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Il presidente di Anicav, Marco Serafini, punta sulla creazione di un'agenda programmatica

Pomodoro da industria: calo del 10% di prodotto trasformato in Italia

La decima edizione dell'assemblea pubblica di Anicav, Il Filo Rosso del pomodoro, dal titolo "Strategie competitive a sostegno di una filiera da primato", si è tenuta ieri 26 ottobre 2022 a Parma. Protagonisti dell'appuntamento annuale sono stati i risultati di una campagna condotta all'insegna delle difficoltà e dei rincari, e una serie di proposte di intervento a tutela dell'intera filiera, da sottoporre all'attenzione del nuovo Governo.

"Immaginavamo che questa campagna di trasformazione sarebbe stata caratterizzata da grandi difficoltà, ma la realtà è stata di gran lunga peggiore delle nostre aspettative - commenta Giovanni De Angelis, Direttore Generale di ANICAV - Come più volte denunciato negli ultimi mesi, il comparto è stato letteralmente messo in ginocchio dall'aumento incontrollato dei costi di produzione. In particolare, il caro energia è stato un colpo davvero difficile da assorbire, per un sistema ad alta stagionalità come il nostro. L'incidenza di questa spesa sul conto economico aziendale è cresciuta in maniera esponenziale, passando dal 4% al 22%. Una situazione a dir poco complessa, che necessita di tutta l'attenzione da parte del nuovo Governo. Il nostro auspicio è che si tratti di una situazione contingente e non strutturale, anche se gli elementi a nostra disposizione ci inducono a nutrire non poche preoccupazioni per il futuro".

In Italia, la campagna del pomodoro da industria si è conclusa da poco, riportando un calo produttivo del 10% rispetto ai risultati record dello scorso anno; sono state infatti trasformate 5,5 milioni di tonnellate di pomodoro. Questo dato riflette gli ettari investiti, pari a 65.180, di cui 37.024 al Nord e 28.156 al Centro Sud, con una riduzione della superficie produttiva di circa l'8,5% rispetto alla campagna 2021. Nel Bacino del Nord, il trasformato finale è stato di 2.89 milioni di tonnellate, con un calo del 6,3% rispetto allo scorso anno; mentre in quello del Centro Sud le aziende hanno trasformato 2,59 milioni di tonnellate, con una diminuzione del 12% rispetto al 2021.

Buone le rese agricole in entrambi i bacini produttivi, nonostante la siccità e le alte temperature che hanno causato non poche difficoltà, soprattutto nella parte iniziale della raccolta. Sul fronte delle rese industriali, di contro, si è registrato un peggioramento, con la necessità di utilizzare maggiori quantità di materia prima per riuscire a garantire elevati standard qualitativi.

Questo si inserisce in una situazione di riduzione generale a livello europeo (-17,6%) e mondiale (-4.9%) con Spagna e Portogallo che, complessivamente, hanno ridotto la produzione del 29%. Fa eccezione la Cina che, con 6,2 milioni di tonnellate, ha segnato un incremento del 29,2%, dopo la flessione del 2021.

L'Italia, terzo trasformatore mondiale di pomodoro dopo gli USA e poco distante dalla Cina, ma primo trasformatore di derivati destinati direttamente al consumo finale, rappresenta il 14,8% della produzione mondiale (pari a 37,3 milioni di tonnellate) e il 56,5% del trasformato europeo, con un fatturato totale di 4 miliardi di Euro.

"Strategie competitive a sostegno di una filiera da primato è stato il tema scelto come filo conduttore della giornata - dichiara Marco Serafini, presidente di ANICAV - È necessario che il nostro comparto, che rappresenta, per qualità e dimensioni, un'eccellenza dell'industria agroalimentare italiana, assuma una posizione strategica nelle politiche di sviluppo di settore e faccia sentire in maniera incisiva la propria voce. Per questo abbiamo ritenuto indispensabile definire un'agenda programmatica, da condividere con tutte le anime della filiera, dal mondo agricolo alla distribuzione, e da sottoporre al nuovo Governo. Andranno evidenziate le criticità del settore e le soluzioni per superarle, con l'obiettivo di salvaguardare e rilanciare una filiera appunto "da primato" che, da sempre, rappresenta nel mondo l'emblema del food made in Italy."

