Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Il caso del sequestro di uve egiziane, il commento di Donato Fanelli

Il recente sequestro delle circa 3.400 cassette di uva da tavola protetta da brevetto e proveniente in maniera illecita (in quanto priva delle autorizzazioni alla coltivazione) dall'Egitto, con destinazione il mercato nordeuropeo ha suscitato reazioni tra molti operatori del comparto, come Donato Fanelli, imprenditore agricolo, componente della Commissione italiana Uva da Tavola, nonché coordinatore del comitato Uva da Tavola nell'ambito dell'OI (organismo interprofessionale Ortofrutta Italia).

"Queste notizie ci fanno comprendere quanto i controlli italiani siano efficaci e serrati, ma si può sempre migliorare. Sarebbe stato interessante se, oltre a soffermarsi sul rispetto del brevetto (aspetto fondamentale), si fossero analizzate queste uve egiziane anche dal punto di vista dei residui di agrofarmaci presenti. Solitamente, l'ortofrutta extra-Ue contiene infatti residui di pesticidi fino a cinque volte superiori rispetto ai prodotti agricoli europei. Molti produttori d'oltremare utilizzano la chimica come unica soluzione per aumentare le rese e per difendersi dagli organismi nocivi". 

"Nell'ottica della sostenibilità e della genuinità - aspetti sempre più importanti per consumatori, imprenditori e istituzioni - le aziende italiane fanno enormi sacrifici per portare sui bancali dei supermercati un prodotto sano e di altissima qualità. L'esordio di ogni stagione è fondamentale, poiché permette di prendere nuovi contatti e fidelizzare i clienti già esistenti. Ma questi carichi di uve importate, vendute tra l'altro a prezzi ridicoli, non fanno altro che contrastare l'impegno delle imprese italiane e distruggere il valore delle primizie siciliane e pugliesi, attese sui mercati dai primi giorni di luglio".