Finalmente, nel mese di agosto, è cominciata anche in Piemonte la lotta biologica contro la Drosophila suzukii, attraverso il rilascio del Ganaspis brasiliensis, il parassitoide in grado di contrastare il moscerino asiatico dei piccoli frutti che sta causando ingenti danni alle coltivazioni piemontesi. Si tratta di una "vespina" innocua per l'uomo e gli animali che ovidepone e si sviluppa a carico delle larve della D. suzukii.
Dopo un importante impegno delle istituzioni a livello regionale, il Piemonte è infatti tra le prime Regioni italiane – insieme a Veneto, Valle d'Aosta, Emilia Romagna, Campania, Sicilia, Puglia e le Province autonome di Trento e Bolzano - ad ottenere l'autorizzazione dal Ministero della Transizione Ecologica per il rilascio del parassitoide. Un risultato importante, ottenuto grazie alle articolate attività condotte e alla valutazione del rischio relativo alla introduzione del parassitoide da parte dei ricercatori e dei tecnici della Fondazione E. Mach, l'istituto di ricerca di San Michele all'Adige che coordina il progetto nazionale di lotta biologica.
L'Assessore Regionale all'Agricoltura e Cibo, Marco Protopapa, ha espresso grande soddisfazione per aver avviato questa sperimentazione finalizzata a contenere i danni arrecati da Drosophila suzukii alle aziende piemontesi attraverso un metodo rispettoso dell'ambiente e della salute dei cittadini: "Il Settore Fitosanitario e Servizi tecnico-scientifici regionale continuerà a impegnarsi in strategie di lotta contro gli organismi nocivi alle colture agricole collaborando con le più importanti istituzioni scientifiche regionali ed italiane".
A seguito dei rilasci del parassitoide sul territorio regionale - che dovrebbero proseguire per altri due anni - è previsto uno specifico programma di monitoraggio pluriennale per valutarne l'efficacia nei confronti di D. suzukii nonché eventuali impatti su altre specie di drosofilidi autoctoni.
Inoltre, nell'ambito delle attività di contrasto alle specie alloctone di recente introduzione, è proseguita per il secondo anno l'attività di lotta biologica contro la cimice asiatica con i lanci del parassitoide Trissolcus japonicus, noto come vespa samurai.
Queste attività sono realizzate congiuntamente da Regione Piemonte, tramite il Settore Fitosanitario e servizi tecnico-scientifici (SFR), Agrion - Fondazione per la ricerca, l'innovazione e lo sviluppo tecnologico dell'agricoltura piemontese e il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell'Università degli Studi di Torino (DISAFA).
"Il settore dei piccoli frutti e l'emergente settore del ciliegio hanno bisogno di soluzioni efficaci, ma rispettose dell'ambiente, per far fronte alle criticità dovute alle emergenze fitosanitarie – ha dichiarato il presidente di Agrion, Giacomo Ballari - Dal 2010, anno della prima segnalazione, ad oggi, attraverso i coordinamenti tecnici abbiamo costantemente monitorato l'espansione di questo insetto e abbiamo cercato di affinare tecniche di lotta riservando un'attenzione particolare alla tutela dell'ambiente".
"Da una parte l'utilizzo delle reti antinsetto - ha proseguito Ballari - non praticabile però su tutte le colture ed in tutti i contesti territoriali, dall'altra la difesa chimica nei confronti di questo fitofago, con effetti collaterali quali l'incremento di infestazioni di fitofagi secondari, hanno messo fin da subito in evidenza la necessità di trovare delle soluzioni alternative. In questo senso, Agrion, ha collaborato con Regione e Università e siamo felici di aver dato il via, anche in Piemonte, a questa attività di difesa delle nostre preziose coltivazioni riducendo gli impatti che possono compromettere la salute dell'ambiente".
"In Piemonte, si contano più di 600 ettari coltivati a mirtillo, inoltre si sta sviluppando una importante realtà di cerisicoltura specializzata a fianco della storica produzione di ciliegio: per questi motivi si è reso necessario l'intervento a tutela di queste colture che rappresentano un'eccellenza dei nostri territori" ha concluso Ballari.