"L'agricoltore deve avere l'accortezza di non seguire le procedure standard: per fronteggiare eventi imprevisti come una gelata, o una richiesta nuova di mercato, deve sapersi adattare e cambiare metodi e sistemi di gestione". Lo afferma un importante produttore della provincia di Ravenna, nel descrivere la sua esperienza recente. Conduce più di 20 ettari di pesche, nettarine e susine con diverse varietà fra cui Laura, Morsiani 60, Big Top, Angeleno e che, contro le gelate, ha un sistema antibrina sottochioma con irrigatori.
Abbondante produzione di Big Top, nonostante una gelata da -4,8 °C
"Grazie ai modelli previsionali, era abbastanza chiaro che in marzo, e soprattutto in aprile, ci sarebbero state delle gelate. E infatti qui nella mia zona la colonnina di mercurio è scesa fino a 4,8 °C sottozero. Prevendendo la gelata, mi sono 'adattato' a essa, eseguendo la potatura in due tempi: la prima, molto grossolana, nel periodo tardo invernale-inizio primavera; la seconda, di rifinitura, dopo la gelata".
Rilevatori di temperatura
Anche le abitudini sul diradamento sono state modificate, per adattarsi all'evento meteo: "Alcune varietà non le ho diradate, in quanto occorre prevedere anche la cascola naturale che segue, dopo alcune settimane, la gelata. E, infatti, così è stato. Fra l'altro, dopo eventi del genere c'è sempre il rischio di cracking e scatolato, per cui - se serve - un diradamento va fatto molto tardivo".
Ma non c'è il rischio di ottenere calibri piccoli, in questi casi? "Anche qui occorre adattarsi, e modificare abitudini consolidate. Non si può continuare a fare come si è sempre fatto. Per cercare di ottenere calibri maggiori, effettuiamo la raccolta in più stacchi, anche 4 o 5. Tutto può sembrare complesso, ma in questo modo ho una produzione non dico normale, ma con perdite molto contenute".
Anche per le susine Angeleno, produzione abbondante nonostante la gelata
Anche la gestione dell'erba nel frutteto va pensata, fin dall'inverno, in relazione alle possibili gelate: se si ha l'antibrina sottochioma, l'erba va tenuta alta, in quanto aumenta la superficie di scambio, mentre senza antibrina è meglio sfalciare o addirittura lavorare il terreno.
"Il messaggio che vorrei trasmettere - conclude il produttore - è che non si può fare in un dato modo perché si è sempre fatto così. Occorre ragionare di volta in volta, provare nuove soluzioni, sbagliare, pure, ma cercare e trovare la propria strada che ogni anno può cambiare".