L'uva rimane un frutto popolare tra le famiglie in molti Paesi, con oltre il 62% dei nuclei familiari che la acquistano in Italia e in Australia. Nonostante la sua popolarità, tuttavia, questo mercato ha dovuto affrontare problemi di logistica, e ha subito gli effetti della pandemia. Questi problemi hanno influenzato sia i prezzi che la domanda, con quotazioni in aumento nei Paesi Bassi, in Germania e Francia, e in calo in Spagna. In Australia la pandemia ha causato un calo delle esportazioni di uva del 26% in termini di valore.
Paesi Bassi: scarsa offerta di uva, prezzi alti e molti problemi di qualità
Nelle ultime settimane, gli enormi ritardi nelle spedizioni hanno portato a forniture limitate di uva. Un importatore olandese prevede che nelle prossime settimane la disponibilità migliori, dal momento che l'offerta dal Sudafrica e dall'India aumenterà. Ci si aspetta che ciò generi anche un po' di pressione sui prezzi. Finora le quotazioni sono state molto buone. Per un cartone da 4,5 chili di uva bianca il mercato paga, al momento, tra i 13,50 e i 15 euro. Una nota a margine dell'attuale situazione di mercato è che a causa della pioggia in Sudafrica, stanno arrivando molte uve con problemi di qualità.
Germania: ancora alta la domanda di uva dal Sudafrica
I prodotti sudafricani hanno dominato il mercato tedesco, con nuove aggiunte tra cui le uve Sugraone e Black Gem. Anche le uve peruviane Crimson Seedless e Red Globe erano sul mercato, ma nel complesso hanno perso di importanza. Le importazioni dalla Namibia hanno giocato un ruolo piuttosto trascurabile. L'interesse non è stato particolarmente forte e si è riusciti a soddisfarlo senza problemi. I lotti di qualità scarsa sono stati colpiti da riduzioni di prezzo ad Amburgo. A Colonia i lotti peruviani hanno subito ribassi.
Mentre poche settimane fa c'erano strozzature nell'offerta di uva dal Sudafrica, al momento un importatore della Renania Settentrionale-Vestfalia può guardare indietro a uno sviluppo più positivo. Ora, la domanda di uva dal Sudafrica è molto alta, dato che non ci sono altre uve disponibili all'acquisto, almeno non nella sua zona. Anche le quantità sono soddisfacenti. L'importatore ha dovuto aumentare i prezzi del 7-10%.
Francia: aumento dei prezzi dell'uva fino al 30%
La stagione del Perù sta per terminare e attualmente il mercato francese si trova in piena stagione sudafricana. A causa di problemi logistici, l'uva arriva in Francia con un ritardo tra i 10 e i 18 giorni, il che potrebbe essere un problema per la qualità del prodotto. I prezzi dell'imballaggio e gli altri costi stanno causando quotazioni dell'uva fino al 30% più alte rispetto al solito. Il consumo ne risente. Tranne che per le nuove varietà, per le quali i prezzi sono molto alti e la domanda è eccellente.
Spagna: prezzi bassi per l'uva nonostante l'alta domanda
La domanda di uva da tavola rimane alta in Spagna, specialmente quella per l'uva bianca senza semi, così come in Francia e in altri Paesi mediterranei. Tuttavia, nelle ultime settimane la disponibilità di uva bianca senza semi è stata limitata a causa dei ritardi delle esportazioni sudafricane e dell'influenza delle forti piogge in due delle principali aree di coltivazione di tale Paese. L'India ha contribuito a completare l'offerta in quei mercati europei che accettano le sue uve. Nel frattempo, la stagione peruviana si sta concludendo e le uve cilene arriveranno presto, ugualmente in quantità minori, dato che il mercato statunitense le sta pagando bene.
Per quanto riguarda le varietà nere senza semi, queste stanno mostrando una qualità molto variabile all'arrivo, sia per quanto riguarda le ultime uve dal Perù che per le prime dal Sudafrica, con lotti marci e acini di piccole dimensioni. Inoltre, alla fine di dicembre e all'inizio di gennaio c'è stata una carenza di uva rossa senza semi, causata dai ritardi dal Sudafrica, che nel frattempo è stata già risolta permettendo di arrivare alla piena disponibilità attuale.
I problemi logistici globali con le compagnie di navigazione sono peggiorati nelle ultime due settimane, rendendo più complicato fornire uva a sufficienza e i volumi sono già scarsi nel caso dell'uva bianca senza semi - dice un importatore spagnolo - Nonostante l'offerta limitata, i prezzi sono bassi. I costi di produzione e di imballaggio sono più alti e i prezzi all'origine rimangono elevati, ma i supermercati non sono disposti a pagare molto di più al momento".
