"Buona la campagna del melograno da trasformazione, ormai prossima alla partenza già dalla seconda settimana di ottobre, con discreti volumi per l'industria, per un duplice motivo: da un lato abbiamo maggiori superfici nel pieno della produzione e dall’altro il clima estivo torrido ha rovinato parecchio prodotto, rendendolo non idoneo al mercato del fresco". Così Antonino Imbesi, titolare e responsabile marketing della Agrumi-Gel, nel fare il punto sulla campagna del melograno siciliano.
Antonino Imbesi
"Negli ultimi cinque anni, abbiamo affinato le tecniche di trasformazione di questo frutto esotico ormai entrato a pieno titolo nei regimi alimentari salutari e anche come elemento decorativo nella cucina gourmet. Certamente si tratta di un prodotto di nicchia, dalle eccellenti qualità organolettiche, che risente della competizione rispetto al prodotto estero. Sulla qualità e sulle caratteristiche estetiche dei frutti, con una certa presunzione posso dire che abbiamo una filiera di qualità. Ciò che invece spaventa sempre più i produttori è il clima, che ogni anno presenta le sue incognite. Solo le piogge dell'ultima settimana hanno dato sollievo alle piante stressate da quattro mesi di siccità con una ricaduta sulla succulenza degli arilli nei frutti".
“Sul piano commerciale, tra giugno e luglio abbiamo registrato una forte ripresa straordinaria dei consumi, collegata alle riaperture dopo la fase acuta della pandemia. Richieste di prodotto che continuano a crescere fino a oggi, considerato che settembre è solitamente un mese di stop commerciale. Percepisco un rilancio della filiera italiana del melograno, che è riuscita a conquistare il consumatore il quale impropriamente percepiva questo prodotto come un frutto d'importazione. In Italia, il consumo di melograno sino a pochi anni fa era sporadico, ora è in grande espansione, e in tutto il mondo è un frutto di largo consumo, conosciuto ormai da tempo".
Naturalmente, anche sull’onda del Covid-19, il mercato richiede succhi funzionali pressati a freddo, chiamati anche Cold Pressed Juice. "La spremitura a freddo - spiega Imbesi - estrae delicatamente il succo dagli arilli, mantenendo intatte tutte le preziose sostanze nutritive racchiuse al loro interno. Si differenzia dai vecchi processi di trasformazione che, comportando un aumento di temperatura e un processo di ossidazione del succo, disperdono le proprietà degli ingredienti e ne alterano la composizione".
“Come per il comparto agrumicolo, anche per la filiera del melograno dobbiamo differenziarci sulla qualità già nel momento della produzione in campo, per ottenere un prodotto a residuo zero: altrimenti non siamo competitivi con gli altri Paesi. C’è la tendenza crescente ad avvicinarci al biologico, con richieste che, per il momento, la produzione siciliana non riesce a soddisfare. I prezzi dei frutti biologici sono superiori anche del 30% rispetto al convenzionale, ma pure per il prodotto convenzionale in Italia la richiesta sta crescendo molto (rispetto per esempio al prodotto turco), con una forbice di prezzo più che raddoppiata. Molto importante sarà ridefinirne i contorni del settore biologico, in costante crescita per un forte bisogno di rassicurazione di cui necessita il consumatore attento alla salute e all'ambiente. Resta il problema che non siamo ancora in grado di soddisfare l'intera domanda nazionale”.
Agrumi-Gel trasforma sia frutti biologici sia convenzionali, provenienti da vari areali: in particolare dall'interland etneo, ma anche da Agrigento, Trapani, Marsala, Canicattì, Chiaramonte Gulfi.
"Tradizionalmente, in Sicilia - conclude Antonino Imbesi - si coltivavano solo melograni di varietà locali, soprattutto la Dente di Cavallo, oppure la Mollar, molto apprezzata per i semi morbidi. In anni più recenti, con l'introduzione delle varietà Wonderful, Parfianka e Acco sono aumentate resa, qualità estetica e il gusto persistente del frutti. Tra le varietà più diffuse, la Acco è la più precoce: ha una campagna che comincia a fine settembre e una produttività variabile dalle 25 alle 30 tonnellate per ettaro, mentre la Wonderful parte a ottobre inoltrato e produce tra 35 e 45 tonnellate per ettaro".
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Antonino Imbesi
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