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Focus sul mercato mondiale del pomodoro

In questa stagione il mercato globale del pomodoro ha sperimentato alti e bassi. In molti Paesi i prezzi sono aumentati a causa della mancanza di offerta, della pressione esercitata dal Tomato brown rugose fruit virus (ToBRFV) e dei costi di produzione sempre più elevati, tra cui l'energia per le serre riscaldate e illuminate. In Italia i costi di produzione sono aumentati del 55% rispetto all'anno scorso, mentre i coltivatori olandesi e belgi stanno valutando pro e contro di non accendere le luci quest'anno se i prezzi dell'energia continueranno a salire.

La produzione in Spagna è diminuita di un quarto rispetto all'offerta abituale a causa del maltempo durante la stagione di coltivazione, mentre il Sudafrica ha subito condizioni simili, ma con perdite minori. Nel frattempo in Nord America i prezzi sono sotto pressione a causa di un'offerta eccessiva dovuta all'aumento della produzione annuale. Nel complesso, una stagione difficile per i pomodori di tutto il mondo.

Paesi Bassi e Belgio: entrambi affrontano una stagione interessante in termini di prezzi e ToBRFV
Il giorno più lungo dell'anno è alle spalle. Giugno è stato un mese caldo e soleggiato oltre la media, con una media di 60 ore di sole in più rispetto al normale. I coltivatori di pomodori nei Paesi Bassi e in Belgio sono in piena produzione. Anche quelli che hanno iniziato la stagione più tardi a causa dei vincoli energetici.

Nel frattempo, si sta già pensando alla prossima produzione in serra illuminata. Questo inverno varrà la pena continuare a coltivare con riscaldamento e illuminazione? Questa domanda aleggia sul mercato. Al momento, le decisioni vengono prese nell'ambito di trattative tra coltivatori, cooperative e supermercati. Si sentono voci diverse. Non si sa ancora quale sarà la superficie illuminata il prossimo inverno. Quello che sembra certo è che la superficie sarà di nuovo inferiore a quella precedente la crisi energetica.

Lo scorso inverno i volumi furono inferiori di decine di punti percentuali rispetto alla norma, e così è stato fino a primavera inoltrata. Solo nelle ultime settimane i volumi hanno raggiunto livelli paragonabili agli anni precedenti. In effetti, dall'estate scorsa i prezzi sono stati superiori alla media quinquennale. Non è un dato trascurabile, visto che i coltivatori devono fare i conti con un enorme aumento dei costi, tra l'altro, dell'energia e dei fertilizzanti.

Il prezzo di un chilogrammo di pomodori è in calo da febbraio. Niente di strano. Tuttavia, i prezzi provengono da livelli molto più alti del normale. A maggio i prezzi nei Paesi Bassi sono scesi più che altrove in Europa e più che negli ultimi anni, ma erano ancora superiori alla media quinquennale.

Nell'ultima settimana di giugno il prezzo di un chilogrammo di pomodori alle aste belghe si è avvicinato alla media quinquennale. Prezzi più bassi durante l'estate non sono insoliti. Non appena in tutta Europa si procede alla raccolta, anche nelle serre meno tecnologiche, l'offerta di pomodori diventa ampia. Tuttavia, l'anno scorso è stato diverso, quando a causa del Tomato brown rugose fruit virus (ToBRFV) e del deludente clima estivo, i volumi sono stati considerevolmente più bassi, a volte anche con conseguenti "prezzi invernali".

Il ToBRFV è ancora presente sul mercato. Nel frattempo si stanno testando in serra le prime varietà resistenti da coltivatori esperti. È noto che i sintomi del virus si manifestano più rapidamente quando la coltura è sotto stress. Questo accade spesso quando c'è molta radiazione e la coltura è in piena produzione. Oltre all'andamento dei prezzi e dell'energia, la prossima estate si prospetta quindi interessante anche dal punto di vista dei virus.

Germania: aumenta la coltivazione nazionale, ma dominano ancora i pomodori olandesi e belgi
Attualmente il mercato tedesco è dominato dalle forniture olandesi e belghe. Nel complesso, l'offerta è stata limitata. Anche le offerte nazionali e italiane sono in leggero calo, mentre le forniture da Polonia, Spagna e Francia sono al massimo di natura integrativa.

In generale, la domanda può essere soddisfatta senza grandi sforzi. In diversi mercati all'ingrosso i prezzi sono in leggero aumento.