"Occorrono misure di finanziamento per interventi a sostegno del sistema industriale e dell'intero comparto, che abbiano come obiettivo il miglioramento delle produzioni agricole, la sostenibilità etica ed ambientale - conclude il presidente Serafini - Il PNRR, in particolare, potrà rappresentare l'occasione di sostenere e attuare importanti interventi infrastrutturali che riguardino gli invasi nei due bacini produttivi, per far fronte ai problemi di approvvigionamento idrico, la mobilità sostenibile, il sistema portuale e retroportuale a supporto dell'internazionalizzazione e il miglioramento delle condizioni di vita e lavoro dei braccianti. Il nostro auspicio è che il nuovo Governo, che dovrà guidare il Paese in un particolare e critico momento storico, possa dare risposte concrete alle nostre aziende. Noi ci siamo e ci saremo, pronti a fare, come sempre, la nostra parte".

Dalla tavola rotonda, che ha visto protagonisti i principali player dell'industria di trasformazione del pomodoro, è emersa una serie di proposte di intervento che dovranno confluire in un'agenda programmatica da condividere con l'intera filiera.

E' altresì emersa la necessità di avviare un'analisi dei costi di produzione agricola nelle diverse aree del Paese, per capire se si scontano problemi di inefficienza organizzativa e gestionale, l'esigenza di una ridefinizione del perimetro di competenza e del modello operativo alla base delle relazioni interprofessionali, si è parlato della crescente difficoltà nel reclutamento di manodopera stagionale e la mancanza di profili tecnici specializzati, l'importanza di investire in ricerca e sviluppo e in attività di promozione, valorizzazione e tutela, oltre alla necessità di un sostegno alle imprese.

"Grande attenzione al nostro Filo rosso! - esclama con soddisfazione il direttore De Angelis - Un'edizione con una partecipazione record che conferma e accredita il nostro evento come un momento importante d'incontro e di confronto per l'intera filiera del pomodoro da industria. Nel corso della sessione mattutina è emersa la necessità di agire in modo sistemico per affermare la centralità del nostro comparto nel panorama dell' agroalimentare italiano, riconoscendo ad Anicav il ruolo di guida della rappresentanza dell'intera filiera. La Tomato new conference, ospitata nella sessione pomeridiana del nostro filo rosso, ha permesso di avere una panoramica delle produzioni mondiali con un focus su i paesi dell'area mediterranea, Cina e California".

Interventi
Giuseppe Torrente, direttore marketing dell'omonima azienda conserviera di S. Antonio Abate (NA). “Unità di intenti e visione comune sul tema della sostenibilità, che rimane oggi uno dei più importanti obiettivi delle aziende. Una sostenibilità intesa nella sua vera accezione, e cioè quella che include sia l’aspetto ambientale sia quello sociale ed economico, nell’ottica di far crescere le imprese e la società. In tal senso, un ruolo importante lo gioca la grande distribuzione organizzata, nel senso che dovrebbe premiare realmente quei prodotti con un packaging studiato ad hoc e quindi a basso impatto ambientale. Molto spesso, i prodotti green si presentano a scaffale con un appeal meno forte rispetto a quelle confezioni con impatto attraenti e performanti che, tuttavia, non hanno nulla di sostenibile. Altro aspetto di riflessione riguarda la tutela del prodotto nazionale che va valorizzato innanzitutto per la qualità della materia prima rispettando al tempo stesso know how e caratteristiche diverse delle varie regioni italiane produttrici di pomodoro”.

GianMarco Laviola, Amministratore Delegato di Princes Industrie Alimentari, sintetizza la posizione nel contesto dell’evento Anicav Filo Rosso. “Il futuro del comparto del pomodoro da industria è legato alla capacità di valorizzare la filiera del pomodoro nel suo insieme, coinvolgendo tutti gli attori.

Solo questo può permettere di superare i limiti dimensionali delle aziende e le divisioni interne, in uno sforzo congiunto di presentare il pomodoro italiano non solo come il più buono al mondo, ma anche il più sostenibile”.

Umberto Todisco, presidente di A.P.O.M. (Associazione di Produttori Ortofrutticoli Meridionali) e ideatore del marchio Rare Bontà.

“A Parma è emersa la problematicità che attanaglia il comparto in questo particolare momento storico, dove pesano i rincari in ogni fattore della filiera produttiva e l’impatto dei cambiamenti climatici sulle produzioni. Auspicabile in tale direzione un tavolo politico con il Ministero competente per sostenere la tenuta delle imprese. In ogni caso, si tratta di un comparto che negli ultimi dieci anni si è evoluto nell’ottica di una filiera etica, sostenibile e trasparente sotto tutti i punti di vista: da quello ambientale a quello economico, con impatti positivi sull'ambiente e sulle condizioni lavorative. Serve ora una visione comune, sostenuta da maggiori sinergie condivise e visione tra le due filiere del pomodoro da industria del Nord e del Sud Italia”.

Autori: Lorena Reale / Concetta Di Lunardo