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Focus sul mercato mondiale dell'aglio

Le notizie sul mercato dell'aglio provenienti da tutto il mondo mostrano un quadro variegato per questo bulbo popolare. La stagione di coltivazione, caratterizzata da siccità e alte temperature in Europa, ha comportato una minore offerta di pezzature più grandi su molti mercati, nonché un calo dei volumi da parte di Paesi produttori come Francia, Italia e Spagna, anche se, secondo alcuni, il clima secco ha migliorato la qualità dell'aglio. Inoltre, l'aumento dei costi di coltivazione e spedizione ha messo sotto pressione il mercato per molti, con Spagna e Sudafrica in particolare, che sentono la pressione sulla loro posizione competitiva, mentre altri mercati ne beneficiano.

È stato rilevato anche l'aumento dei costi dello stoccaggio refrigerato per il raccolto, dal momento che il rapido aumento del costo dell'energia ha avuto un effetto a catena sulle spese di conservazione dell'aglio, un problema esasperato dal fatto che il raccolto è stato anticipato in molti luoghi a causa del clima caldo. In Nord America si teme sempre più che i problemi logistici possano compromettere la stagione.

Paesi Bassi: più aglio viola che bianco
Secondo un importatore olandese, in tutto il mondo i raccolti di aglio presentano un quadro contrastante. Alcune città cinesi sono ancora in lockdown e i magazzini sono fermi. Sia in Spagna che in Cina è disponibile più aglio viola che bianco. La qualità dell'aglio cinese è nettamente migliore rispetto alle ultime tre stagioni, grazie al miglioramento del clima durante la raccolta. In Spagna il caldo ha causato alcuni danni da scottatura. A causa della guerra in Ucraina e del nuovo sistema di quote per l'aglio, nell'ultimo trimestre del 2021 è arrivato nell'Ue molto aglio dalla Cina, con il risultato che a settembre è ancora disponibile molto prodotto del vecchio raccolto, anche se non soddisfa più gli standard di qualità occidentali.

"Il nuovo raccolto che è iniziato ad arrivare sul mercato dalla fine di giugno è molto ricercato in Ue, ma i volumi spediti sono stati molti di meno a causa della presenza del vecchio raccolto, che ha lasciato meno spazio per il nuovo nei vari magazzini refrigerati specializzati". Con i rincari dovuti a tasso di cambio, trasporto marittimo elevato e altri costi, l'importatore afferma che il prezzo dell'aglio dovrà aumentare se in questa stagione si vuole ottenere un risultato positivo per tutti gli operatori del settore.

Germania: carenza di calibri più grandi
Il clima della scorsa stagione di coltivazione in Spagna è stato troppo piovoso all'inizio e troppo caldo alla fine. Secondo un importatore, questo ha portato a calibri più piccoli e a un quantitativo inferiore. "I calibri medi 50-60 per le reti da 300 g sono garantiti, ma il prodotto di grosso calibro (60-70-80-90) per i mercati all'ingrosso è meno disponibile. Inoltre, anche in questo segmento non ci sono alternative ragionevoli".

Nel frattempo anche la stagione di commercializzazione francese ha preso il via. "Al posto dell'aglio bianco si stanno affermando sempre più le varietà primaverili, perché hanno una resa maggiore e sono più resistenti". Nel caso dell'aglio cinese, le quantità richieste sono sempre disponibili con vendite costanti. "Ma l'approvvigionamento rimane impegnativo, con tariffe di trasporto che a volte quadruplicano o quintuplicano".

Francia: una stagione più limitata
Quest'anno l'aglio ha avuto una stagione piuttosto difficile in Francia. Sebbene la raccolta 2022 sia cominciata con buone condizioni all'inizio di giugno, con 8-10 giorni di anticipo rispetto al previsto, la comparsa della malattia Waxy Breakdown ha avuto un impatto sul prodotto.

