"L'attuale stagione della melagrana è partita malissimo - dice l'imprenditore Luigi Di Nardo - C'è un 30% di produzione in meno, a causa delle eccessive temperature durante il periodo della fioritura, non c'è consumo e la richiesta è altalenante. Le quotazioni sono ridotte di 20 centesimi al chilo rispetto a quelle della scorsa campagna. Come se non bastasse, riscontriamo anche costi di produzione più che triplicati".
Purtroppo questi rincari non risparmiano la melagrana. Nonostante questo, il prezzo di acquisto del prodotto è più basso rispetto agli anni passati, la domanda nei mercati all'ingrosso stenta a decollare, forse perché questa referenza non è ritenuta un bene di prima necessità.
"Il momento di crisi che i produttori stanno attraversando - dice a sua volta l'agricoltore Matteo Conte - può spronare alla reinvenzione e all'innovazione di prodotto. Ad esempio trasformando la materia prima in vari modi: in questo modo, non viene più svenduta e la si può collocare su canali diversi. Reinventarsi e dare vita a una nuova organizzazione aziendale, permette di collocare il prodotto su vari canali, raggiungere varie fette di consumatori, fare reddito e soprattutto non gettare via, ma conservare il prodotto dandogli una nuova vita".
"Per questo, da quest'anno ci siamo organizzati per produrre confetture e liquori alla melagrana che, in vista delle festività natalizie, verranno confezionate in box regalo. Attraverso i trasformati a base di melagrana abbiamo la certezza di vendere il prodotto tutto l'anno e non abbiamo più il problema legato alla conservazione del prodotto fresco".