Italia: primi segnali di normalizzazione per la categoria
Secondo l'osservatorio continuativo GfK Consumer Panel, l'uva da tavola è stata acquistata nell'ultimo anno terminante a dicembre 2021 da circa 16,5 milioni di famiglie Italiane, corrispondenti al 63,2% delle famiglie totali. Come per altre tipologie di ortofrutta, negli ultimi due anni si è verificata un'amplificazione dei livelli di penetrazione, legata alla maggiore permanenza in casa delle famiglie e all'incremento generale degli acquisti per consumo domestico. Due anni fa (pre-Covid) i livelli di penetrazione dell'uva erano pari al 60,1%
Si assiste comunque ai primi segnali di normalizzazione della categoria, con una frequenza di acquisto (elevata in assoluto per l'uva) pari a 6,7 atti medi per famiglie nell'arco dell'anno, in calo del 4,6% rispetto al 2020 ma con un livello che resta comunque leggermente superiore al 2019 (+3,4%), ultimo anno pre-Covid.
Abbastanza fermo invece il trend del biologico: sono poco più di 2 milioni le famiglie acquirenti uva da tavola bio e del tutto stabili negli ultimi 3 anni.
Sudafrica: buone stime per i raccolti
In Sudafrica le regioni di coltivazione di Berg River e Hex River entreranno nel loro picco la prossima settimana e le prospettive per il raccolto di uva in queste due aree - che sono anche le più grandi del Sudafrica - sono molto favorevoli.
Il flusso di prodotto procede bene e la capacità delle celle refrigerate sembra buona, ma c'è un ritardo tra le importazioni (più alte degli altri anni) e le esportazioni (più basse degli anni precedenti) a causa dei ritardi nelle spedizioni e nei porti.
Le forti piogge nelle regioni del Nord (Limpopo) e l'ondata di caldo nella regione di coltivazione di Olifants River hanno reso necessario una regolazione al ribasso della stima del raccolto per queste due regioni. La stima del raccolto per la regione di Orange River è invece stata incrementata, nonostante la pioggia caduta nella zona.
La soglia inferiore della stima iniziale è stata aumentata a 72,8 milioni di cartoni da 4 kg, mentre la soglia superiore rimane la stessa a 77,7 milioni di cartoni da 4 kg.
Grazie all'aumento del numero di reefer che caricano l'uva a Città del Capo, il flusso di prodotto è buono. I ritardi nel porto di Città del Capo sono ancora una sfida e fonte di grande preoccupazione.
Nord America: le forniture di uva cilena sono costanti e aumentano di giorno in giorno
Secondo la Chilean Fresh Fruit Association, il Cile ha esportato 74.820 tonnellate a livello globale, registrando un calo del 15,8% rispetto alle 88.836 tonnellate esportate nella stessa settimana della scorsa stagione. Del volume totale esportato fino ad oggi, in Nord America sono state spedite 59.555 tonnellate (79,6%) o 7.262.786 cartoni.
Questo maggiore volume d'esportazione previsto è guidato principalmente dall'aumento delle nuove varietà di oltre il 73,5% rispetto alla stagione 2019/20 e di oltre il 49,1% rispetto alle spedizioni della stagione 2020/21.
A partire dalla settimana 5 la raccolta dell'uva da tavola è continuata come al solito, concentrandosi su varietà come la Timco, la Allison e la Autumn Royal dalle regioni di Atacama a Coquimbo, con quasi il 20% del volume ancora da raccogliere in questa zona. Nelle regioni di Valparaíso e O'Higgins la raccolta è già in pieno corso. Tra le principali varietà raccolte la Sugraone, la Sable Seedless/Sugrasixteen e la Queen Rose, con buoni volumi di ottima qualità.
Nelle prossime settimane i volumi continueranno ad aumentare in modo significativo. L'associazione prevede un picco nelle spedizioni di uva bianca senza semi intorno alla settimana 8 e di uva rossa e nera senza semi intorno alla settimana 12.
Il Nord America è ancora di gran lunga il principale mercato di destinazione per le uve cilene. Durante la stagione 2020/21 il Cile ha esportato il 51,4% delle uve in Nord America, contro il 25,9% in Asia orientale e il 13% in Europa.
Per contribuire ad alimentare questa domanda, il Cile continua la sua ricerca e sviluppo di nuove varietà di uva. "Durante la stagione 2021/22 le spedizioni di nuove varietà dovrebbero raggiungere i 35 milioni di casse, seguite dalle varietà tradizionali con 32 milioni di casse, e dalle uve Red Globe con poco più di 17 milioni di casse", dice un fornitore. Dieci anni fa il Cile esportava più di 27 milioni di casse di uva Red Globe.