Nell'aglio viola le rese sono inferiori a causa di una primavera molto secca e di un'irrigazione insufficiente per alcuni appezzamenti, con un impatto sulle dimensioni (medio-piccole) e una mancanza di colorazione. Per l'aglio bianco la raccolta è iniziata in condizioni climatiche molto favorevoli, così come l'essiccazione. È stato osservato un aumento delle superfici e le rese sono state influenzate nei lotti con irrigazione scarsa o nulla. Nell'aglio rosa, più colpito dalla siccità rispetto agli altri, si prevede un calo significativo dei volumi, intorno al 50% e fino all'80% per i lotti non irrigati. Una situazione che ha portato i coltivatori a organizzare due settimane fa una riunione di crisi con due mediatori e due senatori. Sul mercato, il prodotto è facilmente vendibile, ma la stagione sarà più breve a causa della mancanza di volumi.

Per quanto riguarda la gamma biologica, negli ultimi due anni è stato osservato un aumento delle superfici di produzione. L'offerta di aglio biologico, di buona qualità, è disponibile per rifornire i punti vendita. Attualmente è disponibile la commercializzazione di aglio bianco, viola, rosa, convenzionale e biologico per la fornitura a tutti i canali di distribuzione.

Italia: la siccità provoca un calo di calibri e volume, ma migliora la qualità
Nel nord d'Italia la produzione di aglio 2022 ha risentito della siccità, per cui le rese risultano in calo. Il presidente di un'importante cooperativa afferma che i prezzi delle scorse settimane del prodotto grezzo, non lavorato, erano molto bassi, anche al di sotto dei costi di produzione. Dalla metà di settembre, invece, le cose sono andate decisamente meglio con un aumento di almeno il 15% dei prezzi. "L'aglio confezionato e lavorato viene pagato alle strutture di lavorazione 4-6 euro/kg. La qualità è ottima: da un lato la siccità ha diminuito le rese, dall'altro ha migliorato la qualità. Ora però sono attesi mesi molto difficili, in quanto l'aglio va conservato a basse temperature e i costi dell'energia elettrica sono altissimi".

Anche un commerciante del sud Italia parla di qualche timido tentativo di ripresa per l'aglio, ma tocca attendere la fine di ottobre per avere una situazione più chiara. "Al momento, si dà più valore alla qualità. Perciò i prezzi sembrano in aumento, ma in realtà vanno considerate le maggiori spese di manodopera e di scarto. Si sta dando anche più importanza ai grossi calibri, che scarseggiano".

La stagione di raccolta dell'aglio siciliano è sostanzialmente terminata a fine giugno. "Se fino all'anno scorso i prezzi erano in linea con quelli delle campagne precedenti, quest’anno i produttori sono stati costretti a ritoccarli al rialzo, a causa degli aumenti pazzeschi che ci sono stati per carburante, fertilizzanti, energia elettrica, etc... Ma i motivi non finiscono qui: le piogge sovrabbondanti in fase di pre-semina, nell'autunno/inverno scorso, hanno impedito ai produttori di preparare i terreni in maniera ottimale", spiega un produttore siciliano. "Abbiamo dovuto incassare tre colpi almeno: l’aumento dei costi generali, una campagna non ideale con calibri inferiori del 40% e un 30-40% di produzione in meno sulle superfici totali".

Secondo l'osservatorio permanente GfK Consumer Panel, negli ultimi 12 mesi terminanti a luglio 2022, l'aglio è stato acquistato da quasi 13,5 milioni di famiglie (52%). Il dato è in leggero calo in confronto agli ultimi periodi: solo all'inizio del 2022 ne venivano contate infatti 14 milioni. Per questo prodotto il fattore bio non è determinante: l'aglio bio non raggiunge neanche due milioni di famiglie delle 13,5 totali.

