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Calibri oversize hanno leggermente inficiato la commercializzazione

La stagione della Cipolla Paglina è giunta al termine

La stagione produttiva della Cipolla Paglina di Castrofilippo è giunta al termine: ormai, quasi tutte le cipolle sono state raccolte in tutti gli appezzamenti. Si tratta di un prodotto di nicchia, ormai presidio Slow Food da diversi anni, che meriterebbe un posizionamento di maggiore rilievo sui banchi dell'ortofrutta. Ne abbiamo Parlato con Dario Brucculeri, presidente dell'associazione Produttori della Cipolla Paglina di Castrofilippo, località in provincia di Agrigento, in Sicilia.

"La stagione produttiva - ha detto l'esperto - è stata caratterizzata dalle abbondanti piogge del mese di giugno, (in un paio d'ore sono caduti circa 35mm di pioggia - ndr) questo ha fatto sì che il calibro delle nostre cipolle, già molto generoso per natura, sia diventato enorme, con una notevole percentuale di bulbi giunti a superare il calibro 120+. Tale aspetto ci sta un po' penalizzando nella commercializzazione, perché per il normale consumo familiare queste pezzature risultano troppo grandi".

"Naturalmente, parlando della nostra Cipolla Paglina - ha aggiunto il presidente - va specificato che si tratta di un prodotto di nicchia: non può essere considerato una commodity. Se in altri areali produttivi la meccanizzazione ha permesso di abbassare notevolmente i prezzi di produzione, ciò non è avvenuto nel caso della Cipolla Paglina di Castrofilippo, che viene prodotta in un piccolo areale secondo tecniche tradizionali tutte ancora svolte in maniera manuale. La cipolla, infatti, tranne in qualche raro caso, viene seminata in terreni vicino al mare, poi estirpata e trapiantata a mano nel territorio di Castrofilippo. La produzione totale stimata si può attestare intorno a 1500 ton".

Cipolle oversize del raccolto 2021

"I prezzi medi alla vendita - ha commentato Brucculeri - sono in linea con quelli degli anni precedenti anche se, come detto prima, stiamo soffrendo un po' per collocare sul mercato le pezzature più grandi. Le produzioni certificate (biologico, biodinamico e Slow Food) riescono a collocarsi meglio sui mercati rispetto a un prodotto che ne sia privo: infatti, il prodotto non certificato viene venduto solo a livello locale, nelle zone limitrofe ai luoghi di produzione che ben conoscono il prodotto e lo apprezzano, anche grazie alla lunga tradizione vantata dai coltivatori di cipolla di Castrofilippo. Il prodotto certificato, invece, viene attualmente commercializzato al nord Italia e, in parte, anche in Germania".

"L'associazione Produttori Cipolla Paglina di Castrofilippo, presidio Slow Food - ha concluso l'intervistato - sta compiendo diversi sforzi per cercare di promuovere il prodotto a livello nazionale, e qualche riconoscimento sta arrivando, ad esempio con qualche menzione in programmi tv e fiction. Come associazione e assieme a Slow Food, stiamo cercando di caratterizzare il prodotto attraverso una infografica che indica il gran lavoro svolto per preservare la biodiversità. Riteniamo che oggigiorno sia più corretto utilizzare delle confezioni chiuse, vista la grande attenzione delle persone (in tempi di Covid) alle contaminazioni esterne, ma la pezzatura del nostro prodotto non ci aiuta, in questo progetto. Cerchiamo di valorizzare il prodotto anche sotto forma di trasformato come confettura di cipolla, filetti di cipolla al peperoncino e un pesto di cipolla da utilizzare in diverse preparazioni, con abbinamenti che vanno dall'utilizzo insieme ai formaggi, ai condimenti per pasta e pizza".