A prescindere dal settore merceologico, pare non esserci molto ottimismo in vista del Natale 2022, sul fronte dei consumi, a causa della difficile situazione economica internazionale, che rischia di causare una contrazione della spesa proprio nel periodo dell'anno più atteso per le vendite di ortofrutta, in cui, appunto, si registra di solito una forte crescita di ordinativi e acquisti.
Ne abbiamo parlato con Giacomo Suglia, presidente di Apeo e vicepresidente di Fruitimprese. "Sappiamo quanto il giro d'affari legato al Natale sia molto significativo, per i bilanci delle imprese agricole. In un periodo ristretto, infatti, si registra normalmente una crescita delle richieste anche del 30% rispetto alla media. Già dalla prima settimana di dicembre e fino al 22-23 si verifica il primo incremento degli ordinativi, che riprende poi dal 27 dicembre per le forniture di Capodanno".
"Quest'anno, però, l'inflazione e il caro energia genereranno una riduzione dei consumi; una flessione che, dalle prime stime, si manterrà comunque su una sola cifra. Per imbandire le tavole natalizie, si spenderà meno rispetto a un anno fa, ma credo che ciò non dovrebbe determinare grosse perdite. La spesa alimentare sarà semplicemente più oculata e mirata, evitando così sprechi e riconfermando la tendenza alla maggiore propensione al risparmio da parte dei consumatori. Ricordiamo che il Natale rimane il periodo in cui le famiglie si riuniscono e molti preferiscono non rinunciare al buon cibo", continua il presidente.
Sui bancali dei supermercati, il prezzo è un importante fattore di scelta e le promozioni sono diventate indispensabili per le famiglie. Una tendenza che si riconfermerà anche nelle ultime settimane del 2022. "Lo abbiamo già visto con il lungo ponte di Ognissanti - riprende Suglia - altra ricorrenza annuale in cui, seppur lievemente, i consumi tendono ad aumentare, ma che stavolta pare sia stata un po' sottotono a livello di richieste. In quei giorni, il boom si è avuto per il settore turistico, anche complice il clima favorevole".
"Coesistono diversi punti interrogativi per le festività natalizie - conclude Giacomo Suglia - come la possibilità che nei giorni di festa ci siano limitatissimi quantitativi di uve italiane disponibili sui mercati, poiché l'andamento climatico ha compromesso la tenuta del prodotto e quindi molte partite mancheranno. Sarà un Natale diverso, in cui si andrà alla ricerca di quei negozi con i prezzi più convenienti, proprio come sta già accadendo da alcuni mesi. Per quanto riguarda l'estero, anche sulle esportazioni si presume una contrazione rispetto all'anno precedente, fermo restando che l'agroalimentare made in Italy viaggerà comunque su una corsia preferenziale, in particolar modo per gli agrumi e le verdure. Garantire qualità ai clienti sarà l'arma vincente delle nostre imprese, che garantirà loro prezzi soddisfacenti e forniture continue".