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Charl du Bois - Capespan

La redditività alla produzione richiederà degli adeguamenti lungo tutta la catena del valore per garantire la sostenibilità

Secondo Charl du Bois, responsabile commerciale della Capespan, le uve da tavola precoci della Namibia sembrano buone, mentre nell’Orange River hanno appena cominciato è l’attività non è ancora a pieno regime.

Il Limpopo confeziona da alcune settimane e la regione dell’Olifants River inizierà nelle prossime due settimane.

Le prime uve da tavola della Namibia sono arrivate nel Regno Unito il 6 dicembre e due giorni dopo a Rotterdam, per lo più Flame Seedless, Early Sweet e Prime. "Attualmente la Namibia sta imballando le prime Sweet Globe e Arra 29. La stagione sta procedendo bene".

La Namibia prevede un raccolto leggermente più abbondante quest'anno, con una stima di 8,6 milioni di cartoni da 4,5 kg.

Per quanto riguarda l'offerta, è difficile vedere Sudafrica, Namibia e Perù che invadono il mercato nella prima parte della stagione ma, dice Charl, è importante sottolineare che, negli ultimi cinque anni, il ritmo degli approvvigionamenti dal Sudafrica è cambiato radicalmente.

"L'abbondante (si potrebbe dire eccessivo) volume di Prime e Early Sweet che l'Orange River confezionava tradizionalmente nelle settimane 48-49, non si verifica più. Queste varietà sono state sostituite da varietà tardive bianche senza semi, principalmente da Sweet Globe, Autumn Crisp e Ivory. Allo stesso modo, anche i grandi volumi di Flame, Starlight e Ralli sono stati sostituiti da varietà tardive, e più nuove, rosse senza semi, come la Sweet Celebration".

È improbabile che il raccolto dell'Orange River raggiunga i livelli della scorsa stagione
Inoltre, quest'anno le regioni di coltivazione settentrionali prevedono un raccolto inferiore. L’Orange River ha già perso parte della resa a causa del caldo anticipato durante l'allegagione, e alcune aziende agricole sono state colpite dai recenti temporali, secondo Charl. Sembra molto improbabile che il raccolto di quest’anno raggiunga i livelli della precedente stagione.

"La prima finestra di approvvigionamento dell'Africa australe è quindi molto meno congestionata quest'anno".

Foto fornite dalla Capespan

Fin dall'inizio della campagna, il Perù si è concentrato sui mercati tradizionali degli Stati Uniti e del Canada, una decisione in gran parte veicolata dalla forza del Dollaro americano, dall’alta domanda del mercato nord-americano e dai costi di spedizione inferiori dal Perù al Nord America, rispetto all'Europa. Di conseguenza si prevede che, nonostante il raccolto più abbondante, la percentuale di uva da tavola che arriverà in Europa, Regno Unito e Asia, sarà inferiore rispetto all'anno scorso.

"Pertanto, l'offerta in Europa e nel Regno Unito rimarrà limitata e in equilibrio con ciò che una domanda 'normale' può assorbire a prezzi buoni per la prima parte della stagione", afferma Charl du Bois.

Inoltre, Charl fa notare che la domanda sarà guidata dalla richiesta dei consumatori di uva da tavola controstagionale relativamente costosa, nell'inverno dell'emisfero boreale. Charl osserva che il prezzo troverà davvero un equilibrio se guidato unicamente dalla domanda e dall'offerta.

Pesante carenza di uva da tavola dell'emisfero australe
Charl du Bois dice che, sulle piazze principali del Sudafrica, il mercato precoce è incredibilmente forte, a causa della brusca interruzione della fornitura dall'emisfero boreale e, nelle ultime settimane, della pesante carenza di uva da tavola dell'emisfero australe.

"Quest'anno la logistica è migliorata: il porto di Città del Capo è tornato alla piena operatività, con tre attracchi funzionanti contemporaneamente, e la Transnet si è impegnata a mantenere questo ritmo anche quest'anno. Sembra che le cose siano tornate davvero alla normalità".

Charl aggiunge: "È probabile che il tradizionale vento di scirocco causi gli abituali ritardi nelle spedizioni".

Il miglioramento della logistica è per loro un grande sollievo, dopo le disastrose interruzioni dell'anno scorso. "Speriamo in un buon momento, con frutti precoci che raggiungono un mercato relativamente vuoto e con una domanda adeguata".

Tuttavia, tutto questo dovrà coprire un aumento sostanziale dei prezzi alla produzione, determinato dal costo di produzione.

Il prezzo che consente agli agricoltori di coprire i loro costi di produzione e realizzare un ritorno sull'investimento a lungo termine, secondo Charl è "molto più alto di quello di qualsiasi altro anno precedente".

Nell'ultimo anno, i produttori di uva da tavola dell'Africa meridionale hanno registrato aumenti significativi dei costi di input: ad esempio, sono stati imposti a coltivatori ed esportatori aumenti di circa l'80% sui fertilizzanti, del 21,5% sul materiale di imballaggio e del 22% sui costi del trasporto locale.

Il gasolio, che è arrivato a svolgere un ruolo così importante nel mitigare l'impatto delle interruzioni di corrente, è aumentato del 25%. Anche i costi salariali e dell'energia elettrica hanno registrato un aumento a due cifre.

"Affinché i coltivatori possano sopravvivere, dovranno recuperare questo forte aumento dei costi, generando a loro volta profitti alla produzione più alti. È fondamentale che coltivatori, esportatori, importatori e rivenditori prendano atto che i coltivatori hanno bisogno di questi aumenti dei prezzi di vendita per coprire i costi di input aggiuntivi".

Le prospettive di crescita in Asia sembrano migliori di quelle in Europa
I bassi livelli di crescita economica in molti dei tradizionali mercati dell'uva da tavola del Sudafrica rappresentano uno scenario potenzialmente preoccupante per la frutta dell'emisfero australe in generale, e per l'uva da tavola in particolare.

Le prospettive di crescita dell'Asia, tuttavia, sembrano buone e, ad eccezione della Cina, dove continuano i lockdown, quest'anno il Sudafrica si concentrerà molto su di essa, ma - sottolinea Charl - si tratta di un basso livello di partenza che rappresenta solo circa il 15% delle vendite totali di uva del Sudafrica in passato. Ciò può essere utile solo per affrontare i problemi macroeconomici in altre parti del mondo". 

Sweet Globe in un vigneto della Capespan in Namibia

"Le vendite sono intrappolate nella morsa dei costi più elevati che portano a prezzi al dettaglio più alti e prospettive economiche stagnanti sui nostri mercati principali. Quest'anno dovremo controllare molto da vicino i prezzi, la domanda e l'offerta per assicurarci che non si verifichi un accumulo di giacenze che in seguito necessiti di forti promozioni".

Per maggiori informazioni:
Charl du Bois
Capespan
+27 21 917 2600
[email protected]
www.capespan.com

Data di pubblicazione: