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Calabresella, il prodotto della rinascita

La campagna angurie deve essere all'insegna dell'ottimismo

"La parola d'ordine di quest'anno deve essere ottimismo!". E' così che esordisce Iolanda Turrà, responsabile amministrativo dell'azienda agricola Giovanni Turrà di Crotone (Calabria), parlando della stagione angurie che sta per partire, dopo una difficile campagna finocchio. L'azienda ha lanciato un nuovo marchio per sottolineare ancor di più il legame delle proprie angurie con il territorio.


Iolanda Turrà nei campi di angurie il 5 giugno 2021 (Foto fornita da Azienda agricola Giovanni Turrà)

"Dovremmo essere pronti per la raccolta tra una decina di giorni. Forse anche prima, se le temperature continueranno a mantenersi alte - continua Turrà - Il coronavirus ha di certo rivoluzionato le nostre abitudini di vita e di consumo, però c'è tanta voglia di cambiamento e di uscire da una situazione che ormai si fa pesante da ogni punto di vista. Vogliamo quindi essere fiduciosi".

In merito alle proteste dei produttori di angurie in Almeria (Spagna - cfr. FreshPlaza del 3/06/2021), la responsabile aziendale sottolinea come finora, anche sul mercato italiano, la presenza di prodotto estero abbia impattato in maniera negativa sui consumi. "Parliamo di frutta in generale, non solo di angurie. In particolare, a destare preoccupazione e pressione è il prodotto in arrivo dall'Africa, Marocco e Tunisia in primis, che spesso non segue i protocolli di coltivazione utilizzati nell'Unione europea e in Italia".


Campi di angurie nel crotonese (Foto fornita da Azienda agricola Giovanni Turrà) 

Per parlare di concorrenza vera e propria, è ovvio che si dovrebbero comparare merci dalle caratteristiche simili, ma spesso non è così. "Sui mercati dove siamo presenti - continua Turrà - nella fase iniziale della campagna il principale competitor è la Grecia, anche se per un lasso di tempo breve. La Spagna ci dà invece sempre filo da torcere, ma parliamo in ogni caso di un prodotto qualitativamente inferiore a quello italiano. Ciò, tuttavia, non basta a salvarci dalle dinamiche di prezzo che si vengono a creare".

"E' ancora troppo presto per parlare di come inizierà la stagione e delle relative aspettative del mercato, in quanto l'anguria è un prodotto il cui consumo dipende molto dalle temperature elevate. Quello che vediamo, al momento, è che il prodotto greco mostra una qualità ottimale e spunta un prezzo medio remunerativo. A inizio campagna, quindi, speriamo di seguire questo stesso trend e di mantenerlo per tutta la stagione estiva".


La famiglia Turrà in campo. (Foto fornita da Azienda agricola Giovanni Turrà) 

Calabresella: l'anguria che ti fa bella!
E' dalla mission aziendale, legata a qualità e territorialità, che nasce il nuovo brand Calabresella. "E' frutto di una riflessione che va avanti ormai dallo scorso anno, ma che ha radici anche precedenti. La nostra è un'azienda che esporta da diversi anni in Europa, in particolare Francia, Germania, Repubblica Ceca, Polonia, Regno Unito; da quest'anno, pensiamo di intraprendere un rapporto commerciale con la Finlandia. Le angurie Turrà a marchio Calabresella sono prodotti di fascia alta e l'obiettivo iniziale è quello di collocarci sui mercati dove abbiamo già clienti fidelizzati".


(Foto fornita da Azienda agricola Giovanni Turrà)

"Vogliamo portare avanti la parte sana, bella e buona della nostra Calabria e non solo gli stereotipi con i quali siamo abituati a sentirci definire - continua Turrà - Inoltre, veniamo dall'esperienza del Covid-19, che ci ha distrutto a livello emotivo, e dalle avversità meteo che si sono abbattute sulla campagna finocchio. Quindi abbiamo bisogno di un riscatto, di una rinascita in tutti i sensi: ecco cosa rappresenta Calabresella per noi".

Sempre meno plastica
Le angurie Turrà vengono commercializzate in base alla richiesta del cliente. "Se per la Grande distribuzione calabrese utilizziamo bins in plastica a rendere, quindi con un consumo del materiale abbattuto già a monte, il resto della nostra clientela italiana ed estera predilige il confezionamento in cartone. L'evoluzione del packaging è dettata dal mercato: non resta che adeguarci man mano, come facciamo già da 5-6 anni".

"Siamo sempre più sostenibili anche nella fase della produzione. Da quest'anno utilizziamo materiali biodegradabili per la pacciamatura, ad esempio. Nel nostro piccolo, vogliamo contribuire a un minore impatto ambientale".

Per maggiori informazioni: www.agricolaturra.com/it