Il volume dei pomodori nazionali sembra essere aumentato negli ultimi anni. Soprattutto nella Renania Settentrionale-Vestfalia, in Baviera e nella Germania dell'Est sono state costruite o ampliate diverse serre. Tuttavia, i prezzi elevati del gas e altri aumenti dei costi dovuti alla guerra in Ucraina preoccupano i coltivatori tedeschi. Per quanto riguarda l'importazione di pomodori, i Paesi Bassi sono ancora il principale fornitore, con un volume totale compreso tra 380 e 400mila tonnellate all'anno. Seguono a notevole distanza la Spagna (160-190mila tonnellate), il Belgio (55-70.000 tonnellate) e il Marocco (40-55.000 tonnellate).

Francia: i prezzi dei pomodori più bassi del 2022 finora
Due settimane fa, in alcuni supermercati in Francia ci sono state promozioni sui pomodori a grappolo, che hanno reso piuttosto alti i prezzi sul mercato libero. La domanda è stata buona, quindi il mercato è stato equilibrato. La scorsa settimana, invece, non c'è stata nessuna promozione in atto e la domanda non è riuscita ad assorbire la produzione, il che ha fatto sì che i prezzi diminuissero. Si sono osservati i prezzi più bassi del 2022.

Regno Unito: i coltivatori perseverano nonostante l'anno difficile
Al contrario di quanto dicevano le previsioni, secondo un ente del settore quest'anno i coltivatori britannici sono sulla buona strada per produrre le consuete 100mila tonnellate di pomodori. La combinazione tra l'aumento del costo del gas, l'interruzione delle catene di fornitura globali, la continua carenza di manodopera e i bassi livelli di luce in alcune zone del Paese hanno reso l'annata difficile per i coltivatori.

I dati forniti da uno specialista mostrano che le vendite di pomodori sono aumentate del 2,7% rispetto all'anno scorso e che la domanda di premium è in crescita del 32% rispetto al 2020. I pomodori più richiesti sono quelli di piccolo calibro, con un aumento del 28,6% rispetto all'anno scorso, i pomodori a grappolo, con un inmento del 19%, e i ciliegino a grappolo, con una crescita del 16,9%.

"I produttori di pomodori inglesi non hanno mai affrontato nulla di simile prima d'ora - ha dichiarato un coltivatore del Worcestershire - Sono nel settore da due decenni e questo è l'anno più difficile che abbiamo affrontato. È stata una tempesta perfetta e, di conseguenza, è costato un lavoro molto duro a tutti gli operatori del settore. La pandemia è stata difficile, ma questo va ben oltre. Fortunatamente, come coltivatori di pomodori, siamo un gruppo resilienti".

I coltivatori di pomodori inglesi hanno dovuto muoversi rapidamente per lavorare con i partner al dettaglio e i fornitori su tempistiche e logistica. Alcuni hanno ritardato i trapianti e poi hanno incrementato la produzione per sfruttare al meglio i migliori livelli di luce, man mano che la primavera si avvicina all'estate. Altri hanno gestito i turni del personale per assicurarsi che gli ortaggi arrivassero nei negozi al momento giusto.

"Come settore siamo all'avanguardia nel fare di più con meno: nel corso degli anni, abbiamo assistito a un'incredibile innovazione nella riduzione dell'energia necessaria per la coltivazione dei pomodori e nell'utilizzo di fonti di energia rinnovabili. Ci sono stati anche investimenti significativi negli aspetti tecnici della coltivazione, affinando le tecniche, in modo da sapere esattamente come ottenere il meglio da una pianta di pomodoro", ha dichiarato un esperto del settore.

"Contro le previsioni, prevediamo un raccolto di qualità eccellente con buoni livelli di approvvigionamento nei prossimi mesi".

Italia: i costi di produzione in serra sono aumentati di oltre il 55% rispetto allo scorso anno
In generale, l'offerta produttiva presente sui mercati italiani è diminuita rispetto agli anni scorsi.

Un produttore del nord Italia, con molti ettari di serre, afferma che il pomodoro Cuore di Bue è pagato attorno a 0,60-0,70 euro/kg, ben al di sotto dei costi di produzione. Per avere un reddito soddisfacente dovrebbe essere pagato oltre 1 euro/kg. Nel 2021 per coltivare un ettaro di pomodoro sotto serra occorrevano 45.000 euro, quest'anno si è saliti a 70.000. Il produttore afferma: "Da oltre un mese si assiste a questi prezzi bassi. Le cose vanno leggermente meglio se si commercializza direttamente con i retailer, mentre se si conferisce ai mercati all'ingrosso praticamente non c'è richiesta".

