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La società agricola MIIM, socia della Op APOC, parla della sua esperienza

Uva da tavola: bisogna adattarsi alle richieste del mercato

Un nome aziendale dal sapore dialettale, ma che racchiude anni di esperienza e dedizione all'uva da tavola: potremmo definire così la società agricola MIIM di Castellaneta (in provincia di Taranto), new entry nella base sociale dell'Organizzazione di produttori APOC.

"La denominazione aziendale rappresenta il nome di mio padre Domenico, Miim come viene chiamato nel dialetto gravinese (di Gravina in Puglia, ndr) - racconta l'amministratore unico Giuseppe Trovisi - Un nome nato quasi per gioco, ma racchiude il succo dell'essenza dell'impresa: tradizione e innovazione. La MIIM è, infatti, una società nata nel 2016, ma che si nutre delle esperienze tramandate di padre in figlio".


A sinistra: Giuseppe Trovisi - A destra: uva AutumnCrisp (Foto fornite da Giuseppe Trovisi) 

"Ci occupiamo da sempre di uva da tavola. Abbiamo iniziato con le classiche varietà con semi, tipiche dei nostri areali pugliesi. Ma ben presto siamo andati incontro a ciò che ci richiedeva il mercato, guardando oltre: negli ultimi 10 anni, da 150 ettari di uve con seme, siamo passati a 250 ettari dedicati a varietà seedless. Tra Puglia e Basilicata, considerando anche le altre aziende produttrici di famiglia, contiamo 450mila piante, di cui solo 250mila vincolate a royalties con la Sun World", continua Trovisi.

Tra le varietà brevettate prodotte figurano: Superior Seedless (Sugraone), Midnight Beauty, Scarlotta Seedless, AutumnCrisp ma anche Arra 30 e Crimson, per citarne alcune. "Ogni cultivar ha un suo specifico areale, cui si adatta e nel quale si sviluppa al meglio. La scorsa campagna è stata abbastanza soddisfacente; abbiamo chiuso in attivo, nonostante la minaccia dell'oidio. La nuova stagione deve ancora cominciare. Le prospettive sembrano rosee, per il momento. I primi tagli delle uve più precoci avverranno a metà agosto. Siamo attualmente in fase di acinellatura (eliminazione manuale di tutti gli acini sottodimensionati, ndr)".


Uva Arra 30 (Foto fornita da Giuseppe Trovisi)

Parlando di coltivazione, Trovisi sottolinea quanto discriminanti siano i diversi standard qualitativi richiesti, in base al Paese di provenienza del prodotto. "Vale per l'uva da tavola tanto quanto per altre colture. In Italia, in particolare, dobbiamo sottostare a rigidi disciplinari di produzione, per poi andare a scontrarci sui mercati con uve provenienti da altri Paesi del mondo, che non subiscono i nostri stessi rigidi controlli e dove i costi di coltivazione e manodopera sono inferiori. E' ovvio che alla vendita non riusciamo a essere abbastanza competitivi".

"In generale - continua l'amministratore unico - solo quest'anno, per tutti gli imprenditori agricoli c'è stato un rincaro dei costi di produzione del 25-30%, ma purtroppo tale aggravio non viene neanche preso in considerazione all'atto di vendita. Anzi, è possibile che il produttore guadagni meno delle annate precedenti, non rientrando neppure delle spese. Per poi vedere offerte le proprie produzioni a prezzi esorbitanti, al consumatore finale".

E' questo uno dei motivi per cui la società agricola MIIM ha scelto di entrare nella compagine della Op APOC. "La Op ci offre una garanzia in più, accedendo ai mercati come 'forza unica' e supportando la nostra qualità".


