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Le compagnie di navigazione hanno deciso di battere il ferro finché è caldo

La stagione dell'uva da tavola indiana deve affrontare molte sfide

La stagione dell'uva da tavola indiana che sta per iniziare, dovrà affrontare molte sfide. La variante Omicron rappresenta una seria minaccia, a causa delle restrizioni e dei lockdown: le tariffe per il trasporto marittimo stanno arrivando alle stelle, la carenza di container è imminente e il costo del materiale di imballaggio è aumentato di circa il 25%.

Samir Singh, promotore commerciale dell'azienda d’esportazione indiana di uva da tavola Mersel Foods, afferma che la stagione potrebbe essere pesantemente influenzata dalla variante Omicron. "Come il resto del mondo, l'India è attualmente nel panico, a causa della rapida diffusione di questa nuova variante. L'anno scorso, la Delta aveva colpito il Paese ad aprile, subito dopo la fine della stagione dell'uva da tavola indiana. Quest'anno affrontiamo la variante Omicron proprio all'inizio della campagna".

"Gli operatori del settore dell'uva da tavola guardano alla situazione con molta ansia e si stanno preparando al peggio. Per la stagione in corso ci aspettiamo uve di qualità e volumi maggiori rispetto allo scorso anno. Le condizioni meteo sono state favorevoli. Stiamo cercando di esportare più volumi su nuovi mercati, come il Canada".

In India, una grande sfida per gli esportatori di prodotti ortofrutticoli è in generale il forte aumento dei costi di trasporto, secondo Singh. "Le compagnie di navigazione hanno deciso di battere il ferro finché è caldo. Stanno applicando tariffe estremamente elevate senza preoccuparsi dell'impatto negativo che potrebbero causare a tutta la filiera. Le tariffe che stanno applicando ai porti europei, britannici e russi ammontano a 7.500 dollari per un container refrigerato, senza spese di movimentazione al terminal (THC). Due anni fa, il livello era di circa 2.500 dollari, l'anno scorso è stato di circa 4.500 dollari".

"Sembra si sia delineato un cartello di compagnie di navigazione volto a mantenere le tariffe al livello che desiderano. Gli esportatori sono quindi impotenti e costretti ad accettare ciò che viene offerto. Anche con queste tariffe, non viene garantita la disponibilità dei container".

Fortunatamente ci sono ancora persone che vogliono l’interesse dei viticoltori, spiega Singh: "L'associazione dei viticoltori ha intrapreso un'ottima iniziativa per tutelare gli interessi dei suoi associati, il cui contributo alla catena del valore è stato di gran lunga maggiore e i cui redditi sono stati in balia delle condizioni di mercato. Meritano di recuperare i loro costi e realizzare i loro profitti. L'associazione ha indicato agli esportatori delle aliquote minime per il raccolto dei mesi di gennaio, febbraio, marzo e aprile. Saranno sostenibili? La risposta dipende dai prezzi delle uve da tavola indiane che prevarranno in Europa e in altri mercati durante la stagione".

"L'Europa, essendo un grande mercato d’esportazione per l'uva da tavola indiana, ha un'influenza maggiore sulle quotazioni che gli agricoltori possono ottenere. I prezzi di mercato in Europa, come altrove, sono interamente pilotati dall'equazione domanda-offerta. L'unico modo per mantenerli è limitare il volume delle esportazioni di uva da tavola rispetto alla domanda esistente. Ci sono molti modi possibili per limitare il volume di esportazione, ma quello più pratico ed efficace, secondo me, è mantenere il prezzo minimo garantito (MGP) da parte degli esportatori, al di sopra del livello di costo".

"Ad esempio, se gli importatori devono pagare in media 9,50 euro CIF per uve da tavola bianche senza semi, cestini da 5 kg come da MGP, effettueranno ordini e accetteranno volumi con molta cautela, evitando così un eccesso di fornitura. Vedremo come si evolverà la situazione", conclude Canta.

Per maggiori informazioni:
Samir Singh
Mersel Foods Pvt. Ltd.
Tel: +371-29516075
Email: samir@unisel.lv
Web: www.merselfoods.com

Data di pubblicazione: