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L'OI pomodoro da industria contesta alcuni punti della PAC 2023-2027

L'OI, Organizzazione interprofessionale pomodoro da industria presieduta da Tiberio Rabboni, contesta alla Commissione europea alcuni punti della PAC. E lo scrive senza mezzi termini al ministro Patuanelli.

"La commissione Agricoltura dell'UE  - si legge nella nota a firma Rabboni - nel documento contenente le osservazioni alla proposta italiana di Piano Strategico Nazionale PAC 2023-27 afferma (osservazione n. 149, sostegni accoppiati) "L'Italia dovrebbe corroborare con prove statistiche la giustificazione della difficoltà economica dei settori interessati e fornire informazioni su come gli interventi potranno contribuire a migliorare la situazione del settore al fine di superare tali difficoltà. In linea con l'articolo 32, paragrafo 2, RPS, gli interventi del sostegno accoppiato al reddito dovrebbero aiutare il settore ad affrontare le difficoltà incontrate migliorandone la competitività, la sostenibilità o la qualità, e il loro collegamento con l'obiettivo specifico 1 e l'obiettivo specifico 2 dovrebbe essere stabilito di conseguenza. Inoltre l'accento posto sulla diminuzione del margine operativo dovrebbe essere attenuato, in particolare per i settori con margini relativamente elevati (ad esempio, la trasformazione dei pomodori)".

Tiberio Rabboni

A tale proposito ci preme sottolineare che per quanto riguarda il pomodoro da industria il rilievo contenuto nell'osservazione 149 non risulta fondato per i motivi che seguono, tutti suffragati da dati ufficiali e statistiche: 

-I margini degli imprenditori agricoli produttori di pomodoro risultano tra i più bassi e incerti del settore agricolo italiano. La conferma è nell'analisi di medio periodo dei costi medi di produzione agricola acquisiti ed elaborati da ISMEA nel corso dell'anno 2021. Da tale analisi risulta chiaramente che i costi totali medi per ettaro, pur nelle differenziazioni territoriali e dimensionali, sono sovente superiori ai ricavi medi per ettaro degli ultimi anni (aiuti PAC esclusi). Ne consegue che senza la contribuzione UE, la redditività tende ad azzerarsi 

-Per gli agricoltori produttori di pomodoro i pagamenti PAC a superficie hanno sempre rappresentato la fonte, di fatto, effettiva per raggiungere il cosiddetto margine reddituale. La convergenza nazionale dei titoli PAC e l'abolizione del greening post 2023 comporteranno una perdita di oltre il 60% di tale entrata 

-I presunti margini elevati, citati dall'osservazione, riguardano le imprese di trasformazione del pomodoro e non gli imprenditori agricoli produttori di pomodoro, unici possibili beneficiari del sostegno accoppiato; peraltro anche tale marginalità in capo alla trasformazione risulta infondata 

-La produzione italiana di pomodoro da industria si confronta sui mercati internazionali con l'analoga produzione di paesi comunitari, come Spagna, Portogallo, Grecia, Francia. In tutti questi paesi viene assicurato ai produttori di pomodoro un sostegno accoppiato ettaro di importo superiore a quello attualmente riconosciuto e riproposto per il 2023-27 ai produttori italiani

-Infine, si precisa che nel Nord Italia non esistono margini di miglioramento sul grado di organizzazione della fase agricola, in quanto il 98% dei produttori agricoli di pomodoro da industria è già associato in Organizzazioni di Produttori (OP) e le OP sono associate alla Organizzazione Interprofessionale OI Pomodoro da Industria Nord Italia Siamo quindi ad invitare il Ministero delle Politiche Agricole alimentari e Forestali e la Conferenza Stato-Regioni a controdedurre con dati e statistiche, come richiesto, l'osservazione 149 della Commissione Europea e confermare il sostegno accoppiato al pomodoro da industria italiano.

"Nell'occasione - conclude Rabboni - ci preme anche reiterare la richiesta di un nuovo Eco-Schema, o della revisione di uno di quelli previsti e proposti, per dare modo ai produttori di pomodoro e ad altre eventuali produzioni escluse (cereali) di accedere alla misura in questione e migliorare la sostenibilità ambientale della coltivazione e dei terreni utilizzati, attraverso, ad esempio, l'incentivo alle "Cover crops" post raccolta".