Da diverso tempo, i produttori agricoli dell'altopiano silano (in provincia di Cosenza) lamentano la riduzione della concessione di carburante agricolo da parte della Regione Calabria, sebbene questa abbia fatto suo il problema (cfr. FreshPlaza del 1/09/2021). Tale riduzione ha comportato notevoli difficoltà di gestione del processo produttivo dei prodotti del territorio, primo tra tutti i tuberi di montagna.
"Di recente - esordisce Carmine Pisano, dottore agronomo e imprenditore agricolo - alle già grandi difficoltà quotidiane da affrontare si sono aggiunti degli episodi di furti di carburante agricolo, che complicano ulteriormente la situazione ed esasperano gli animi di tutti gli operatori agricoli che, con grande dignità personale e senso di attaccamento al territorio, continuano il loro incessante lavoro al fine di garantire la produzione di tutte le specialità di qualità ed eccellenza che contraddistinguono l'altopiano silano e la nostra Regione".
"Tutto ciò comporta un notevole danno per le aziende, non solo in termini economici per la perdita subita, ma anche in termini di rallentamento del ciclo produttivo, poiché la quantità di carburante spettante a ciascuna azienda è regolata e stabilita dalla normativa vigente e pertanto, raggiunto il quantitativo concesso, non si può più ottenere carburante, se non motivandone la necessità attraverso richieste soggette ad approvazione e, quindi, di tempi tecnici necessari alle verifiche, che vanno ad aggravare una situazione già di per sé molto pesante".
Il danno e la beffa
Ciò rappresenta contemporaneamente un danno e una beffa, per le aziende agricole del territorio. "Un danno - continua Pisano - perché il ciclo produttivo delle patate, e non solo, sta variando in relazione all'aumento delle temperature, che costringe a più frequenti cicli di irrigazione e, di conseguenza, a un maggiore consumo di carburante agricolo. Un danno anche perché, dopo aver ridotto i litri di carburante concessi alle aziende agricole, sull'altopiano silano si stanno verificando ingenti furti a opera di bande criminali che, probabilmente, proprio nel commercio clandestino di carburante agricolo, in altri territori, hanno trovato un'illecita opportunità di guadagno".
"I numerosi furti e tentativi di furto sono stati prontamente denunciati dagli imprenditori agricoli alle autorità competenti, che stanno effettuando le indagini necessarie, al fine di sgominare le bande criminali in questione". A tutto ciò si aggiungono i controlli nelle aziende da parte di ARCEA per tramite dell'ARSAC che opera a nome e per conto della stessa, al fine di verificare i consumi di carburante agricolo, in relazione ai terreni e alle attrezzature effettivamente impiegati nella produzione aziendale.
"Fin qui tutto normale, anzi, giustissimo. Ben vengano i controlli, ma è proprio a questo punto che si aggiunge la beffa. I controllori, infatti, trovano molto da ridire sulle richieste di ulteriori quantitativi di carburante da parte delle aziende agricole che effettuano tali richieste, sulla base di motivati interventi agronomici straordinari volti a recuperare superficie di terreno e facilitare la semina e tutte le successive operazioni agronomiche. Si consente così di ottenere un prodotto migliore, oltre che fronteggiare i problemi causati dalle temperature particolarmente calde degli ultimi anni, che costringono a effettuare più cicli di irrigazione, al fine di garantire i metri cubi di acqua giornalieri, necessari alla produzione delle patate e non solo. Cosa che comporta un maggiore consumo di carburante".
Inoltre, le nuove macchine operatrici in commercio e le nuove tecniche di coltivazione comportano un consumo medio maggiore di gasolio, rendendo obsolete le vecchie tabelle utilizzate per il calcolo del consumo medio aziendale. "Inoltre, i controllori di ARCEA, personale competente in materia agronomica, spesso e volentieri si trovano nelle mani, secondo quanto essi stessi hanno riferito, della documentazione errata e/o incompleta. Ad esempio, è capitato che tra il fascicolo di ARCEA e il fascicolo dell'ufficio UMA non vi fosse congruenza e che, beffa delle beffe, non vi fosse corrispondenza neanche per quanto riguarda il fascicolo aziendale. Premesso che tutti questi dati sono gestiti da ARCEA, è lecito chiedersi come siano possibili simili incongruenze".
Appare chiara, quindi, la necessità di una verifica delle procedure di gestione dei dati. Inoltre, viste le varie fasi di produzione (dalla preparazione dei terreni, alla semina, al raccolto) come si può pretendere di verificare la veridicità di quanto dichiarato, se i controlli avvengono dopo diversi mesi, se non anni?
L'opportunità
"Ma non tutto può essere considerato negativo - precisa Pisano - in quanto i controlli devono essere effettuati e devono essere scrupolosi. Proprio tale circostanza può rappresentare una grande opportunità per il nostro territorio e per tutte le aziende agricole che vi operano. Il personale che effettua i controlli è personale dell'ARSAC incaricato da ARCEA; quindi, una volta autorizzato a espletare il proprio compito al di fuori dell'ufficio, perché non cogliere l'occasione per fargli effettuare delle verifiche sui reali consumi delle macchine operatrici durante le varie fasi della lavorazione?".
"Infatti, tale personale, estremamente qualificato e competente, potrebbe calcolare il consumo medio durante la lavorazione direttamente in campo, in base al mezzo utilizzato, e provvedere ad aggiornare le vecchie tabelle di riferimento, ormai obsolete, in base all'effettivo consumo di gasolio. Un tale servizio sarebbe estremamente utile alla Regione Calabria per garantire una più equa distribuzione del carburante agricolo, in base alle caratteristiche territoriali e alle caratteristiche delle singole colture", conclude Pisano.