Nel corso del convegno tematico dal titolo "Le proprietà nutraceutiche della Igp Pomodoro di Pachino" (vedi articolo correlato) sono stati diversi i momenti di approfondimento. Tra questi, si è parlato degli "Aspetti regolatori dei nutraceutici", come relazionato nel suo intervento da Tiziana Pecora, specialista in Farmacologia ed esperta in discipline regolatorie.
Il tavolo dei relatori
"Con il termine 'nutraceutico', seppur non riconosciuto dalla normativa europea - ha detto l'esperta - si considera un alimento che, grazie al contenuto di particolari costituenti, è in grado di rivendicare un effetto benefico svolto su una specifica funzione dell'organismo. Nella pratica commerciale, per 'nutraceutici' si intendono gli alimenti funzionali e gli integratori alimentari. Si tratta di prodotti alimentari, e come tali assunti, che trovano la propria disciplina nell'ordinamento alimentare, quindi nell'ambito della regolamentazione giuridica che disciplina la produzione, la comunicazione e il commercio delle sostanze alimentari".
Dr.ssa Tiziana Pecora
L'alimento funzionale è definito, in un Consensus Document della Commissione Europea, di concerto con FUFOSE (Functional Food Science in Europe) come quella sostanza che possiede effetti addizionali dovuti alla presenza di componenti, generalmente non nutrienti, che interagiscono selettivamente con una o più funzioni fisiologiche dell'organismo, in modo tale che risultino evidenti un miglioramento dello stato di salute e di benessere e/o una riduzione del rischio malattia.
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"Gli integratori alimentari, così come definiti dal Decreto legislativo 169/2004 - ha proseguito Pecora - sono prodotti alimentari destinati a integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive, quali le vitamine e i minerali, o di altre sostanze aventi un effetto nutritivo o fisiologico. In particolare, ma non in via esclusiva: aminoacidi, acidi grassi essenziali, fibra ed estratti di origine vegetale, sia monocomposti che pluricomposti, in forme predosate, ovvero le classiche forme farmaceutiche ad uso orale (capsule, compresse, polveri, etc.), mediante le quali il consumatore assumerà una quantità definita di componenti attivi. Un intervento legislativo, soprattutto a livello UE, è auspicabile e necessario per colmare le lacune e le incertezze normative.
Slide della dr.ssa Pecora: "Definizioni regolatorie" (clicca qui per ingrandire)
Altro intervento molto corposo è stato quello di Sebastiano Barone, tecnico del consorzio del pomodoro di Pachino Igp, il quale ha parlato di certificazione SQNPI (Sistema di qualità Nazionale di produzione integrata), Carbonfoot Print e Blochchain.
Dr. Sebastiano Barone
"Il nostro consorzio, a quasi 20 anni dal riconoscimento del marchio - ha esordito Barone - che oggi ha raggiunto traguardi di tutto rispetto con circa 10 milioni di kg di pomodoro commercializzato certificato Igp, punta alla sostenibilità attraverso il percorso delle certificazioni. La maggior parte delle aziende che producono Pomodoro Igp di Pachino fanno parte di OP che hanno l'obbligo di attuare nei propri programmi operativi, dei programmi di produzione integrata applicando, i D.P.I. (disciplinare di produzione integrata) della Regione Sicilia. Da qui il passo è breve: bisogna arrivare alla certificazione del prodotto che già viene ottenuto con questo sistema sostenibile, attraverso l'adesione al sistema SQNPI. In effetti, il nostro disciplinare esclude già la possibilità di utilizzare sostanze chimiche e ormonali per l'impollinazione dei fiori, ma prevede l'obbligo della impollinazione entomofila che si attua grazie all'impiego del bombo (Bombus terrestris) che viene liberato in serra per consentire l'impollinazione dei fiori. Viene inoltre esclusa la coltivazione idroponica, per conferire una forte identità del prodotto legato alla pedologia dei suoli che contraddistinguono il comprensorio".
Esterna (parziale) della location che ha ospitato l'evento, lo scorso 12 ottobre 2021. (Clicca qui per accedere all'album fotografico completo dell'evento)
"Gli appezzamenti serricoli dove viene il pomodoro di Pachino Igp - ha aggiunto l'agronomo - sono caratterizzati da un basso impatto energetico e, conseguentemente, da una forte riduzione di CO2, la cui quantificazione e misurazione nelle fasi selezionate del ciclo di vita dello stesso ci potranno portare al raggiungimento della certificazione Carbon Footprint. Infatti, la nostra tipica serra fredda mediterranea è a bassissimo impiego di energie inquinanti, perché il riscaldamento avviene solo attraverso l'effetto serra determinato dal materiale di copertura impiegato e dalla luce, che raggiunge a
Pachino i livelli di insolazione più alti d'Europa. Al contrario della nostra serricoltura meridionale, vi è una chiara tendenza della serricoltura settentrionale (nord europea), a ottimizzare l'ambiente serra al fine di esaltare le produzioni mediante l'impiego di sistemi ad alto livello tecnologico (sistemi idroponici con alto impiego di input energetici: luce artificiale indotta, e sistemi di riscaldamento artificiale)".
Dr. Salvatore Chiaramida, direttore del "Consorzio Pomodoro di Pachino Igp"
Le conclusioni dei lavori convegnistici (vedi articolo correlato) sono state lasciate a Salvatore Chiaramida, direttore del Consorzio, il quale ha ringraziato il qualificato parterre di relatori e gli intervenuti all'evento. "Quest'oggi abbiamo posto un ulteriore tassello alla promozione del nostro prodotto a marchio - ha detto il direttore - Gli interventi degli studiosi hanno chiarito come gli elementi della nutraceutica passino tra le maglie della ricerca scientifica e degli investimenti, in un possibile percorso per raggiungere nuove mete per il pomodoro di Pachino Igp".