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A colloquio con Luciano Simonetti

Pomodoro da industria al sud Italia: la parte agricola chiede che si tenga conto dell'aumento dei costi di produzione

Per il pomodoro da industria nel bacino del centro sud Italia non è ancora stato raggiunto un accordo. Nel frattempo, sono state già messe a dimora le piante di pomodoro, sono stati eseguiti gli investimenti da parte dei produttori, i quali subiscono l'aumento dei costi e si affacciano a questa nuova campagna con grosse incognite, ma con l'intento di raggiungere un accordo con la compagine industriale.

"Quest'anno la parte agricola ha chiesto agli industriali che le venissero riconosciuti l'aumento dei costi di produzione sostenuti - a dichiararlo è Luciano Simonetti, direttore di Apopa -. Si stima infatti un incremento dei costi per ettaro che ammonta a circa 3000 euro. Considerando una resa media per ettaro di circa 80/90 tonnellate, i produttori spendono almeno 3,5 centesimi in più per produrre. Quindi la richiesta da noi avanzata è stata proprio di 3,5 centesimi di più per chilogrammo. Ma la parte industriale ha proposto prezzi di 120 euro/tonnellata per il tondo e 130 euro/tonnellata per il lungo, per cui non si è raggiunto un accordo, per ora".

"La nostra richiesta - continua Simonetti - vuole garantire una certa sostenibilità economica ai produttori: in primis coprire quantomeno i costi e poi riuscire a avere un minimo di marginalità. Non vogliamo recuperare le perdite dello scorso anno, ma semplicemente metterci in pari con le spese vive che stiamo affrontando. Allo stesso tempo, comprendiamo che, come noi o forse più di noi, anche la parte industriale sta sostenendo costi inauditi".

"Dal canto suo, la parte agricola è disponibile a sacrificarsi ancora una volta, ma solo se il sacrificio è condiviso e se il consumatore comprende gli aumenti fisiologici che ne scaturiranno. Questi ultimi dovrebbero comprendere che i prodotti alimentari hanno un proprio valore e uno specifico costo di produzione. Non bisogna svilire i prezzi dei prodotti alimentari".

In definitiva, Luciano Simonetti dice: "Siamo propensi a trovare e a raggiungere un accordo, ma chiediamo agli industriali di rivedere la loro posizione. Purtroppo ci troviamo in condizioni non ordinarie, e noi rappresentati della compagine agricola che sediamo al tavolo della trattativa abbiamo un responsabilità di sistema e di rappresentanza: dobbiamo garantire reddito ai produttori e mantenere in piedi questa filiera".

Nel frattempo, rammarico è stato espresso da Cia-Agricoltori Italiani per il mancato accordo sul prezzo per il pomodoro da industria del Centro-Sud. Cia confida che le parti tornino presto al confronto e raggiungano un’intesa soddisfacente in tempi congrui, tenendo conto che i trapianti sono già in corso e che gli agricoltori sono costretti a operare in un contesto di incertezza, oltre che di minore competitività per l’aumento straordinario dei costi di produzione.

Cia chiede un dialogo responsabile affinché sia la parte agricola sia quella industriale possano operare con la necessaria serenità, considerata la complessa congiuntura attuale e la prospettiva di contrazione degli investimenti colturali di pomodoro destinato alla trasformazione, sia su scala nazionale che mondiale. La filiera del pomodoro da industria nazionale ha bisogno ora più che mai di programmazione, di un dibattito costruttivo, oltre che del rispetto delle regole e di un approccio coordinato al mercato.