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Anche le ciliegie italiane possono trarre vantaggio dalla ricerca varietale

Per i produttori e commercianti italiani della regione Puglia, l'attuale campagna cerasicola risulta una delle più complicate degli ultimi anni, non solo per la forte concorrenza spagnola e turca, ma anche per la maggiore quantità di calibri piccoli, che si fa fatica a collocare sui mercati.

Per la cultivar Ferrovia, ad esempio, le pezzature più grandi, ossia quelle da 26 a 30 mm, tendono a esaurirsi rapidamente, mentre gli abbondanti volumi di ciliegie con calibri da 22/24 mm potrebbero diventare nei prossimi giorni la principale componente dell'offerta.

Sebbene le insegne della Gdo nazionali tendano a preferire il prodotto italiano, quelle estere sembrano optare per le ciliegie spagnole e turche. Alcuni commercianti, infatti, ci spiegano che non riescono a trovare molti sbocchi commerciali, al di fuori dei confini italiani.

Con le cultivar che precedono la Ferrovia, è difficile penetrare i mercati esteri, in quanto si tratta di varietà di ciliegie a polpa molle (non duroni, insomma, NdR) e quindi non ideali per le esportazioni su lunghe tratte. Pertanto, chi riesce a intraprendere rapporti commerciali e a fornire i mercati internazionali già da inizio campagna, con delle varietà più consistenti, si ritrova avvantaggiato, poiché può garantire ai clienti quantità e qualità nelle forniture. 

In Spagna, per esempio, si sta investendo molto su nuove varietà di ciliegio con un profilo gustativo e una pezzatura migliore: alcune di queste nuove selezioni sono già sui mercati, con vantaggio competitivo.

Anche l'Italia può intervenire in questo senso, visti i risultati ottenuti negli anni recenti dalla ricerca varietale nazionale (si pensi per esempio a tutta la serie Sweet costituita dall'Università di Bologna - NdR), introducendo nuove cultivar in grado di diversificare l'offerta commerciale, proprio come è stato fatto in altri settori (vedi le introduzioni di uva da tavola senza semi).