Uva AutumnCrisp in campo (Foto fornita da Giuseppe Trovisi) 

Siccità: manca l'acqua, ma la situazione è ancora sotto controllo
"La scarsità di risorse idriche non è un problema nuovo, nei nostri areali, tanto che guardiamo alla disponibilità di pozzi, nella scelta dei terreni su cui piantare i nostri vigneti. Usufruiamo, inoltre, delle risorse dei Consorzi di bonifica. C'è da chiedersi però: fino a quando i pozzi reggeranno? Negli ultimi due-tre anni, a causa della siccità, le falde acquifere sono scese parecchio e il potenziale d'uso è diminuito del 50%".

Manodopera: burocrazia e decisioni politiche "ci tengono in ostaggio"
Secondo Trovisi, è la forza lavoro il problema più serio da affrontare al momento. "In qualunque settore manca personale, ma in agricoltura lo si avverte forse di più. Il reddito di cittadinanza non ha fatto altro che educare le nuove generazioni a stare a casa. Paradossalmente,  familiari di oltre 65 anni contribuiscono a dare una mano nei campi, ma non riusciamo a trovare giovani che abbiano voglia e passione di 'sporcarsi le mani nella terra'. E' assurdo!".

Domenico e Giuseppe Trovisi (Foto fornita da Giuseppe Trovisi)  

L'amministratore unico di MIIM e suo padre Domenico sottolineano poi come, una volta trovato il prezioso personale da formare, sono gli aspetti burocratici che gravano sull'imprenditoria a mettere in discussione i potenziali futuri profitti dell'azienda. "Comprendiamo che i costi della vita siano aumentati per tutti. Per noi viticoltori, la manodopera rappresenta un 70% delle spese, e nel clima di rincari che stiamo subendo si tratta di una voce predominante nel bilancio societario. Pur adempiendo a tutti i doveri di contribuenti, ci chiediamo: senza avere un'adeguata liquidazione per le nostre uve e quindi la possibilità di reinvestire nelle nostre attività, come il governo crede che possiamo sopravvivere?".

Premio Industria Felix
Papà Domenico è orgoglioso del cammino fin qui svolto dal figlio Giuseppe: lo scorso 17 giugno, la sua azienda è stata insignita del premio "Industria Felix" in occasione del 43° evento riservato a "L’industria turistica pugliese che compete 2022". La società è, infatti, risultata tra le migliori imprese dell'industria turistica pugliese che compete nel settore vitivinicoltura per performance gestionale e affidabilità finanziaria.


Domenico e Giuseppe Trovisi (Foto fornita da Giuseppe Trovisi)  

"Pur avendo solo 38 anni è già vecchio. E per "vecchio" intendo ricco di esperienze vissute - commenta Domenico Trovisi, parlando del figlio - Era solo un bimbo quando ha messo piede per la prima volta in un vigneto, e poco più che diciottenne quando ha cominciato seriamente a lavorare nel settore. L'ho cresciuto con lo stesso principio con il quale mi ha cresciuto mio padre: renderlo responsabile a parole e nei fatti. In più, gli ho trasmesso la capacità di vagliare cosa richiede il mercato, perché solo così si porta avanti un'azienda di successo".


Uva AutumnCrisp in campo (Foto fornita da Giuseppe Trovisi) 

Nuova esperienza con il kiwi
E la famiglia Trovisi non si ferma: la voglia di innovare è sempre dietro l'angolo. Domenico e Giuseppe stanno sperimentando la coltivazione di kiwi giallo in 6 ettari su territorio pugliese, sfruttando gli impianti di vigneti già presenti. "Con qualche piccolo accorgimento e una copertura ad hoc, vogliamo constatare se è davvero necessario investire in impianti ex novo o se possiamo sfruttare quelli dei vigneti, già in essere. Se i riscontri saranno buoni, come auspichiamo, sperimenteremo anche la coltivazione del kiwi rosso", concludono i due imprenditori.

Per maggiori informazioni:
MIIM Soc. Agricola Srl
Via Roma, 95
74011 Castellaneta (TA) - Italy
gruppotrovisi@gmail.com
aziendatrovisigiuseppe.it 

Op APOC
Via R. Wagner K1 (P.co Arbostella)
84131 Salerno
+39 089 331758
www.apocsalerno.it