La Anevo Trading, azienda con sede a Erlangen (Germania), collabora da decenni con i Paesi dell'Europa orientale come Polonia, Serbia e, dallo scorso anno, anche con l’Ucraina, nel commercio di diversi piccoli frutti. Alla luce dei recenti eventi in Ucraina, l'amministratore delegato Anneliese Vollweiler (a destra) si prepara ai cambiamenti in corso negli scambi commerciali con Ucraina e Russia.
L’amministratore delegato pensa che il suo principale partner contrattuale, la Serbia, per il momento non sceglierà da che parte stare, dal momento che è un Paese candidato all'adesione all'Ue, ma coopera anche con la Russia. "La Serbia gioisce ancora per essersi messa alle spalle la sua guerra civile", ha affermato Vollweiler.
Merci dall'Ucraina
"Abbiamo iniziato ad acquistare merci dall'Ucraina l'anno scorso. Ma il problema è che i prodotti sono spesso trattati con agrofarmaci, motivo per cui siamo molto riluttanti ad acquistare grandi quantità, soprattutto perché il controllo delle merci è minimo, a causa della mancanza di laboratori d’analisi", ha detto Vollweiler.
L’amministratore delegato ha anche criticato il fatto che molti produttori di fertilizzanti e agrofarmaci dalla Germania e da altri Paesi dell'Ue avrebbero venduto queste sostanze all'Europa orientale e ai Paesi terzi, seppur vietati in Ue. "Questo porta a una sorta di effetto boomerang, nel senso che il prodotto irrorato finisce di nuovo in vendita qui nell'Ue. A questo proposito - ha affermato Vollweiler - i prodotti della Serbia tendono a essere migliori, poiché c’è un numero sufficiente di laboratori e i produttori inviano campioni di frutta anche ai laboratori dell’Ue. Tuttavia, anche la frutta serba viene trattata con prodotti chimici per l'agricoltura".
È ancora difficile valutare come si svilupperà in futuro la cooperazione con la Russia. "Oltre alla frutta, acquistiamo anche gli oli dalla Russia. Sfortunatamente, lunedì non abbiamo ricevuto l'ultima spedizione di olio di girasole, poiché sono entrate in vigore le sanzioni", ha riferito Vollweiler martedì mattina (1° marzo 2022). "Un grande produttore di confetture dell'Ue, che consegna i suoi prodotti in Russia, anche prima delle sanzioni ha dovuto accettare che il suo ultimo carico fosse bloccato alla dogana, sul confine con la Russia, per 10 giorni prima che il camion potesse proseguire il suo viaggio verso Mosca, grazie a cospicui ‘incentivi’. Vendiamo circa 3.000 tonnellate di frutta surgelata e circa 800-1.000 tonnellate di frutta fresca all’anno, principalmente drupacee, che è una buona base per noi come broker certificato IFS, e tutta la nostra squadra".
Il livello dei prezzi dei lamponi surgelati è raddoppiato
"Il livello dei prezzi dei lamponi surgelati è almeno il doppio rispetto allo scorso anno. Attualmente, per una consegna in Europa vengono addebitati circa 6,00 euro al chilogrammo. Oggi un camion costa circa 120mila euro, per un carico di 20 tonnellate di lamponi. In passato, il prezzo andava da 2,70 a 3,00 euro/kg", ha sottolineato Vollweiler. Per le more, l'aumento è ancora più alto: invece di 1,00 euro/kg, il prezzo va da 3,50 a 4,00 euro/kg. "L'Ucraina ha un numero insufficiente di celle refrigerate, motivo per cui le merci grezze vengono consegnate alla Polonia, dove si possono produrre buoni prodotti surgelati. L'Ucraina è, per così dire, il giardino da cui la Polonia può ottenere le sue materie prime. Inoltre, il Paese è un fornitore affidabile di materie prime".
Varietà più resistenti contro i cambiamenti climatici
Vollweiler non prevede grandi cambiamenti strutturali, anche se in futuro potrebbero essere venduti meno lamponi. "Tuttavia, in risposta ai cambiamenti climatici, ci saranno sicuramente dei cambiamenti orientati verso la produzione di nuove varietà più resistenti, in grado di sopportare temperature molto alte e consumare poca acqua", ha dichiarato Vollweiler. "Insieme a una catena alimentare dell'Ue, stiamo attualmente lavorando per testare nuove varietà di drupacee in diverse piantagioni e in alcune regioni, un progetto che stiamo pianificando dall'anno scorso".
Più produzioni in serra
Vollweiler conferma che ci saranno più colture in serra in futuro. "Sia la produzione in serra che quella con tubi in PVC, sul modello olandese, stanno diventando sempre più popolari. Tanto più che con questi metodi di produzione è possibile coltivare anche biologicamente, mentre con le colture in pieno campo si tratta ancora soprattutto di coltivazioni convenzionali. In Serbia, ora abbiamo piccoli frutti prodotti a 1.000 metri sul livello del mare. A quelle quote non ci sono quasi malattie, perché è piuttosto fresco e il vento impedisce il marciume". Vollweiler tornerà in Serbia il 20 marzo per vedere come stanno le piantagioni e per prepararsi alla stagione frutticola del 2022.
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Anneliese Vollweiler
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