Nel 2020 e nel 2021 i porti del Regno Unito hanno accusato l'impatto negativo sulle loro attività della pandemia di Covid-19, combinato con le conseguenze della Brexit, ma dal prossimo anno sino al 2026 è attesa una ripresa dei volumi movimentati dagli scali portuali britannici. Lo prevede una ricerca della società di consulenza Drewry pubblicata oggi dall'associazione portuale UK Major Ports Group.
"Non c'è dubbio - ha spiegato l'amministratore delegato di UKMPG, Tim Morris - che il periodo sia stato difficile per alcune tipologie di merci. Gli shock della pandemia hanno pesato su un cambiamento strutturale a lungo termine. Tuttavia - ha sottolineato Morris - ciò testimonia della resilienza dei porti che non solo hanno assicurato il 95% degli scambi commerciali del Regno Unito, ma hanno anche continuato ad investire a lungo termine".
Nel 2020 il traffico delle merci nei porti del Regno Unito aveva registrato un calo del 9% sull'anno pre-pandemia precedente ed un'ulteriore flessione del 5% è attesa per il 2021. Lo studio della Drewry prevede un ritorno a livelli pre-pandemia per la maggior parte dei flussi di merci a partire dal 2022 e dal 2023. Tuttavia la crisi sanitaria e le misure per la decarbonizzazione continueranno ad accelerare la diminuzione dei volumi di carichi legati ai combustibili fossili, carichi che si prevede rimarranno sino almeno al 2026 ad un livello sensibilmente inferiore a quelli pre-pandemia.
Fonte: Informare
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