In Campania e Lazio, quest'anno le superfici produttive del pomodoro da mensa si sono ridotte a causa dell'aumento dei costi di produzione del 35%. Sul fronte commerciale, ci sono due scenari diversi: in Campania chi ha il prodotto, principalmente della tipologia oblungo e allungato, viene ripagato bene; in Lazio le vendite procedono a rilento e i consumi non sono entusiasmanti.

In Sicilia, dopo una stagione abbastanza soddisfacente, con prezzi alti dovuti più che altro alla mancanza di prodotto a causa del ToBRFV, da inizio giugno i prezzi del pomodoro da mensa sono al ribasso. A contribuire alla ridotta disponibilità di pomodoro sui mercati europei, è stata senz’altro la flessione del prodotto da serra riscaldata, dovuta ai rincari energetici, che hanno indotto le aziende a fermare le loro produzioni. Principalmente la Polonia, ma anche i Paesi del centro e nord Europa, che da tempo ormai producevano anche d’inverno pomodoro in serre tecnologiche, hanno dovuto cedere il passo e quote di mercato ai competitor.

Spagna: il volume della produzione cala del 25%
La produzione di pomodoro di Almería e Granada è molto limitata nel mese di giugno. La maggior parte degli areali è stata sradicata e sono iniziati i lavori di preparazione delle aziende orticole per la prossima campagna. Le superfici in campo aperto, situate nel nord delle province di Almería e Granada, subentrano alla produzione in serra. Questa produzione sarà commercializzata principalmente sul mercato nazionale. Allo stesso tempo, la Spagna attualmente importa pomodori soprattutto dai Paesi Bassi.

Quest'anno la superficie coltivata a pomodori in serra in Spagna è stata ridotta del 4% rispetto alla campagna precedente, a favore di colture come zucchine, peperoni e melanzane. In questo modo, nelle ultime 5 campagne si è mantenuta una tendenza alla diminuzione delle superfici coltivate a pomodoro. Anche i volumi di produzione di quest'ortaggio si sono ridotti di circa il 25%, a causa dell'influenza del maltempo e delle nebbie.

I volumi di esportazione sono diminuiti di quasi il 10% e, sebbene i prezzi siano stati notevolmente più alti rispetto alla campagna precedente, la diminuzione delle rese per ettaro e l'aumento dei costi di produzione non fanno pensare a una campagna di grande successo, anche se non si può nemmeno definirla negativa. Nel mese di agosto inizieranno i trapianti di pomodoro ad Almería, la principale zona di produzione della Spagna, per la campagna 2022/23.

Sudafrica: i prezzi insolitamente alti scendono drasticamente
Le condizioni meteorologiche hanno giocato un ruolo insolitamente importante nella produzione invernale di pomodori, con piogge fuori stagione in alcune zone del Limpopo nord-orientale e gelate altrove che, insieme a condizioni di freddo e nuvolosità, hanno trattenuto i volumi dal mercato.

Di conseguenza, all'inizio di giugno i prezzi dei pomodori erano insolitamente alti all'inizio, ma di recente sono calati drasticamente, poiché i volumi hanno finalmente iniziato a recuperare. I commercianti di pomodori prevedono che le quotazioni continueranno a scendere per i prossimi due mesi.

La scorsa settimana un chilogrammo di pomodori di classe 1 veniva venduto a un prezzo compreso tra 15 e 16 rand (0,89-0,94 euro), ma ora si trova tra 10 e 12 rand al kg. Il prezzo medio dei pomodori sul mercato comunale è di 12,14 rand/kg (0,72 euro).

Cina: il mercato non riesce ad assorbire grandi quantità di verdure estive
Da giugno le misure di controllo della pandemia sono terminate in molte località in Cina e il normale funzionamento del mercato è stato ripristinato. I prezzi degli ortaggi, tuttavia, sono rimasti bassi.

Quelli dei pomodori sono scesi rispetto ai livelli più alti di un tempo e in alcune aree sono inferiori a quelli dell'anno scorso. Nello Yunnan i prezzi attuali dei pomodori si aggirano intorno a 0,7-1 yuan/kg (0,15 dollari). I volumi sono elevati e i prezzi complessivi sono bassi.

A Pechino e nel vicino Hebei, i prezzi dei mercati all'ingrosso si aggirano intorno a 1,5 yuan per cassetta. Ora che molte aree di coltivazione sono entrate in produzione, i prezzi sono diminuiti anche qui. Recentemente sono entrati sul mercato anche i pomodori provenienti dalla Mongolia interna, quindi non c'è motivo di pensare che, nel prossimo futuro, le quotazioni aumenteranno.

In generale, il mercato non riesce ad assorbire l'attuale quantità di ortaggi estivi, compresi i pomodori. Tuttavia, alcune varietà riescono a spuntare prezzi più alti sul mercato, come i pomodori ShouGuang Pink, dello Shandong.

Nord America: le forniture continuano a crescere, mettendo sotto pressione i prezzi
Al momento, in Nord America le forniture di pomodori si stanno spostando in modo da includere molte delle offerte locali che si vedono in questo periodo dell'anno in tutto il Paese.

Un produttore-spedizioniere della Florida afferma che ora che la stagione della Florida è terminata, stati come l'Arkansas, il Tennessee e la Carolina del Sud hanno iniziato la produzione locale e l'Alabama è a circa una settimana di distanza. Subito dopo il fine settimana del 4 luglio arriveranno anche il New Jersey e il Michigan. Tutte queste produzioni sono in gran parte locali e in campo aperto.

"E c'è anche la produzione californiana che arriva attraverso la Baja California fino a San Diego. Risalendo la costa, la produzione californiana coincide anche con quella della parte centrale degli Stati Uniti, dove sono già in corso le operazioni di raccolta e confezionamento".

Allo stesso tempo il Messico continua a produrre pomodori Roma, rotondi, datterino e ciliegino e la sua produzione di pomodori in serra va avanti praticamente tutto l'anno. "Ci sono più serre negli Stati Uniti, anche nel Midwest, in Tennessee e Kentucky, ma anche in Ohio. Gli Stati Uniti hanno guadagnato molto nella produzione di pomodori in serra". E poi ci sono anche i pomodori di serra canadesi, che secondo lui, ogni anno sembrano restare sempre più a lungo nella stagione.

In generale, ci sono molti pomodori. "Credo che le aziende agricole si stiano espandendo sempre di più. Si continua ad aumentare la superficie coltivata".

C'è anche un grande sviluppo per quanto riguarda le tipologie di pomodori. "Si continuano a sviluppare nuove sementi per ottenere ortaggi dal sapore migliore o che durano più a lungo sugli scaffali, o che hanno un grado Brix migliore, al fine di ottenere un pomodoro più dolce o dal colore più rosso. Si innova costantemente per soddisfare maggiormente i gusti dei consumatori".

E tutto questo si sta facendo strada anche nel segmento dei pomodori, che secondo l'esperto continuano a essere una categoria di punta nei negozi di alimentari. "Ci sono ancora i pomodori di base: ciliegino, datterino, Roma, tondo e a grappolo. Ma di tanto in tanto vengono introdotte nuove varietà per vedere la risposta dei consumatori", afferma.

Nel frattempo, la domanda è più distribuita, visti gli accordi locali in corso. "E i rivenditori tendono a volere pomodori locali statunitensi per i loro scaffali in questo periodo dell'anno. La domanda è aumentata fino al 4 luglio, dopodiché ci sarà più richiesta di ortaggi locali - afferma - Tuttavia, in questo periodo dell'anno stiamo anche osservando se i pomodori locali sono in grado di resistere alle condizioni atmosferiche. Che si tratti di caldo, pioggia, tempeste o altro, si possono continuare a rifornire i negozi di alimentari senza mostrare problemi di qualità?".

Oltre ad osservare l'aumento del volume di pomodori disponibile in questo periodo dell'anno, i coltivatori e gli spedizionieri continuano a confrontarsi con un problema che non è scomparso: l'effetto della pandemia sulla forza lavoro. "Le aziende di imballaggio continuano ad avere difficoltà con il coronavirus e la forza lavoro disponibile. Con l'aumento di alcuni casi, avremo un numero sufficiente di addetti alla raccolta? In che misura la manodopera sarà influenzata dagli aumenti nella zona?".

