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Gli effetti del conflitto: si temono rincari energetici e perdite per l'export

Sale la preoccupazione delle imprese e delle associazioni di categoria per quanto riguarda le conseguenze economiche che il conflitto tra Russia e Ucraina potrebbe generare in Italia. Prime fra tutte, gli ulteriori rincari di gas e petrolio, se consideriamo la dipendenza energetica del nostro Paese nei confronti della Russia (circa il 40% degli approvvigionamenti nazionali di gas arriva dalla Russia).

E' molto probabile, inoltre, che il conflitto porti a una crescita dell'inflazione (stimata intorno al +6, 4% rispetto al dato Istat di gennaio del 4,8% su base annua. Fonte: IlSole24Ore) e quindi a un ulteriore e duraturo incremento dei prezzi di beni e servizi per molti settori merceologici, compreso quello ortofrutticolo, tenuto conto dell'aumento, in alcuni casi anche a doppia cifra, delle ultime settimane per frutta e verdura. Le percentuali dell'inflazione potrebbero ancora salire nei prossimi mesi se le tensioni belliche non dovessero raffreddarsi. 

Forte preoccupazione anche per i rincari dei servizi di trasporto a causa dell'escalation del petrolio, comparto che nei giorni scorsi ci ha fatto comprendere quanto un suo blocco sia capace di paralizzare l'intero l'approvvigionamento della Penisola.

Le sanzioni contro Mosca, considerate necessarie per colpire l'economia russa e fermare il conflitto nell'Est Europa, rendono poi ancor più complicata la situazione, con l'esclusione della Russia dal sistema Swift, poiché trattasi di una misura di grande impatto economico-finanziario per le imprese italiane (ed europee): con tale blocco bancario, infatti, non è più possibile ricevere o effettuare pagamenti e pertanto molte aziende rischiano di non essere saldate. I danni collaterali per l'export in settori come quello agroalimentare e dei macchinari potrebbero essere davvero rilevanti. Uno scenario globale di incertezza e timore, che si somma alle perdite economiche già provocate dall'embargo russo per alcuni prodotti, tra cui anche la frutta e verdura, partito nel 2014 e tuttora in vigore.

Se fino a qualche settimana fa il tema della transizione ecologica era, nel nostro Paese, di grande discussione, ora invece pare che il conflitto russo-ucraino l'abbia già messo in secondo piano. In questi giorni, il prezzo del gas e del petrolio oscilla in modo rapido e imprevedibile, ma per il momento gasdotti e oleodotti dalla Russia all'Europa sono aperti. E' sempre più probabile che i costi di questa guerra vengano pagati dalle aziende e dai consumatori europei.