All'indomani delle violente precipitazioni grandinigene verificatesi in alcune zone del Metapontino, in particolare nel territorio di Montalbano Jonico (leggi precedente articolo), i tecnici e produttori si sono diretti nei campi per calcolare l'entità dei danni.
Secondo una prima stima, a essere colpiti sono stati centinaia di ettari, oltre 200 dei quali riguardanti le drupacee, con perdite in termini di rese di circa 2mila tonnellate di prodotto non più commercializzabile. Abbiamo parlato con Filippo Corvaglia, imprenditore agricolo di Scanzano Jonico il quale, proprio negli areali interessati dal fenomeno meteorologico, conta 8 ettari coltivati a pesche, albicocche e nettarine, oltre ad altri localizzati lungo tutta la fascia Jonica.
"Mai vista così tanta grandine. Grandi quantità di chicchi sono caduti invadendo strade e campi. In un'ora si sono registrati tre episodi di precipitazioni, per una durata totale di circa 40 minuti. Il disastro per il settore agricolo era pertanto inevitabile. Le mie coltivazioni sono state colpite, con percentuali di danno variabili dal 60% al 95%. In quella zona, ho diversi lotti con 10 varietà di drupacee messe a dimora, come Early Bomba, Flopria, Orange Rubis, Pricia e Big Bang".
"I frutti erano in fase di ingrossamento e inizio invaiatura, ora la maggior parte di questi si presentano severamente danneggiati mentre altri sono irrecuperabili e quindi non più vendibili nel mercato del fresco. Avrei dovuto iniziare a raccogliere tra circa 15 giorni. Stavo per ultimare il diradamento, nonostante le serie difficoltà nel reperire manodopera. In Basilicata, pensavamo di essere sfuggiti alle gelate tardive e di poter disporre di buone quantità di drupacee, ma anche quest'anno gli eventi climatici hanno compromesso parte del raccolto, proprio in prossimità dell'avvio della stagione. Fortunatamente, i chicchi di grandine non hanno scheggiato i rami delle mie piante".