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Unatras: il 19 marzo sono in programma manifestazioni di Tir in tutta Italia

Autotrasportatori e associazioni di categoria minacciano un nuovo blocco

La guerra in Ucraina sta avendo un notevole impatto economico anche in Italia. I carburanti aumentano in modo insostenibile da giorni, con il gasolio che ormai tocca 2 euro al litro.

A tale riguardo, abbiamo raccolto la testimonianza di un imprenditore pugliese, alla guida di una ditta di autotrasporto: "Gli 80 milioni di euro stanziati dal Governo in seguito alle proteste in alcune regioni sono risultati fin da subito insufficienti a coprire i rincari, ma si è deciso comunque di riprendere l'attività lavorativa, perché abbiamo apprezzato lo sforzo delle istituzioni. Da allora, però, con il peggioramento del conflitto tra Russia e Ucraina, il prezzo del carburante è cresciuto di oltre 0,12 €/l, riducendo così ulteriormente i profitti".

"Il fermo dei nostri mezzi è un'ipotesi che diventa sempre più certa. Riteniamo economicamente più conveniente non far partire i tir dai piazzali. Sappiamo bene come funziona l'indotto e quali conseguenze potrebbero generare le eventuali proteste sulle forniture alimentari, industriali e sul comparto agricolo. Ma con queste tariffe non possiamo continuare a lavorare, anche perché spesso i clienti non ci riconoscono l'aumento per le tratte".

Unatras, l'unione dell'autotrasporto che rappresenta sei sigle datoriali, fa sapere che per il 19 marzo sono in programma manifestazioni di Tir in tutta Italia, in assenza di soluzioni concrete da parte del Governo. "Qualcuno potrebbe non arrivare a questa data e fermarsi anche prima - continua l'imprenditore - Sono necessarie misure di sostegno efficaci. La crisi russo-ucraina potrebbe durare per settimane o addirittura mesi. Nel frattempo, non possiamo morire di fame e fermare un mondo intero, tra l'altro, dopo due anni di pandemia".

Dalla Sicilia
Dopo i giorni di autentica passione per i trasporti di ortofrutta di fine febbraio scorso, quando uno sciopero degli autotrasportatori era riuscito a bloccare le partenze dalla Sicilia e da buona parte del Meridione d'Italia, adesso siamo di fronte a nuove forme di protesta, come quella prevista per il 19 marzo. 

La forma della manifestazione sarà più morbida, almeno sulla base di quanto preannunciato, e si dovrebbe limitare, come dichiarato da Unatras, a lasciare "i motori spenti in garage", ma nessuno può garantire che, contestualmente, non nascano iniziative spontanee di protesta. 

"Qualora lo sciopero dovesse assumere le connotazioni che ha avuto lo scorso mese di febbraio - ha dichiarato Vittorio Gona, noto produttore siciliano – sarebbe l'ennesimo danno alla nostra categoria. Si arrecherebbe un ulteriore aggravio all'economia italiana, e siciliana in particolar modo. Non è possibile continuare a subire scioperi del genere".

"Anche noi produttori siamo danneggiati dai rincari e non possiamo che essere solidali con la categoria degli autotrasportatori, ma non può gravare tutto sulle nostre spalle – ha proseguito Gona – Le piante non smettono di crescere e ai frutti non possiamo chiedere di aspettare per maturare. Non produciamo bulloni, ma cibo; quello stesso cibo che deve essere sempre buono e fresco, e di cui si nutrono anche le famiglie dei trasportatori. Dobbiamo sforzarci di trovare una forma di protesta che non leda l'economia delle nostre aziende, perché siamo noi i principali committenti dell'autotrasporto dalla Sicilia verso tutta l'Europa. Danneggiare noi, significa per gli autotrasportatori danneggiare anche loro stessi".

"Chiediamo alla categoria di trovare forme meno invasive per l'agricoltura - spiega ancora l'imprenditore - Anche noi siamo in ginocchio, ma dobbiamo continuare a lavorare, anche nei momenti di confronto con le Istituzioni. A tal proposito, inviterei il governo della Regione Siciliana a mettersi immediatamente al lavoro, nelle sedi opportune, nazionali ed europee".

Autori: Gaetano Piccione e Vincenzo Iannuziello