Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Il commento di un imprenditore pugliese dopo l'ordinanza che vieta il lavoro nei campi nelle ore calde

"Lavorare con il sole è pericoloso solo per il settore agricolo?"

La recente ordinanza del presidente della regione Puglia, Michele Emiliano, sul divieto di lavorare in condizioni di esposizione prolungata al sole nelle ore più calde della giornata, ossia dalle 12,30 alle 16,00, a seguito della morte di un giovane bracciante a Brindisi, ha da subito prodotto disaccordo da parte dei produttori.

"Sembra che il settore agricolo - ci spiega un imprenditore barese - sia sempre il primo soggetto cui attribuire ogni colpa. Non si considera l'importanza del comparto, i tanti sacrifici che facciamo per portare a termine un ciclo vegetativo e le remunerazioni, che sembrano assottigliarsi sempre più. Non bisogna fare di tutta l'erba un fascio. Ci sono aziende che rispettano le regole, che lavorano in modo onesto e concedono uguali diritti a tutti i braccianti. Non siamo mica degli animali".

"Ben venga la decisione del presidente Emiliano, ma sembra un atto discriminatorio nei confronti di tutti gli altri lavoratori che svolgono comunque attività a rischio. Se pensiamo, ad esempio, al settore edilizio, stradale, delle forze dell'ordine con addetti che, ogni giorno e accuratamente equipaggiati, sono costretti a lavorare in condizioni meteo variabili. Dovremmo, a questo punto, porre la stessa attenzione anche queste categorie di lavoratori, e non solo a quelli agricoli".

"Oppure potremmo bizzarramente pensare di allungare il divieto per il comparto agricolo anche per il periodo invernale e dedicarci così solo alla raccolta delle referenze autunnali e primaverili, ammesso che le stagioni ancora esistano. Mi rivolgo alle istituzioni e ai politici: gli imprenditori agricoli vanno aiutati e non penalizzati; sono loro che garantiscono il cibo sulle nostre tavole e creano occupazione".