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Leggi l'interivista a Gianmarco Laviola, Ad di Princes Italia Industrie Alimentari!

Tecnologie 4.0 e sostenibilità per la filiera pugliese del pomodoro

"Quest'anno, grazie anche a un'abbondante disponibilità di acqua a uso irriguo, al centro-sud si registra un aumento degli ettari destinati alla coltivazione del pomodoro da industria (+19% in Puglia). Dal punto di vista climatico, a parte la gelata di aprile che ha ritardato leggermente i trapianti, le temperature sono state favorevoli a evitare l'insorgere di virosi nella fase di crescita delle piante. Da fine luglio a fine settembre, prevediamo di trasformare oltre 250.000 ton di pomodoro locale, superando quindi i numeri della precedente campagna. Abbiamo iniziato le lavorazioni già lunedì 26 luglio 2021, con l'assunzione di 1.100 lavoratori stagionali del territorio". Questo il commento di Gianmarco Laviola, Amministratore Delegato alla guida di Princes Italia Industrie Alimentari (PIA), intervistato da FreshPlaza.

Gianmarco Laviola.

FreshPlaza (FP) - Quale il bilancio della campagna 2020 e quali le prospettive per il 2021?
Gianmarco Laviola (GL) – La campagna del pomodoro da industria 2020 è stata problematica, a causa degli effetti negativi dei cambiamenti climatici che hanno influito pesantemente sulle produzioni. Nello specifico, la coltivazione comincia ad aprile e si conclude a settembre, per questo il pomodoro è molto esposto agli impatti delle variazioni metereologiche, sempre più repentine e violente. L'anno scorso, la carenza di risorsa idrica ha indotto una riduzione nel numero di ettari messi a dimora, il che - in concomitanza con l'aumento della domanda mondiale per effetto della pandemia - ha concorso a generare una generale scarsità di prodotto finito. Nel 2020, abbiamo lavorato 200.000 ton di pomodoro 100% made in Puglia.

FP – La richiesta di conserve di pomodoro dall'estero in cosa differisce rispetto al mercato italiano?
GL – Le differenze tra il mercato italiano e quello estero delle conserve di pomodoro si evidenziano principalmente nelle scelte relative al packaging. In Italia, infatti, domina la passata in bottiglia, mentre all'estero la fa ancora da padrona la classica scatola in banda stagnata e, in determinati Paesi, il formato in 'brik', ovvero in materiali accoppiati carta/alluminio. Sicuramente ciò che accomuna i mercati di tutto il mondo è la crescente attenzione da parte dei consumatori verso prodotti sempre più sostenibili, tracciabili e 100% italiani. In questa direzione investiamo da anni nella ricerca ed elaborazione di soluzioni capaci di rendere sempre più sostenibile e trasparente la filiera del pomodoro, aumentandone al contempo la competitività. Per fare ciò, è necessario ricorrere alla tecnologia, che ci consente di introdurre innovazioni per rendere i processi di lavorazione e di distribuzione più trasparenti, circolari e a zero impatto sull'ambiente. Il risultato di tale impegno è, ad esempio, la piattaforma basata sulla blockchain - sviluppata insieme a Coldiretti - che permette di tracciare il prodotto lungo tutta la filiera, a partire dai campi. Un progetto che risponde alla richiesta di informazioni sull'origine del prodotto da parte dei consumatori, garantendo loro che il pomodoro venga lavorato rispettando i diritti di tutti gli attori coinvolti, e certificandone la qualità.

FP – Qual è la ricetta per mantenere la propria presenza a scaffale e difendersi dai competitor?
GL – Rispondere alle crescenti esigenze dei consumatori in termini di qualità, trasparenza e sostenibilità. Essi rappresentano infatti il motore della sostenibilità delle filiere agro alimentari, grazie alle proprie scelte di acquisto, sempre più attente all'origine dei prodotti e agli impegni intrapresi dai brand a favore dell'ambiente e delle comunità di riferimento. Essere presenti in diversi mercati ci permette di conoscere i trend che guidano le scelte dei consumatori e implementare soluzioni per incrementare la competitività del settore. Inoltre, ci consente di promuovere, all'estero, la qualità del prodotto 100% made In Puglia proteggendolo dal fenomeno dell'Italian Sounding.

