Nei giorni scorsi è stato presentato il progetto Ciclone, che si propone una suddivisione delle nettarine in base al gusto (cfr. FreshPlaza del 19/07/2021): l'iniziativa ha raccolto diversi pareri positivi, ma anche qualche perplessità, come quelle dell'imprenditore Massimo Scozzoli di Forlì. "Credo che la prima suddivisione da fare sia 'raccolte bene' e 'raccolte male'. Le varietà sono in pratica tutte, o quasi, buone da mangiare, se raccolte al giusto punto di maturazione e rese disponibili al consumatore al momento giusto. Non so se l'idea della suddivisione per sfumatura di gusto abbia un senso".
Massimo Scozzoli nel suo stabilimento di lavorazione
Le perplessità di Scozzoli sorgono dal fatto che "basta che una nettarina tradizionale sia raccolta qualche giorno prima, per risultare quasi immangiabile. E se viene raccolta male, il consumatore può essere indotto a pensare che le cosiddette 'tradizionali' siano quelle meno buone. Ma non è così: occorre dunque una grande attenzione a quello che si mette sui banchi dei supermercati".
L'esperienza, dice Scozzoli, "riporta che le nettarine dolci, se raccolte troppo presto, non maturano quasi mai e tendono ad avvizzire, a differenza di quelle tradizionali che, in post-raccolta, raggiungono comunque un discreto grado zuccherino. Per questo ritengo che la questione sia molto complessa e che vada affrontata con ampio spirito di collaborazione con i produttori, la Gdo e magari pure i vivaisti".
Sul fatto che in circolazione ci sia una marea di varietà differenti di pesche e nettarine, non sempre all'altezza delle aspettative, scarica sulle spalle dei ricercatori e dei vivaisti una parte di responsabilità per quanto riguarda l'attuale confusione di mercato.
"Per me la parola d'ordine, che metto in pratica ogni giorno, è una sola: raccogliere al momento giusto, pensando alla destinazione della mia frutta, in stretto contatto con i buyer della Gdo", conclude Scozzoli.