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Finocchio, dallo sfuso al confezionato

I finocchi sono da sempre ai primi posti nelle vendite del reparto ortofrutta. In questo periodo invernale, raggiungono livelli alti più alti ed esprimono il loro massimo qualitativo. "I consumatori - spiega Giampaolo Ferri, già buyer della Gdo e oggi libero professionista - ne conoscono i benefici e li prediligono in questo periodo post-natalizio, perché solo l'ideale per smaltire "qualche" chilogrammo di troppo accumulato".

Finocchio alla rinfusa: questa tipologia sta lasciando sempre più spazio al confezionato

Pur essendo un prodotto molto conosciuto e sul mercato da sempre, sta cambiando la sua modalità di vendita. "Negli ultimi anni, sono aumentate molto le vendite del prodotto confezionato sia per trend ormai consolidato a scapito della merce sfusa, sia per l'accelerazione (dovuta alla pandemia) verso la ricerca di maggiore igiene e sicurezza alimentare, oltre a un minor tempo di sosta nei reparti".

"Purtroppo, però, così si perderà la bellezza e l'immagine che hanno e che offrono i finocchi freschi nella loro presentazione sfusa, costituendo una bellissima macchia di colore bianco sui banchi; perderemo così anche il loro inconfondibile profumo di anice, che aleggia nel reparto".

Che siano "maschi" o "femmine" - come di solito vengono chiamati in base alla loro forma poco importa - è la destinazione d'uso a orientare la scelta dei consumatori,: da cuocere infatti risultano meglio le "femmine" (che sono allungate e appiattite), mentre i "maschi" (dalla loro forma più tondeggiante e croccante) sono preferibili per un consumo crudo.

"Molto apprezzato dai consumatori - conclude Ferri - il prodotto di prima gamma evoluta: viene proposto "mondato", quindi con minore scarto per l'utente finale. Diversi i brand presenti sul mercato che stanno cercando di diversificare l'offerta di questo prodotto "top player" del reparto ortofrutta, lavorando sul miglioramento qualitativo e croccantezza, segmentando quindi verso l'alto l'offerta".