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Tra le caratteristiche più importanti c'è il titolo di studio

Le imprese agricole giovani sono più digitalizzate, multifunzionali e competitive, ma ancora troppo poche

Dai nuovi dati del 7° Censimento generale dell'Agricoltura che l'Istat ha rilasciato nei giorni scorsi, emerge come l’agricoltura italiana si sta orientando verso un modello gestionale più moderno rispetto al passato. Tra gli sforzi di dinamismo e gli ostacoli incontrati si rileva un dato particolare: la presenza dei giovani nel settore agricolo.

I dati diffusi ad agosto 2022 indicano la perdita di circa il 20% delle aziende guidate da under 35 negli ultimi 10 anni: nel 2020 sono 104.886, erano 186.491 nel 2010. Anche i giovani imprenditori (fino a 40 anni) non riescono ancora a decollare nel proprio ruolo. Rispetto al 2010, nel 2020 la percentuale di aziende agricole con capo azienda giovane è scesa dall'11,5 al 9,3%.


Slide tratta dalla presentazione a cura di R. Gismondi, C. Gnesi, F. Borrelli, L. De Felici di Istat

Nei registri delle Camere di Commercio risultano attive solo 538mila imprese condotte dai/dalle giovani italiani/e a fine 2021, per un complessivo 8,9% del tessuto produttivo nazionale. In 3 regioni italiane è stata rilevata la maggiore tendenza negativa (Marche, Abruzzo e Toscana), dove la quota giovane è intorno al 30%. In controtendenza il Trentino Alto Adige, dove le imprese under 35 sono cresciute del 6,5%.

Nel dettaglio, i capo azienda giovani tendono a guidare particolari tipologie di aziende, fortemente caratterizzate da alcuni fattori identificativi. Sono soprattutto aziende più grandi della media, con terreni in affitto e non di proprietà, con almeno un'attività connessa, propense verso la pratica biologica e verso la commercializzazione dei prodotti aziendali, estremamente digitalizzate (le aziende informatizzate dei giovani sono il 33,6%, contro il 14,0% dei non giovani) e innovative (il 24,4% dei giovani ha realizzato innovazioni, contro il 9,7% dei non giovani).


Slide tratta dalla presentazione a cura di R. Gismondi, C. Gnesi, F. Borrelli, L. De Felici di Istat

Inoltre, il capo azienda giovane ha un titolo di studio più elevato della media (solo uno su cinque non va oltre la licenza elementare, rispetto ai tre su cinque tra i capo azienda over 40) e frequenta corsi di aggiornamento (il 46,5% ha frequentato almeno un corso di formazione; fra gli over 40 il 27,2%). Dunque le imprese agricole giovani sono più digitalizzate, multifunzionali e competitive, ma ancora troppo poche per tenere il passo con un settore che offre invece molte potenzialità.

L'età come fattore discriminante
"La maggiore propensione a digitalizzare e a innovare dipende soprattutto dalla tipologia di azienda agricola, prima ancora che dalle caratteristiche del conduttore", si legge nella presentazione a cura di R. Gismondi, C. Gnesi, F. Borrelli, L. De Felici di Istat. "Le aziende più moderne sono società di capitali o di enti pubblici (sono quindi
imprese agricole). Quelle che innovano di più sono grandi e allevano avicoli, sono multifunzionali e sono localizzate al Nord".


Slide tratta dalla presentazione a cura di R. Gismondi, C. Gnesi, F. Borrelli, L. De Felici di Istat

"Tra le caratteristiche del conduttore, la più importante è il titolo di studio, perché innovano e digitalizzano di più i capi azienda con laurea in agraria. Il secondo carattere più importante è proprio l’età: i capi azienda fino a 44 anni sono più propensi a modernizzare la gestione aziendale. Va notato che le aziende più piccole hanno una maggiore probabilità di digitalizzare la gestione rispetto alla media".