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L'avvocato Roveda: "I datori di lavoro ora devono dare maggiori informazioni ai dipendenti"

Altra burocrazia in arrivo per le imprese

Il 13 agosto 2022 è entrato in vigore il Decreto Trasparenza 104/2022, che recepisce le novità introdotte dalla direttiva UE n. 2019/1152 in materia di condizioni di lavoro trasparenti. In particolare, il provvedimento prevede l'obbligo per il datore di lavoro di comunicare ai lavoratori una serie di informazioni. Chiediamo all'avvocato Gualtiero Roveda, esperto in normativa sul lavoro, chiarimenti sulla portata dei nuovi obblighi e se questi incidono anche sui rapporti agricoli.

FreshPlaza (FP): Il Decreto Trasparenza ha esteso gli obblighi informativi inerenti al contratto di lavoro. Qual è l'ambito di intervento?
Gualtiero Roveda (GR): Le novità si applicano ai rapporti di lavoro subordinato, a tempo determinato e indeterminato, ai contratti di somministrazione, di lavoro intermittente, alle collaborazioni etero-organizzate, ai contratti co.co.co e alle prestazioni occasionali.

L'avvocato Gualtiero Roveda

FP: Riguarda anche l'agricoltura?
GR: Sì. Le nuove disposizioni sono dirette anche al mondo agricolo, senza alcuna eccezione. Diviene, così, obbligatorio consegnare anche ai lavoratori del comparto un contratto di lavoro scritto e far loro conoscere tutte le informazioni innanzi evidenziate. Sino ad oggi vi era, per gli operai agricoli, la possibilità di assolvere agli obblighi in materia oltre che con la consegna del contratto anche con quella della copia della comunicazione di insaturazione del rapporto, modello unilav.

FP: Nuovi oneri a carico delle imprese?
GR: Si ampliano le informazioni da fornire obbligatoriamente al lavoratore, quali ad esempio l'identità delle parti, l'importo iniziale della retribuzione o comunque il compenso e i relativi elementi costitutivi, con l'indicazione del periodo e delle modalità di pagamento, il diritto alla formazione erogata dal datore di lavoro, gli enti destinatari dei contributi previdenziali e assicurativi e, ancora, sui tempi di lavoro è richiesto un maggior dettaglio in ragione della prevedibilità o meno della prestazione lavorativa.

FP: Con quali modalità devono essere rese queste informazioni?
GR: L'informativa può essere data, oltre che con la consegna cartacea, anche tramite e-mail personale o aziendale del lavoratore ovvero con la messa a disposizione sulla rete intranet aziendale, tramite consegna di password personale, fermo restando la necessità di conservare la prova dell'adempimento. L'Ispettorato ha, peraltro, evidenziato che con la consegna del contratto individuale o la comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro sono già forniti i principali contenuti previsti dal Decreto Trasparenza, quali l'orario di lavoro, l'importo della retribuzione o ancora le mensilità previste e che è possibile per le aziende integrare la disciplina di dettaglio anche mediante il rinvio al CCNL applicato o ad altri documenti aziendali, da consegnare al lavoratore o mettere a disposizione in azienda, entro i sette giorni successivi all'inizio della prestazione lavorativa.

FP: La normativa riguarda solo i nuovi assunti?
GR: L'obbligo scatta per i lavoratori assunti dopo il 13 agosto. Per i rapporti di lavoro già instaurati alla data del 1° agosto 2022, è stabilito che il datore di lavoro debba – su richiesta scritta del lavoratore –aggiornare o integrare informazioni già fornite entro 60 giorni. 

FP: Quali sono le sanzioni per chi non si adegua?
GR: In caso di mancato adempimento degli obblighi informativi è prevista l'applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria compresa tra i 250 a 1.500 euro per ogni lavoratore interessato. Sanzioni più gravi sono stabilite nel caso di violazioni da parte di datori di lavoro che utilizzano sistemi decisionali o automatizzati.

FP: Quali sono le ragioni di un provvedimento che appesantisce l'enorme carico burocratico già presente in capo alle imprese?
GR: L'Unione europea, da tempo, considera la trasparenza un elemento strategico indispensabile per la realizzazione dell'avvicinamento in senso democratico dei cittadini alle istituzioni. E', infatti, convinta che solo eliminando le opacità si può consentire ai cittadini di avere il controllo sull'operato dei pubblici poteri e agli operatori economici di prendere decisioni consapevoli, a tutto vantaggio del sistema democratico e del corretto funzionamento del mercato e della concorrenza. Nel bilanciamento degli interessi in gioco, tra il rispetto del principio di trasparenza e il maggior carico amministrativo per i datori di lavoro, il legislatore ha considerato prevalente il primo.