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Aspal si riunisce in un'assemblea pubblica

"Bisogna affrontare la grave situazione economica del settore"

"La situazione economica delle nostre campagne è ormai al collasso, con agricoltori sempre più indebitati, non solo per via della pandemia e del conflitto in Ucraina, ma soprattutto per l'aumento sproporzionato dei costi di produzione: gasolio agricolo, corrente elettrica e tutte le altre materie prime - dichiara Stefano Giammatteo, presidente Aspal Lazio - Dall'altro lato, però, gli agricoltori devono soccombere continuamente anche alle speculazioni dei prezzi all'origine dei propri prodotti agricoli, con continui cartelli che vengono imposti al settore primario senza controllo, soprattutto nel comparto ortofrutticolo e vitivinicolo".

"In merito a queste speculazioni - continua Giammatteo - bisogna intervenire con una Legge di stato, che certifichi il costo di produzione annuale di ogni prodotto agricolo all'origine, rafforzando a tutti gli effetti la legge europea del 2019, che combatte e sanziona pesantemente le pratiche commerciali sleali. Ci sono vari strumenti che permettono di arrivare a tutto ciò, grazie a Ismea, Antitrust, alle Commissioni uniche nazionali e alle Camere di commercio, per citarne qualcuno".

Secondo Giammatteo, sarebbe inoltre ora che tutte le istituzioni si attivassero una volta per tutte, per creare un nuovo piano assicurativo nazionale, che preveda il superamento della Legge nazionale 102 del 2004, e dia la possibilità a tutti gli agricoltori di assicurare il proprio reddito aziendale annuale, da ogni tipo di avversità: climatica, fitopatologica e anche sui danni da fauna selvatica.

"Ormai il clima sempre più tropicale nel nostro Paese, sommato agli altri danni causati dai cinghiali e altre specie di fauna selvatica, e i continui problemi dovuti alle varie fitopatie incontrollabili (vedi moria del kiwi), non lasciano scampo alle nostre produzioni, sempre più martoriate, con conseguenti perdite di reddito. A tutto ciò bisogna aggiungere le difficoltà nel reperire manodopera, soprattutto quella qualificata e formata, e gli eccessivi costi e vari adempimenti per assumerla".

"Noi agricoltori italiani ci troviamo di fronte a un bivio: chiudere e abbandonare definitivamente i nostri terreni, oppure richiedere un intervento immediato da parte dei nostri politici, prima che sia troppo tardi", conclude Giammatteo.