La stretta dei rincari, legata alla spinta inflattiva che sta travolgendo le produzioni agricole e gli imprenditori del settore non risparmia gli ortaggi ad alto reddito, come il peperone. Come riporta Antonio Coletti: "Quest'anno, nel casertano, e nello specifico nel comune di Sparanise, le superfici coltivate si sono drasticamente ridotte. Purtroppo i piccoli coltivatori, visti i rincari degli input produttivi, hanno preferito non piantare, in questa campagna; infatti manca all'appello circa un milione di piante".
"Ci troviamo perciò a movimentare volumi bassi, un po' per i mancati trapianti e un po' per le condizioni climatiche non sempre favorevoli - dice Coletti - Sotto il profilo commerciale, la domanda supera l'offerta ed è interessante; contemporaneamente, anche i prezzi sono buoni. Basti pensare che, rispetto allo scorso anno, a parità di periodo quest'anno le quotazioni sono aumentate. Tali soddisfazioni economiche in termini di prezzo stanno interessando le aziende più grandi di questo areale, poiché dispongono di prodotto in un contesto in cui di fatto mancano peperoni, ma allo stesso tempo la richiesta è elevata".
"In generale, sul territorio nazionale è presente prodotto proveniente dalle principali aree produttive italiane del peperone, anche se si riscontra una limitata presenza di prodotto olandese, per circa un 10% dell'offerta complessiva. Sul fronte produttivo, proseguiamo con la raccolta e in Campania, dove si attende la fine della campagna a ottobre".