Nel frattempo l'Animal and Plant Health inspection Service (APHIS) dell'USDA ha recentemente pubblicato una valutazione del rischio di parassiti per un approccio di sistema a lungo atteso per le importazioni di uva da tavola cilena, una decisione che migliorerebbe notevolmente l'accesso al mercato del Cile. In attesa di commenti pubblici su questa proposta (con scadenza il 29 marzo), un'approvazione significherebbe che gli esportatori cileni di uva da tavola non sarebbero più tenuti a usare la fumigazione con bromuro di metile sulla frutta inviata negli Stati Uniti.
Inoltre, anche in Messico c'è uno spostamento verso nuove varietà di uva.
La stagione dell'uva nel Messico settentrionale inizia generalmente all'inizio di maggio e va fino alla prima o seconda settimana di luglio, anche se il cambio varietale può rendere difficile il tempismo tra il passaggio dalla stagione dell'uva cilena a quella messicana. "Quest'anno, se tutto va bene in Cile, ci potrebbe essere ancora una lacuna a causa delle nuove varietà che producono più tardi", dice un coltivatore-spedizioniere, il quale nota che il Cile potrebbe andare avanti con le forniture fino al 15-20 maggio, mentre il Messico non vedrà volumi significativi almeno fino al 20 maggio.
Maggio-giugno, naturalmente, è anche il periodo in cui le prime uve della California inizieranno la produzione.
Tutto ciò avviene in seguito alla forte domanda di uva avuta durante l'inverno. "Ma in inverno la maggior parte dell'uva va dal Cile o dal Perù ai porti della costa orientale. Perciò gennaio è stato difficile, soprattutto a causa della logistica, non per mancanza di uva - dice il coltivatore-spedizioniere - E c'era poca frutta che arrivava sulla costa occidentale perché anche i porti della California erano in difficoltà".
Per quanto riguarda i prezzi, la stagione invernale ha sperimentato prezzi più alti sull'uva. "Per tutto il mese di gennaio, le quotazioni erano intorno ai 30 dollari. In questo momento sono ancora nella fascia bassa o media dei 30 dollari. Vedremo per quanto tempo si manterranno così alti".
Australia: export influenzato negativamente dalla pandemia
L'uva da tavola australiana è stata la coltura frutticola d'esportazione di maggior valore nell'anno finanziario terminato a giugno 2021, per un valore di 460,7 milioni di dollari, secondo le ultime statistiche. Per l'anno che termina a giugno 2021, in Australia è stato prodotto un totale di 198.389 tonnellate di uva da tavola (in calo dell'8% rispetto all'anno precedente) per un valore di 632 milioni di dollari (in calo del 16%). In un anno colpito dalla pandemia, le esportazioni hanno subito un grosso colpo, con volumi in calo del 21% a 120.725 tonnellate e un valore in calo del 26% a 460,7 milioni di dollari.
La Cina (35%) è stata la destinazione principale, anche se ha subito un massiccio calo, arrivando a 43.013 tonnellate dalle 62.930 tonnellate dell'anno precedente. Le statistiche hanno mostrato che il 62% delle famiglie australiane ha acquistato uva da tavola. Menindee e Thompson sono le due varietà bianche più comuni in Australia, e rappresentano il 38% della produzione, seguite dalle uve Crimson, Flame e Globe, le principali varietà rosse in Australia, che costituiscono il 30% della produzione fresca.
Cina: in calo i prezzi dell'uva importata, la logistica rimane la sfida principale
Sul mercato cinese l'uva importata è una delle più importanti voci tra i frutti d'importazione. L'uva proviene principalmente da Perù, Cile e Australia. In questa fase, l'offerta del mercato è dominata dall'uva peruviana. Rispetto al periodo che ha preceduto il Capodanno cinese, il prezzo complessivo e la domanda di uva importata sono diminuiti significativamente dopo la festività. Allo stesso tempo, come per molti altri frutti, la logistica rimane una grande sfida. Al momento, la maggior parte dell'uva proviene dal Perù. Generalmente l'uva peruviana è disponibile da dicembre alla fine di febbraio dell'anno successivo, dopo di che, da marzo a giugno, l'uva cilena prende il sopravvento sul mercato cinese.
La logistica è ancora una grande sfida per i commercianti. Pare che a causa della pandemia quest'anno ci siano molti container in ritardo alla dogana, e la velocità di rilascio è lenta. I container subiranno un ritardo di circa 14 giorni, mentre in passato il ritardo ammontava generalmente a 2 o 3 giorni al massimo.