Spagna: l'aumento dei costi colpisce la competitività a livello internazionale
Il settore dell'aglio spagnolo sta affrontando grandi difficoltà in questa stagione. La raccolta è stata completata alla fine di luglio. Ci sono stati alcuni problemi di qualità con l'aglio precoce, a causa della siccità e delle alte temperature a partire da maggio. La perdita di qualità non è sostanziale, ma si nota nella secchezza della buccia esterna. Per quanto riguarda l'aglio viola, si è registrata una significativa riduzione dei calibri a causa delle alte temperature, soprattutto notturne, che hanno accelerato la chiusura del ciclo del bulbo e il suo processo di essiccazione negli ultimi mesi. Anche se, al contrario, non essendoci state piogge, le alte temperature hanno asciugato molto bene il prodotto in modo naturale e gli hanno permesso di avere un'ottima qualità, nonostante i calibri più piccoli.

Sul mercato interno la domanda è molto tranquilla. Le produzioni non sono così elevate come ci si aspettava, e a livello internazionale gli esportatori spagnoli non possono offrire il loro prodotto a un prezzo competitivo, poiché i costi di trasporto sono saliti così tanto da essere quasi inaccessibili per gli operatori dei diversi Paesi di destinazione. Pertanto, la Spagna, che è il principale produttore di aglio in Europa, sta perdendo competitività a livello internazionale, considerando che di solito più del 70% della produzione spagnola viene esportata in circa 57 nazioni diverse.

In questo momento, Paesi come il Marocco o l'Egitto stanno approfittando di questa situazione nei mercati in cui la Spagna aveva un'attività commerciale perché possono offrire il loro aglio a un prezzo inferiore, dato che i loro costi di produzione sono molto più bassi. Si pensi che le sole spese salariali sono un ottavo o un nono, nel migliore dei casi, rispetto a quelle spagnole. Allo stesso tempo, quest'anno la Cina sta inviando enormi volumi ai mercati europei. Ad esempio, mentre i prezzi di trasporto dalla Cina all'Europa stanno diminuendo, quelli dalla Spagna agli Stati Uniti, che sono stati il secondo principale mercato di esportazione della Spagna nel secondo trimestre di quest'anno, continuano ad aumentare. Un esempio: mentre il costo del trasporto da Quindao a Valencia è di circa 5.000 euro, quello da Valencia alla costa orientale degli Stati Uniti è di circa 11.000 euro, quando solo l'anno scorso era di circa 5.000 euro.

Sudafrica: i coltivatori locali di aglio lottano per competere con le importazioni
Attualmente il prezzo medio dell'aglio sul mercato sudafricano è di 2,95 euro/kg. La maggior parte dell'aglio viene importata, principalmente dalla Cina, soprattutto per i rivenditori. Il prodotto viene importato anche da Spagna, India, Argentina e Malesia, mentre la quota delle importazioni di aglio egiziano è diminuita negli ultimi anni.

Per i coltivatori locali è difficile competere con le importazioni di aglio, nonostante le tariffe. Si sta cercando di colmare il divario con un aumento della produzione locale, utilizzando nuove genetiche. Questo è l'inizio della nuova stagione dell'aglio nella provincia di Limpopo. La produzione si sposterà poi nel Karoo fino a marzo. Giugno, luglio e agosto sono i mesi in cui l'aglio di produzione nazionale non è di stagione.

Cina: il volume delle esportazioni continua a diminuire, ma la qualità complessiva è migliore
In Cina il volume delle esportazioni di aglio ha raggiunto, ad agosto, il record più basso dal 2016.  A settembre l'export di aglio cinese ha risentito dell'intenso raccolto nelle regioni di produzione e del problema della disponibilità di manodopera. Alcune regioni probabilmente ridurranno di conseguenza il volume delle esportazioni. In linea con gli anni precedenti, l'andamento delle esportazioni inizia a indebolirsi a settembre, mentre la domanda tornerà a crescere a novembre. 

In termini di qualità, la Cina ha più aglio viola che bianco. Il clima è stato migliore durante la raccolta, quindi la qualità complessiva è nettamente migliore rispetto alle ultime tre stagioni.

