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Perché ricordiamo la posizione delle patatine meglio di quella delle mele?

Un numero crescente di persone nel mondo occidentale è in sovrappeso. Come mai? Gli scienziati stanno cercando da tempo una risposta. La ricercatrice Rachelle de Vries cerca di fare un po' di luce: potremmo essere pre-programmati. Cioè: ricordiamo meglio dove trovare il cibo ricco di calorie rispetto a quello che ne contiene meno.

Bias
De Vries (indonesiana con radici olandesi) ha conseguito il dottorato di ricerca con uno studio intitolato Foraging minds in modern food environment. Ha fatto degli esperimenti per dimostrare che il nostro cervello ha un "pregiudizio" (in termini scientifici: bias) a ricordare la posizione dei cibi ricchi di calorie rispetto a quelli che hanno meno calorie. Questo pregiudizio ha un impatto negativo sui nostri acquisti, e quindi sul comportamento alimentare.

Il fatto che il nostro cervello abbia sviluppato tale pregiudizio, è il risultato della nostra evoluzione. "Quando gli umani erano cacciatori/raccoglitori, il cibo energetico era scarso e ricordare dove si trovava dava un vantaggio nella lotta per la sopravvivenza", spiega De Vries. "E' probabile che questo sia il motivo per cui il cervello si è sviluppato in questa direzione. E questo pregiudizio si applica anche ora che il cibo ricco di calorie è in abbondanza".

Chips
De Vries ha condotto esperimenti di laboratorio durante il Lowlands Science 2018. I soggetti sottoposti ai test ricordano meglio la posizione dei prodotti ricchi di calorie. Frutta e verdura si perdono a favore di chips e patatine fritte. Il pregiudizio rimane, anche quando vengono apportate correzioni sulla preferenza o familiarità delle persone con determinati prodotti. Inoltre, questo pregiudizio sembra essere universale.

Il modo in cui il pregiudizio influenza il nostro comportamento di acquisto è più complesso. I partecipanti con una forte propensione al pregiudizio dovrebbero essere in grado di trovare cibi ipercalorici più rapidamente, spiega De Vries. Tuttavia, non c’è alcuna differenza nel tempo impiegato. Si tratta di percezione. E la loro percezione è allineata con il livello del loro pregiudizio. Questo è importante, secondo De Vries.

"I soggetti che pensano di trovare più facilmente prodotti ricchi di calorie acquisteranno più facilmente questi prodotti, o saranno più propensi a visitare un fast food. Esiste una correlazione tra questa velocità di comportamento e la scelta alimentare, tra il bias e la frequenza con cui vengono acquistati gli snack. Questo, a sua volta, si riflette sul BMI (indice di massa corporea)".

Controllare il bias
Questo non significa che siamo tutti destinati a ingrassare a causa della nostra memoria. De Vries spiega: "Il pregiudizio è qualcosa che abbiamo ereditato dal passato, ma possiamo ancora scegliere di mangiare sano, limitando e controllando questo istinto. Non siamo alla sua mercé". Anche se non tutti ci riescono. La buona notizia è che ci si può allenare a ignorare la propensione verso il cibo ricco di calorie.

Fonte: resource-online.nl

Data di pubblicazione: