"Non c'è una richiesta altissima di anguria, in generale, ma per fortuna la Gdo e i mercati all'ingrosso stanno assorbendo la nostra produzione". Lo afferma Patrizia Manghi dell'azienda Zone Vocate, facente parte dell'Associazione dei produttori di anguria reggiana IGP della zona di Reggio Emilia.
"L'andamento meteo e gli ultimi strascichi della pandemia - esordisce - non stanno favorendo i consumi. Il nostro prodotto però, grazie al nome che si è fatto negli ultimi anni e alle caratteristiche di qualità organolettica, viene collocato sia in Gdo sia nei Mercati all'ingrosso. Al momento, le rese sono inferiori al normale, soprattutto a causa delle basse temperature registrate ai primi di aprile".
Patrizia Manghi
Un tema che molti produttori ortofrutticoli devono affrontare è quello della carenza di manodopera. "Per fortuna, nel nostro comprensorio - continua Manghi - al momento non abbiamo registrato problemi di personale. Abbiamo anche molti collaboratori italiani in campo, e comunque tutti sono residenti nel territorio. Non dobbiamo ricorrere soltanto a manodopera straniera per la campagna della raccolta".
Le tipologie di angurie, o cocomere come sono chiamate a Reggio Emilia, sono due: le Crimson da 12-13 kg di pezzatura e la Miyako da 7-10 kg. "Entrambe sono molto apprezzate, anche se la Miyako è meno conosciuta, però si sta ritagliando spazio anche fuori zona, grazie alla pezzatura minore e quindi alla maggiore praticità per certe tipologie di consumatori".
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Apar
Ass. produttori anguria reggiana
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