Basandosi sulla situazione attuale, il volume complessivo delle esportazioni di settembre sarà inferiore a quello di agosto e gli ordini ricevuti dalle aziende di confezionamento diminuiranno. Si prevede che le esportazioni di settembre possano continuare a diminuire nell'ultima settimana.

Nord America: si temono difficoltà logistiche per la stagione
Secondo uno spedizioniere della Pennsylvania, gli Stati Uniti, pur essendo un importante produttore di aglio, dipendono soprattutto dalle importazioni. "Poiché la maggior parte dell'aglio statunitense viene coltivato in California, dal punto di vista dei costi è più sensato per noi importare dalla Spagna - afferma - È più economico portare un container di aglio dalla Spagna che trasportarlo dalla California". L'azienda importa anche da Messico, Argentina e Cina.

La stagione messicana è appena terminata e la Spagna è ora il principale fornitore dello spedizioniere. "Abbiamo avuto a che fare con alcune interruzioni a breve termine della catena di fornitura - dice - A volte un container non arriva come previsto e la settimana successiva riceviamo il doppio della fornitura". Recentemente la Cina, il più grande produttore di aglio al mondo, ha avuto a che fare con la chiusura di porti e città a causa del Covid-19. Questo ha un impatto sulla capacità del Paese di esportare, ma anche sul mercato interno, poiché i camion non possono attraversare certe aree. "La nazione ha un grande mercato interno per l'aglio e lo zenzero, ma a causa delle restrizioni anti-covid, le vendite interne sono state colpite".

Di conseguenza, in Cina c'è un eccesso di offerta di aglio e zenzero. "Continueremo a far arrivare il prodotto cinese. I costi sono aumentati in modo significativo, ma le tariffe di trasporto marittimo dall'Asia stanno iniziando a scendere", afferma.

Per quanto riguarda la logistica, proprio la settimana scorsa uno sciopero ferroviario è stato deviato all'ultimo minuto, in quanto l'amministrazione del presidente Joe Biden ha raggiunto un accordo provvisorio. Tuttavia, lo spedizioniere ha altre preoccupazioni che incombono. In particolare, gli scioperi in corso delle guardie di sicurezza del porto di Long Beach (POLB). Inoltre, il contratto di 22.000 lavoratori portuali della costa occidentale è scaduto il 31 luglio. Hanno tutti lo stesso sindacato e la frustrazione sta crescendo.

Circa il 40% delle merci statunitensi viene spostato su rotaia e un'interruzione del sistema ferroviario metterebbe ulteriore pressione su un sistema di autotrasporti già sotto pressione. Uno sciopero al POLB avrebbe un impatto diretto sull'industria dell'aglio, dato che circa il 50% del prodotto importato passa attraverso questo porto.

In prospettiva, una volta terminata la stagione dell'aglio spagnolo, lo spedizioniere passerà all'Argentina, a gennaio. "Speriamo che la transizione avvenga senza problemi. Importare da tante fonti diverse è un punto di differenziazione per noi. Nonostante le sfide, continueremo a importare aglio da diverse fonti".

Nel frattempo, un produttore-spedizioniere californiano afferma che le rese sono buone per il raccolto 2022/23 di aglio della California. "Abbiamo appena finito di raccogliere. Se da un lato le rese sono state soddisfacenti, dall'altro la qualità, in alcune zone, non è stata altrettanto buona perché nella parte meridionale dello stato non si è registrato freddo a sufficienza. Abbiamo avuto una variazione nella maturazione dell'aglio e questo ha penalizzato un po' la qualità", spiega. 

Tuttavia, la resa complessiva del raccolto è migliore rispetto all'anno scorso. Inoltre, la raccolta di quest'anno è avvenuta con circa 10 giorni o due settimane di ritardo rispetto al solito. Per quest'anno si prevedono prezzi più alti per l'aglio californiano, grazie alla forte domanda prevista.

