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Campagna difficile e tortuosa per l'aglio

"Siamo all'inizio di una campagna difficile e tortuosa per l'aglio. I mercati stanno cambiando, la globalizzazione sembra, alla luce degli ultimi avvenimenti, un errore grossolano che ha prodotto solo insicurezze. Inoltre, oggi sembra più prevalere l’egoismo patriottico piuttosto che il sereno e forse aggressivo commercio di tutto per tutti". Esordisce così Antonio Tuccillo, amministratore della Agrimpex Farming. 

"La situazione geopolitica, in movimento e trasformazione, si riflette anche sul commercio e sulla produzione dell'aglio, che da questa stagione ha bisogno di trovare la giusta collocazione in ogni Paese produttore".


(Foto fornita da Antonio Tuccillo)

Secondo Tuccillo, in Italia le produzioni precoci locali già inondano i mercati. In generale, le vendite sono stagnanti e subiscono l'influenza delle merci provenienti dalle scorte in frigoconservazione dello scorso anno, vendute sottocosto e tuttora ovunque in Unione europea e in Italia, in particolare. "Sono presenti diverse varietà e origini. Dalla Spagna si annovera aglio precoce e Morado; c'è aglio cinese della scorsa campagna; dall'Egitto è presente il prodotto della nuova stagione a prezzi ridottissimi; la Turchia fa capolino con timide quantità di accesso".

"In una situazione già così caotica - aggiunge Tuccillo - si nota anche la confusione creata nell'etichettare impropriamente l’origine del prodotto".


(Foto fornita da Antonio Tuccillo)

"La Spagna, il maggior produttore dell'Ue, mostra gravi problemi di raccolta e lavorazione del prodotto, a causa della scarsità di manodopera. Possono, inoltre, insorgere ulteriori problematiche per il caldo eccessivo, che potrebbe definitivamente deteriorare la qualità e la compattezza dei bulbi. Non ultimo, la scarsità di clientela che quest’anno dovrà essere rivista, a causa della sporadicità dei quantitativi finora esportati o venduti".

Tuccillo spiega inoltre che l'Egitto, dal canto suo, sperava in un boom di vendite, ma si è dovuto ricredere nello scoprire lo scarso interesse per il prodotto. "La Cina è penalizzata dalla speculazione attualmente in atto nelle aree di produzione dello Shandong, a causa dei bassi prezzi all'origine. Inoltre sono soprattutto gli alti costi del trasporto in container, che negli ultimi 2-3 anni ha visto i noli quasi quadruplicarsi, a rendere difficile il concretizzarsi di operazioni di export".

Sui prezzi, l'amministratore della Agrimpex Farming parla di baraonda. "Le quotazioni sono ridicole e la domanda è scarsa. Forse il solo comparto della Grande distribuzione si salva, riuscendo a offrire prezzi più alti e decenti per i produttori. Il mercato libero è, al contrario, pericolosamente instabile".