Da qualche mese, Noberasco ha acquisito un impianto di tostatura a Zingonia (Bergamo) allo scopo di tostare in autonomia pistacchi e arachidi. "Siamo andati così a colmare una lacuna - spiega Alessandro Abbondanza, direttore commerciale Noberasco - e chiudere un cerchio. L'impianto è in grado di tostare fino a 1000 kg di pistacchio all'ora e 800 kg di arachidi. Possedere in prima persona un impianto del genere, ci permette di elevare l'asticella della qualità".
In tal modo, infatti, la tostatura può essere personalizzata a seconda dei gusti nelle diverse zone di vendita. "Il nostro core business è nella Gdo italiana, con circa l'80% del fatturato, mentre all'estero abbiamo una quota del 10%. Il restante 10% rimane in Italia, in canali diversi dalla Gdo".
Il pistacchio utilizzato da Noberasco proviene per lo più dall'estero, anche se l'azienda sta approntando progetti di filiera in Campania e Basilicata, i cui frutti cominceranno a vedersi fra un paio d'anni.
Il pistacchio estero ha due principali provenienze: Stati Uniti e Iran. Fino agli anni '90, la provenienza era per lo più iraniana, mentre ora gli equilibri si sono capovolti. In genere, si ritiene che il pistacchio iraniano sia migliore dal punto di vista organolettico, ma quello americano è più omogeneo e trattato in maniera più organica.
Altre nazioni produttrici in crescita sono Turchia, Grecia, Spagna.
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