Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Pericoltura nel sud Italia: si diffonde il super intensivo a parete

Nelle regioni dell'Italia meridionale, per quanto riguarda la pericoltura si sta diffondendo una moderna tecnica agronomica capace di abbattere i costi e garantire al contempo elevati standard qualitativi. Trattasi dell'allevamento super intensivo a parete verticale, che consiste nel far crescere le piante su un asse principale, posizionandole a una distanza di 0,60/0,80 m sulla fila, e di 3,5/4,0 m tra le file, con un investimento di circa 4000/4500 piante per ettaro.

Impianto di pero della varietà Coscia al terzo ciclo vegetativo (30 mesi).

Ne abbiamo parlato con l'agronomo Vito Vitelli, uno dei promotori di questo nuovo modello di gestione per il Sud Italia.

(Nella foto a lato, pere varietà Coscia, di ottima pezzatura e con una colorazione sovrapposta tendente al rosso, perché ben esposte al sole).

"Seppur con superfici limitate, in Sicilia e Campania abbiamo dei brillanti esempi imprenditoriali, con risultati eccezionali in soli pochi mesi. Lavorando sulla parete verticale, abbiamo la possibilità di ottimizzare l'intercettazione della luce, il che va a vantaggio dell'attività fotosintetica e quindi della colorazione dei frutti". 

Pereto varietà Coscia a parete verticale a Teano (Caserta).

"Una volta messo a dimora l'astone di pero, rigorosamente certificato e proveniente da vivai accreditati, viene reciso all'altezza di 40-45 cm per stimolare una ripartenza vigorosa, se il materiale vivaistico è sottile, mentre viene lasciato intero se ha una sezione di 12-15 mm. Sia nel primo sia nel secondo caso viene fatto sviluppare un solo leader (monoasse) lungo una canna tutore, che risalirà la parete perfettamente in verticale per almeno 2,5 m, fino a superare i 3,5 metri nel giro di 15-24 mesi. Tale sviluppo sarà naturalmente supportato da un equilibrato apporto di acqua ed elementi nutritivi e da una serie di interventi di buona pratica agronomica".

La struttura di un impianto innovativo di pero ad alta densità è costituita da 3-4 fili di ferro paralleli, sovrapposti a circa 0,80 m l'uno dall'altro, sorretti da pali di cemento, sporgenti fino a 4 metri e distanziati lungo il filare a 10-12 m. Nell'istallazione è previsto anche un impianto di irrigazione localizzata a goccia distante 30-40 cm dal tronco della pianta.

"Durante l'accrescimento - continua Vitelli - lungo l'asse spunteranno sia rami deboli, predisposti alla fruttificazione dopo aver raggiunto la maturità delle gemme in 2-3 anni, sia rami vigorosi (rami misti) grossi e molto lunghi. La potatura di produzione consisterà nel selezionare le formazioni fruttifere (rami deboli) e speronare a qualche centimetro, con tagli di ritorno alla base i rami vigorosi. Questa operazione, da eseguire all'inizio autunno o fine inverno, consentirà di mantenere, lungo il monoasse, un perfetto equilibrio tra l'attività vegetativa di rinnovo, derivante dalle speronature, e l'attività produttiva ottenuta grazie alla selezione delle formazioni fruttifere. Durante i primi anni, per meglio gestire la potenza vegetativa della fase giovanile sarà necessario anche un intervento di potatura verde nel periodo estivo".

Stato della coltivazione al primo ciclo vegetativo (meno di 12 mesi). Impianto situato a Castronuovo di Sicilia (Palermo).

La tecnica del super intensivo si presta particolarmente per la varietà "Coscia", una pera estiva tipicamente meridionale. "I frutti prodotti dalle formazioni fruttifere, selezionate dalla potatura e disposte direttamente sull'asse verticale, presentano pezzatura notevole, ottimo sovraccolore della buccia esposta al sole ed eccezionali qualità organolettiche. Ogni pianta di pero coscia produce mediamente, a partire dal quarto anno 60-70 frutti con un peso medio di circa 120 g: questo significa 8-10 kg di pere a pianta che, con un investimento di 4000-4500 piante a ettaro, consentirà rese unitarie di oltre 30-35 ton/ha. Nelle zone altamente vocate della Sicilia e Campania, il prezzo di vendita al produttore della pera coscia si aggira intorno a 0,80-1,00 euro al kg, che sviluppano 30-35 mila euro di PLV a ettaro".

Pereto tradizionale

"Bisogna abbandonare il modello dell'impianto di pero tradizionale, anche detto a volume o vasetto, noto per avere una pianta formata dalle classiche 4-5 branche principali e quindi con un eccesso di strutture a legno portanti, soprattutto alla base, con pochi rami a frutto. Un sistema che, nonostante gli spaziosi sesti di impianto, non favorisce l'arieggiamento, e una migliore distribuzione degli agrofarmaci, determinando così la diffusione degli organismi nocivi. Un modo di produrre pere ormai obsoleto, che non ha fatto altro che scoraggiare gli imprenditori agricoli, poiché caratterizzato da costi elevati, rese basse, gestione della chioma complicata, tanti trattamenti, molti residui, un sistema che non ottimizza il terreno considerato il sesto d'impianto di 4mx4m (600-700 piante/ettaro)".

Per maggiori informazioni:
Agronomo Vito Vitelli
+39 3392511629
vitovitelli@tiscali.it
vitovitelli.blogspot.com