Messico: diminuisce la domanda in Brasile a causa dell'aumento della produzione nazionale, ma anche per l'aumento delle importazioni da altri Paesi
Il Messico è tra i maggiori esportatori di aglio al mondo; nel 2020, secondo i dati, ha raggiunto il settimo posto nelle esportazioni mondiali con l'invio di oltre 15.800 tonnellate, passando dalla nona posizione del periodo 2015-2019.

"Il Messico ha una superficie di coltivazione di aglio tra i 7.000 e gli 8.000 ettari di diverse varietà. Zacatecas è lo Stato con il maggior numero di ettari in produzione, circa 3.500-4.000, seguito da Guanajuato, Baja California, Sonora e Aguascalientes, anche se viene coltivato in quasi tutto il Paese - spiega il direttore commerciale di un'azienda messicana dedicata alla coltivazione e commercializzazione di ortaggi, con l'aglio come prodotto di punta - Nella nostra azienda il mercato interno rappresenta il 70% delle nostre vendite, mentre il restante 30% è destinato all'esportazione; i nostri principali mercati di destinazione sono gli Stati Uniti e il Brasile, quando c'è domanda in quel Paese".

"In particolare, in Brasile la domanda di aglio messicano è diminuita a causa dell'aumento della produzione nazionale, ma anche per l'aumento delle importazioni da Paesi mediterranei come l'Egitto. Infatti, i bassi prezzi dell'aglio egiziano hanno allontanato dal mercato brasiliano soprattutto il prodotto spagnolo, ma anche quello messicano - osserva - A mio parere, la qualità dell'aglio spagnolo e messicano è migliore di quella del prodotto egiziano, ma a volte i mercati sono governati più dal prezzo che da criteri di qualità".

"Circa 15-16 anni fa la nostra principale destinazione di esportazione era l'Unione europea, quando la Spagna aveva 5.000 ettari e non i 30.000 di oggi. A causa proprio dell'aumento della produzione spagnola, l'Ue ha smesso di essere un'opzione per noi".

"In questo momento, siamo nel pieno della campagna di esportazione dell'aglio fresco verso gli Stati Uniti, con prezzi che oscillano tra i 25,60 euro circa per una cassa da 13,6 kg per i formati più piccoli e i 41 euro a cassa per l'aglio di categoria 1 di grandi dimensioni - spiega il direttore commerciale - Si tratta di un prezzo normale per il prodotto, anche se bisogna ricordare che durante la pandemia la cassa si vendeva a prezzi di oltre 61 euro".

Inoltre, bisogna considerare che quest'anno è stato caratterizzato da una primavera e un'estate molto calde e con poche piogge, che hanno fatto maturare l'aglio in anticipo e hanno fatto sì che le dimensioni fossero più piccole del normale.

Australia: produzione di aglio in crescita
Pur essendo un piccolo produttore di aglio, l'Australia ha continuato a crescere anno dopo anno. Secondo le statistiche, nell'anno conclusosi a giugno 2021 sono state prodotte 3.406 tonnellate, con un aumento del 16% rispetto all'anno precedente e un incremento del 4% rispetto ai dati del 2019. In termini di valore, l'industria australiana è aumentata del 36%, dopo l'aumento del 12% dell'anno precedente.

Le due varietà dominanti sono state la Turban, che ha rappresentato il 60% della produzione fresca in Australia, e la Artichoke, che ha rappresentato il 20% della produzione fresca. L'industria ha la grande opportunità di aumentare i consumi: solo il 39% delle famiglie australiane ha acquistato aglio fresco e solo il 5% della produzione totale è stato destinato alla trasformazione, nel 2021. L'Australia non esporta aglio fresco, ma sono state esportate 69 tonnellate di aglio trasformato. Allo stesso tempo, le importazioni sono diminuite in concomitanza con l'aumento della produzione locale, ma rappresentano ancora la maggior parte delle vendite australiane. L'anno scorso le importazioni sono scese da 13.564 tonnellate a 10.641 tonnellate.