Il produttore Luciano Alessandri è molto soddisfatto dell'attuale campagna commerciale della pera Angelica di Romagna. "Abbiamo prodotto 500 tonnellate circa di pere su una ventina di ettari. Le rese quindi sono state buone, specialmente se paragonate al disastro dello scorso anno".
Anche i prezzi sono tornati a un livello più umano. "Nel 2021, a causa della mancanza di prodotto, si era arrivati a cifre fin troppo alte. Quest'anno, la forbice va da 1,20 a 3,50 a seconda della qualità. La pera Angelica ha un ottimo sapore, per questo viene apprezzata e richiesta. L'unico mercato in cui quest'anno siamo in ritardo nelle vendite è quello della Sicilia: lì hanno ancora molta fornitura di pera Coscia da smaltire per cui la nostra, essendo tutto sommato simile, fatica a farsi spazio, per ora".
Stanno invece andando bene i contratti con alcune catene della Gdo, che hanno in programma le vendite fino al 10 gennaio. "Si tratta di catene di supermercati in Emilia Romagna, Marche e Lombardia. La fornitura è costante e omogenea e il nostro marchio ormai si sta facendo ricordare".
La storia di questa varietà è piuttosto singolare: proviene dalle Marche, dalla zona di Pesaro-Urbino, e infatti ogni anno a Serrungarina si svolge una sagra dedicata a questo frutto. "Tuttavia, nel corso del tempo, il numero dei coltivatori è diminuito drasticamente, e siamo rimasti in ben pochi a produrla in maniera professionale", aggiunge Alessandri.
"La caratteristica di questa pera è l'elevato grado Brix, che la rende dolcissima, insieme alla polpa molto fine, tipica di una pera estiva. Ma la cosa sorprendente è la tenuta: pur diventando di colore giallo intenso, la polpa interna rimane soda e sana. Abbiamo effettuato delle prove e abbiamo visto che può conservarsi fino a marzo, anche se in genere a gennaio l'abbiamo sempre terminata, in quanto le richieste superano l'offerta".
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