maggiormente per i suoi agrumi. "Per il 2023, c'è interesse da parte dei produttori che già stanno coltivando il kaki a espandere gli areali, anche se non in maniera esagerata - sottolinea Oriolo - Il reperimento di manodopera nei campi e nei magazzini di lavorazione è infatti diventato difficile e facciamo sempre più fatica a trovarla".

CO2 difficile da reperire per i processi di detannizzazione
"Non solo il costo dell'anidride carbonica necessaria per la detannizzazione dei frutti è aumentato del 30-40% rispetto agli anni passati, ma inizialmente abbiamo avuto anche un problema di reperimento del gas. Questo ci ha creato qualche grattacapo in più, dato che già erano in atto rincari sui fattori produttivi, come per altre colture. Ma siamo riusciti a trovare un accordo con i nostri fornitori, che ci avevano già informato sia dei rincari sia della difficoltà di approvvigionamento della CO2".

Campagna a rilento per gli agrumi
"In Italia, finora, i consumi sono stati molto rallentati per le nostre clementine, però in termini sia di qualità sia di prezzo non possiamo lamentarci. Per noi è stata una campagna caratterizzata da pezzature maggiori e il prezzo medio è risultato un po' più alto rispetto alle annate passate".

La campagna delle arance ancora non è partita. "Finora abbiamo lavorato pochissimi quantitativi e i frutti sono ancora sugli alberi. I limoni, invece, proseguono con lo stesso trend positivo degli ultimi anni", conclude Oriolo.