FP – Cosa manca perché i prezzi alla produzione siano più remunerativi per la filiera del pomodoro?
GL – Noi crediamo che i prezzi, per essere remunerativi, debbano essere sostenibili, sia per le aziende che trasformano il pomodoro, sia per la parte agricola, in un'ottica moderna di filiera. Per questo siamo convinti che la sottoscrizione dei contratti di acquisto, anticipata a inizio anno, e il pricing equo siano pratiche cruciali per supportare lo sviluppo del business dei coltivatori e rendere più equilibrata e coerente la distribuzione del valore lungo tutta la filiera. In questa direzione, ci siamo impegnati fin da inizio anno a definire il pricing e abbiamo siglato, nel marzo 2021 - unica azienda di trasformazione del pomodoro del centro sud ad averlo fatto così anticipatamente - tutti i contratti di conferimento con i nostri partner agricoli. Il prezzo definito nel 2021, sulla base delle valutazioni di un ente terzo indipendente (l'Università di Foggia) per il pomodoro tondo si attesta a 121 euro/ton, mentre per quello lungo a 125 euro/ton, in linea con lo scorso anno.

FP – Avete introdotto innovazioni in termini di processo e di prodotto? Quali?
GL – Per questa campagna, abbiamo rafforzato, in particolare, progetti volti a promuovere la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, insieme alle pratiche di Agricoltura 4.0, utili a sostenere il settore della filiera del pomodoro sul lungo termine, aumentandone al contempo la competitività sul mercato europeo. Abbiamo introdotto una nuova organizzazione del team agronomico, per cui ogni cooperativa che conferisce pomodoro a PIA, ha un "Agronomo dedicato" che rappresenta il punto di riferimento nella relazione con l'azienda. L'Agronomo di PIA integra le proprie competenze professionali con il supporto di tecnologie innovative su cui abbiamo investito negli ultimi anni. Un sistema di Intelligenza Artificiale (Machine Learning e Image Recognition) che analizza ed elabora dati provenienti da rilevamenti satellitari e sonde di monitoraggio, fornisce agli agronomi il supporto necessario per prendere decisioni in merito agli interventi da compiere rapidamente (per esempio quelli fitosanitari) o gestire eventuali criticità (come, per esempio, fenomeni atmosferici violenti) in perfetto allineamento con i coltivatori. Inoltre, abbiamo avviato un progetto per individuare le varietà di pomodoro più adatte alla zona della Capitanata (in Puglia), grazie alla collaborazione di otto aziende sementiere. Per il progetto, sono stati impiegati circa 440.000 semi di pomodoro con caratteristiche peculiari, i cui frutti saranno sottoposti ad analisi qualitative e quantitative, con l'obiettivo di selezionare le varietà più idonee e proporre così un prodotto con una qualità elevata, a beneficio dei consumatori.

FP – Cosa pensate della tendenza a ridurre la plastica negli imballaggi e, in generale, in merito alla carenza di materie prime?
GL – Il nostro impegno a lungo termine è rivolto alla sostenibilità a tutto tondo della filiera del pomodoro, che tenga conto dell'aspetto economico, dell'attenzione all'ambiente e del business etico. Ci siamo da tempo mossi per far sì che, oggi, il cluster dei nostri prodotti sia realizzato in cartoncino a incastro, senza uso di plastica, colla o altro materiale chimico adesivo, investendo inoltre in soluzioni per packaging come il vetro e il tetra pack. Stiamo assistendo a un incremento costante dei costi delle utilities e delle altre materie prime che sono importanti nel nostro comparto, ossia l'acciaio, per la realizzazione delle latte e coperchi, l'energia elettrica e il gas. Questi costi indubbiamente incidono direttamente sull'intero settore del pomodoro, generando diverse criticità. Tuttavia, grazie a una programmazione a lungo termine, abbiamo un mix di soluzioni per il confezionamento della materia prima che ci permettono di contenerne gli impatti.

FP – Consiglierebbe a un giovane imprenditore di darsi all'agricoltura?
GL – Certamente. Si tratta di un settore capace di creare occupazione di qualità e che, per le sue caratteristiche intrinseche, è stato il primo a fornire un'interpretazione delle urgenze climatiche, cui sono attenti i giovani di oggi. Inoltre, è il settore da cui dipendono altre filiere, come quella del food e del turismo, per questo rappresenta una fonte di numerose opportunità lavorative. Inoltre, ormai è affermato in tutto il mondo lo stile di consumo alimentare che favorisce il cibo vegetale (o "plant based" food).

La Storia
Princes Industrie Alimentari (PIA) è una società italiana leader in Europa nella lavorazione del pomodoro, costituita nel 2012 e con sede a Foggia. PIA impiega oltre 500 lavoratori durante tutto l'anno; il personale coinvolto nelle attività supera le 1600 unità al culmine della campagna del pomodoro. PIA fa parte del gruppo internazionale Princes, leader europeo nel settore del food&beverage. In Princes lavorano 7.000 persone distribuite in 14 siti produttivi distribuiti principalmente in Europa.