Un'altra sfida per i coltivatori è rappresentata dall'aumento dei costi agricoli dovuti a fattori produttivi quali fertilizzanti, imballaggi, carburante e altro. "Tutto continua ad aumentare e questo rende difficile la determinazione dei prezzi. Vorremmo vedere prezzi migliori con questi costi. Ma in tante aree diverse la quantità di pomodori è molto inferiore a quella che vorremmo. A questo punto c'è troppa disponibilità per la domanda".

Ciò che probabilmente potrebbe modificare i prezzi, nel prossimo futuro, sarebbe un raccolto influenzato dalle condizioni meteorologiche locali, con conseguente impatto sulla disponibilità.

Messico: buone proiezioni per quello che è già il principale esportatore di pomodori al mondo
Il Messico è il principale esportatore di pomodori nel mercato globale, con spedizioni che nel 2020 ammonteranno a 1.826 milioni di tonnellate secondo gli ultimi dati disponibili. In un recente evento dedicato a questo ortaggio il cui consumo pro capite nel Paese ammonta a 13,4 kg, un rappresentante del governo ha sottolineato che nel 2020: "Il Paese dispone di oltre 45.000 ettari, che ci hanno permesso di raggiungere una produzione di 3.371 milioni di tonnellate. Questa cifra è superiore del 9,5% rispetto alla media degli ultimi 10 anni".

Nella produzione spicca Sinaloa, che contribuisce al 20% della produzione nazionale, seguita da San Luis de Potosí, Michoacán, Baja California Sur, Zacatecas, Morelos, Puebla e Jalisco. Il suddetto rappresentante ha anche sottolineato che il pomodoro è una delle colture tecnologicamente più avanzate e una delle più redditizie, dal momento che "si stima che circa un terzo della superficie coltivata sia in agricoltura protetta, da cui si ottiene il 67% del volume totale di produzione. Inoltre, si distingue come l'ortaggio più coltivato sia per il consumo nazionale che per l'esportazione, rendendo il Messico un punto di riferimento nel mercato mondiale".

"Gli Stati Uniti sono la destinazione principale delle nostre esportazioni, ma inviamo questo importante prodotto anche in Canada, Giappone, Emirati Arabi Uniti o Singapore. Per quanto riguarda le importazioni, sono minime e provengono interamente dagli Stati Uniti. Questo ci ha permesso di mantenere una bilancia commerciale del pomodoro con un surplus di 2.306 milioni di dollari nel 2021".

E le proiezioni sono ancora molto positive. Secondo un rapporto dell'Usda sulle previsioni per la campagna del pomodoro in Messico, pubblicato lo scorso giugno, "ipotizzando condizioni normali per la coltivazione all'aperto e una crescita continua dell'uso di tecnologie serricole e di copertura nel settore, si prevede che la produzione di pomodori freschi in Messico per l'anno commerciale 2022/23 - da ottobre a settembre - eguagli la produzione ufficiale stimata per la campagna 2021/22 di 3,7 milioni di tonnellate", evidenziando che "per ottenere rese maggiori, i coltivatori messicani continuano a passare dai campi aperti a una produzione più controllata con metodi di coltivazione protetti".

"Anche le esportazioni verso gli Stati Uniti rimarranno forti grazie all'offerta esportabile disponibile e al consumo interno stabile - aggiunge il documento, prevedendo che nella stagione 2022/23 ammonteranno a 1,9 milioni di tonnellate - Il Messico continua ad essere il principale fornitore di pomodori freschi agli Stati Uniti e, di conseguenza, è il più grande esportatore di pomodori freschi al mondo. Sulla base dei dati disponibili e del ritmo degli scambi, la pubblicazione stima che le esportazioni per il 2021/22 raggiungeranno 1,7 milioni di tonnellate, con una diminuzione marginale rispetto all'anno precedente".

"Sebbene le esportazioni verso gli Stati Uniti avvengano durante tutto l'anno e superino costantemente le 100mila tonnellate al mese, il maggior volume di esportazioni avviene generalmente da gennaio a marzo". Nella stagione 2020/21 il Messico ha esportato oltre 1,76 milioni di tonnellate di pomodori negli Stati Uniti, con una quota di mercato stimata del 91%". In effetti, gli Stati Uniti assorbono quasi tutta la fornitura di pomodori freschi esportabili del Messico, secondo l'Usda. Le importazioni messicane di pomodori freschi, nel frattempo, sono state di appena 640 tonnellate nella campagna 2020/21; una quantità, come sottolineato dallo stesso ente statunitense, "insignificante".