In estate, la Regione spagnola di Murcia avvierà la campagna di un frutto esclusivo prodotto nel Mediterraneo: il fico d'India. "Abbiamo tra 70 e 80 ettari coltivati a fichi d'India. Effettuiamo prove di coltivazione dal 2010, quando avevamo già 20 ettari e, grazie alle tecniche che abbiamo messo a punto, siamo riusciti a scaglionare la produzione e ad avere una campagna di 9 mesi", afferma Pedro Pérez, della Monterico.
"Coltiviamo principalmente fichi d'India a polpa arancione, che è la varietà con il grado Brix più alto e il calibro più grande, e anche quella che si adatta meglio alle nostre tecniche di coltivazione. In questo momento, siamo alla seconda raccolta di fichi d'India", afferma Pedro. "Quando sbocciano i fiori che daranno origine al primo raccolto, li rimuoviamo dalla pianta e aspettiamo che si sviluppi una seconda fioritura. In questo modo ritardiamo la produzione del frutto, che arriva nel periodo in cui il clima è più favorevole. È così che otteniamo fichi d'India con calibri e gradi Brix maggiori, con meno semi e una buccia più morbida"."Siamo sempre alla ricerca del sapore e della qualità. Nonostante sia una coltura con un basso fabbisogno idrico, le nostre piantagioni dispongono di sistemi che irrigano le piante al momento giusto, quando ne hanno bisogno. Inoltre, raccogliamo i nostri fichi d'India di notte, tra le 2 e le 8 del mattino. Tagliare un frutto con una temperatura interna di 35 °C non è la stessa cosa che farlo a una temperatura del frutto di soli 18 °C. In questo modo ha bisogno solo di leggero preraffreddamento e, nel giro di poche ore, arriva ai clienti, a differenza della frutta importata che impiega giorni per raggiungere i mercati, dopo essere stata raccolta".
"È per questo che il nostro marchio Don Chumbito non è solo il marchio leader di fichi d'India sul mercato, ma anche quello preferito. Infatti, abbiamo ricevuto molte chiamate dai nostri clienti che si congratulavano con noi per il lavoro e la qualità dei frutti che produciamo a Monterico", racconta Pedro Pérez (nella foto a destra), che insieme al suo partner ha portato avanti il progetto avviato dai nonni negli anni '70 del secolo scorso.
"Vendiamo i nostri fichi d'India principalmente sul mercato domestico, ma li esportiamo anche nei Paesi Bassi, in Francia o in Belgio. Quest'anno ritarderemo l'inizio della raccolta al 15 agosto, per poter continuare a fornire il prodotto fino a Natale".
Frutto esotico e, allo stesso tempo, specie invasiva
I fichi d'India sono arrivati in Europa quasi cinque secoli fa, insieme a molte altre specie vegetali, e hanno trovato subito le condizioni di coltivazione ottimali nel bacino del Mediterraneo. Oggi fanno parte della gastronomia e, come tali, della cultura spagnola. Lo stesso è accaduto con pomodori, peperoni, patate o fagioli, ingredienti base di innumerevoli ricette e piatti tipici di regioni e comuni di tutta la Spagna.
Il fico d'India, che come altri frutti e ortaggi (all’epoca tutti esotici) veniva portato in Europa dall'America, sin dalla sua introduzione ha svolto un ruolo importante nell'alimentazione umana e animale nella Penisola iberica e nella definizione dei paesaggi. Ma il fico d'India è anche incluso nel Catalogo spagnolo delle specie esotiche invasive.
"Anche se solo in Spagna, e dal 2013. In Portogallo o in Italia, i fichi d'India possono essere coltivati e commercializzati, e possono essere importati anche da Marocco, Algeria o Tunisia. L'Italia, in particolare la regione Sicilia, è infatti il più importante produttore e commerciante di fichi d'India del continente", dice Pedro.
Il fatto che sia considerata dalla legislazione del Paese una specie invasiva, porta anche il fico d'India selvatico sull'orlo dell'estinzione, poiché non è possibile agire contro la cocciniglia che devasta le piante in tutta la Spagna.
"Paradossalmente, questa specie, che si potrebbe pensare si sarebbe naturalizzata nel nostro ecosistema dopo mezzo millennio è stata designata come invasiva, sebbene sia gravemente minacciata".
"Abbiamo smesso di coltivare nuovi appezzamenti e, se il governo continuerà a considerarla una pianta esotica invasiva, per poter continuare a coltivarla, dovremo considerare di trasferirci in Portogallo", conclude Pedro.
Per maggiori informazioni:
Monterico – Don Chumbito
Paraje Cabecico del Rey, Km. 1
30154 Valladolises, Murcia - Spagna
+34 616 238 204
central@monterico.es
donchumbito.com