Pesche e nettarine in netta ripresa sui mercati esteri nel 2021. Dal consuntivo sull'export di ortofrutta fresca elaborati da Fruitimprese su dati Istat, pesche e nettarine sono il quarto prodotto più esportato dall'Italia dopo le mele, l'uva da tavola e il kiwi.
Nella foto a destra: Giancarlo Minguzzi, presidente Fruitimprese Emilia Romagna
Il 2021 ha visto una forte ripresa sui mercati esteri sia in quantità (oltre 97.0000 tonnellate, +25,8%) che in valore (137,4 milioni di euro, +26,5%). Il buon andamento di pesche e nettarine, confortato anche da prezzi soddisfacenti, suggella un anno record per l'export della nostra ortofrutta, che ha migliorato il trend già positivo del 2020: più valore (5,2 miliardi di euro, +8,3%), più quantità (+1,8% pari a 3,6 milioni di tonnellate). Il valore dell'export complessivo supera i 5,2 miliardi di euro, il valore dell'import si ferma a poco meno di 4,18 miliardi di euro.
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Il saldo commerciale positivo anno su anno balza a oltre un miliardo di euro, con uno scatto del 62,1%. "Risultati davvero di grande rilievo - commenta Giancarlo Minguzzi, presidente Fruitimprese Emilia Romagna – che conferma il dinamismo delle nostre imprese che non si sono scoraggiate davanti alle tante difficoltà. Il buon andamento del 2021 può essere di auspicio per una buona campagna estiva 2022 grazie anche al fatto che i tanti abbattimenti di frutteti alzeranno certamente il livello qualitativo del prodotto, assecondando le richieste del mercato e dei consumatori".
Intanto si sta concludendo la campagna delle produzioni invernali, con le pere che hanno già esaurito le scorte al termine di una stagione terribile per mancanza di prodotto (-70/80%). "Restano un po' di mele Fuji e Pink Lady e un po' di kiwi, al massimo un altro mese di commercializzazione" aggiunge Minguzzi.
"La competitività delle imprese dell'ortofrutta – continua Minguzzi – è messa a dura prova in questi primi mesi del 2022 dagli aumenti dei costi fuori controllo dell'energia, trasporti, imballaggi, concimi, fertilizzanti, e non ci stanchiamo di chiedere una corretta redistribuzione di costi e responsabilità lungo l'intera filiera produttiva e distributiva. Chiediamo il taglio delle accise sui carburanti per le attività di trasporto e logistica, strategiche per il nostro settore, e agevolazioni sui costi dell'energia per le nostre imprese che nei magazzini e nelle celle frigorifere registrano alti consumi per la lavorazione e la conservazione dei prodotti".
In vista della prossima stagione estiva "le produzioni di pesche/nettarine non dovrebbero mancare, in quantità e qualità, però le tensioni internazionali e la guerra tra Russia e Ucraina stanno spaventando i mercati esteri che forse non risponderanno come nel 2021, per cui grazie anche alla qualità delle produzioni confidiamo molto sui consumi nazionali".
Infine il dramma dei profughi ucraini. "Molte nostre imprese si stanno preparando per offrire ospitalità e lavoro alle migliaia di uomini e donne in fuga dagli orrori della guerra in Ucraina. La loro presenza in Italia trasforma una emergenza in una opportunità per il nostro settore che soffre di carenza di manodopera e che ha grande necessità di forze nuove alla vigilia delle grandi campagne di raccolta primaverili-estive" conclude Minguzzi.