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I commenti di Cia e Confagricoltura

Voto finale sulla nuova PAC

Ieri, martedì 23 novembre, il Parlamento europeo ha dato il via libera finale alla nuova Politica Agricola Comune (PAC), che entrerà in vigore nel 2023.

"Dopo anni di negoziati, è stato raggiunto un buon risultato", ha dichiarato l'europarlamentare sudtirolese Herbert Dorfmann, il quale ha partecipato in prima linea alle trattative. "Con questa riforma garantiamo un buon supporto alle nostre aziende agricole e, al contempo, ci impegniamo in maniera ambiziosa a favore del clima e dell'ambiente".

Dal 2023 al 2027, circa 387 miliardi di euro saranno destinati all'agricoltura europea. Questo equivale al 33 per cento del bilancio complessivo dell'Unione. 

In generale, la nuova PAC sarà più rispettosa dell'ambiente e del clima. L'obiettivo dell'Ue di ridurre le emissioni di CO2 d'almeno il 55 per cento entro il 2030 ha infatti conseguenze anche per il settore agricolo e la sua riforma. La nuova PAC contiene quindi nuovi requisiti ambientali.

Herbert Dorfmann (nella foto a sinistra) ha partecipato ai negoziati sulla nuova PAC in quanto responsabile della politica agricola per il Partito Popolare Europeo. Secondo lui, le nuove norme rappresentano una grande opportunità per l'agricoltura dei nostri territori.

Una delle misure più discusse è la dimensione ambientale dei pagamenti diretti nel primo pilastro. A partire dal 2023, parte di essi sarà infatti condizionata al rispetto di precisi vincoli in materia. Durante i negoziati, i rappresentanti delle istituzioni europee hanno deciso che il 25 per cento di tali risorse dovrà essere destinato a pratiche agronomiche rispettose dell'ambiente.

Con le nuove regole, il 10 per cento dei finanziamenti sarà redistribuito dalle aziende di grandi dimensioni a quelle più piccole, che riceveranno così un maggiore sostegno. Herbert Dorfmann afferma: "Questa è una misura importante, soprattutto per le piccole aziende agricole nelle zone di montagna, come ce ne sono tante anche nella nostra Regione. Inoltre, sono particolarmente soddisfatto che anche il sostegno per i giovani agricoltori sarà aumentato".

Entro il 2026 è pure prevista, a livello statale, una convergenza dei pagamenti diretti per ettaro di almeno l'85 per cento. In questo modo, anche se continuano a esistere differenze regionali nel livello dei pagamenti diretti per ettaro, il valore medio tra le regioni continuerà a convergere.

I programmi operativi saranno poi ricondotti e i sistemi di assicurazione saranno ampliati e migliorati.

Ora la palla passa allo Stato italiano. Nei prossimi mesi, il piano di sviluppo rurale dovrà essere elaborato e l'Italia dovrà determinarne l'attuazione dettagliata a livello nazionale, nel quadro del piano strategico.

Cia: ora agricoltura più forte per affrontare le sfide della transizione
Finalmente l'agricoltura europea avrà una nuova PAC che sostiene il reddito degli agricoltori e, nello stesso tempo, traguarda il settore verso la transizione ecologica. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta il via libera dal Parlamento Ue alla riforma della Politica Agricola Comune, spiegando che ora bisogna lavorare senza sosta alla costruzione di un Piano Strategico Nazionale che tuteli la competitività del comparto, con aiuti e agevolazioni concrete alle imprese impegnate nell'obiettivo di un sistema produttivo più sostenibile.

"Dopo oltre tre anni dalla presentazione della proposta, si è concluso il lungo iter legislativo e parlamentare e di questo siamo contenti -dichiara il presidente nazionale Dino Scanavino - La riforma della PAC poteva essere scritta meglio, ma siamo a un buon punto di partenza. Ora l'Europa può essere più forte di fronte alle sfide post pandemia e l'agricoltura dei Paesi membri in grado di guardare con ottimismo al ruolo di protagonista della transizione. Dal primo gennaio 2023, gli agricoltori potranno infatti contare su nuove norme, più robuste e strutturate, per giungere a un sistema produttivo più equo e green".

L'Europa agricola guadagna, con la nuova PAC, maggiore rispetto della sfera ambientale e sociale, che dovrà però muoversi in costante equilibro con la garanzia del reddito per gli agricoltori. Nel dettaglio -precisa Cia - tra il primo e il secondo pilastro, almeno il 60% delle risorse saranno dedicate alla nuova architettura verde, con il 25% delle risorse del primo pilastro da destinare agli eco-schemi. Un punto chiave per dare impulso all'agricoltura del futuro. 

Sarà, inoltre, inglobata nella PAC anche la dimensione sociale, obbligatoria a partire dal 2025, ma da intendersi - ribadisce Cia - come un'ulteriore valorizzazione di una PAC rivolta anche alla collettività e ai lavoratori, senza ostacoli o aggravi burocratici. 

"La PAC deve rimanere, prima di tutto, la politica economica per gli agricoltori e, quindi, costante opportunità di sviluppo imprenditoriale, oltre che strumento utile a rigenerare e valorizzare le aree rurali. Per questo - aggiunge Scanavino - è importante il lavoro di definizione del Piano Strategico Nazionale, che deve consentire agli agricoltori italiani di essere all'altezza di tutti i cambiamenti". 

Confagricoltura: giusta la maggiore ambizione ambientale della nuova PAC
"Con il voto favorevole dell'Assemblea plenaria del Parlamento europeo è giunto ai passaggi conclusivi il processo di riforma della PAC. Le discussioni svolte negli ultimi mesi hanno confermato le criticità che avevamo espresso sull'intesa politica raggiunta lo scorso mese di giugno". Lo ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, dopo la votazione favorevole dell'Europarlamento sulle tre proposte di regolamento che entreranno in vigore il 1° gennaio 2023.

"Agli agricoltori viene giustamente chiesto un maggiore impegno per la sostenibilità ambientale – prosegue Giansanti - ma con risorse finanziarie in diminuzione. Per l'agricoltura italiana, fino al 2026, il taglio ammonta al 15% in termini reali rispetto al periodo di programmazione chiuso lo scorso anno".

"E' mancata inoltre una sostanziale ed effettiva semplificazione delle regole a vantaggio degli agricoltori e delle amministrazioni pubbliche. L'attenzione è ora rivolta sulla messa a punto dei programmi strategici nazionali per l'applicazione della nuova PAC che gli Stati membri devono inviare alla Commissione europea entro dicembre" rileva il presidente della Confagricoltura.

"Abbiamo già proposto al ministero e alle Regioni di concentrare le risorse finanziarie sull'agricoltura professionale che produce per il mercato e crea occupazione".

"La transizione ecologica – conclude Giansanti – richiede investimenti, un'ampia diffusione delle innovazioni tecnologiche e una crescente integrazione con le altre parti della filiera agroalimentare. Per raggiungere la neutralità climatica secondo gli impegni definiti a livello internazionale va salvaguardata la redditività delle imprese".

Data di pubblicazione: