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Sostenibilità ambientale: un valore aggiunto per lo sviluppo della corilicoltura in Piemonte

L'Italia, con circa 88.000 ettari dislocati tra Piemonte, Lazio, Campania e Sicilia, e anche Veneto, Friuli, Lombardia, Toscana, e con produzioni oscillanti tra 100mila e 150mila tonnellate all’anno, è il primo produttore di nocciole europeo. I flussi commerciali evidenziano una richiesta crescente di nocciole da parte dell’industria dolciaria. Questa offerta interna è insufficiente e, di conseguenza, si ricorre a importazioni dall'estero. Nel solo Piemonte, sono circa 26.000 gli ettari coltivati a nocciolo e 9.000 le aziende interessate.


(Foto tratta dalla presentazione di Ivano Scapin, durante il convegno online)

Il nocciolo è una coltura che permette di avere una gestione più sostenibile e meno impattante rispetto a coltivazioni classiche, come per esempio melo e vite. Ha bisogno di quantità contenute di acqua, presentando un buon grado di resistenza alla siccità. Inoltre, se necessaria, l'irrigazione può essere fatta a goccia, metodo che permette di ridurre i consumi. Tuttavia, la coltivazione del nocciolo presenta delle problematiche legate alla natura delle monocolture, quali l'elevata densità di impianto, l'erosione del suolo e la depauperazione dello stesso.

Se ne è parlato ieri, 27 maggio 2021, in occasione del convegno in diretta streaming dal titolo "Il Nocciolo. Qualità e sostenibilità nella produzione" organizzato da Confagricoltura Cuneo, con il patrocinio della Regione Piemonte, in collaborazione con la Camera di Commercio di Cuneo, la fondazione Agrion, il Consorzio di Tutela Nocciola Piemonte, il Comune di Cherasco e il portale NocciolaRe. L'evento ha ricevuto una partecipazione di oltre 1.000 utenti.

"Un evento che vuole essere di informazione, ma soprattutto di formazione per i nostri agricoltori, per una corilicoltura moderna, innovativa e, allo stesso tempo, a basso impatto ambientale - ha affermato Enrico Allasia (nella foto sopra), presidente di Confagricoltura Cuneo - La sostenibilità della filiera nocciole è la sfida da affrontare per il futuro. E' un progetto importante e coinvolgerà diverse aziende, ma soprattutto punterà a rendere evidente agli occhi di tutti che la filiera corilicola può essere sostenibile, certificata e vincente".

"Oltre mille gli iscritti a questo insolito convegno, questa è la dimostrazione dell’interesse che continua a destare la coltivazione del nocciolo in Italia e in tutto il mondo. Molte le domande formulate dai partecipanti ai relatori: un mix di informazioni, esperienze, certezze, ma anche dubbi, che sicuramente risulteranno utili a tutti i produttori di nocciole", ha commentato Gianluca Griseri (nella foto a lato) di Nocciolo Service, consigliere di Agrion e uno degli organizzatori del convegno.

Diversi i relatori intervenuti, che hanno illustrato diverse tematiche legate alla coltivazione delle nocciole e al miglioramento della filiera.

Gianni Comba dell'Istituto Nord Ovest Qualità (INOQ) ha sottolineato come la sostenibilità ambientale possa essere una leva a valore aggiunto per lo sviluppo della corilicoltura in Piemonte. "La sostenibilità risponde a un'esigenza di qualità ambientale del mercato. Andrebbe messo a punto un modello di disciplinare tecnico, condiviso fra tutte le parti interessate, per certificare la produzione sostenibile del nocciolo. I fattori chiave da migliorare sono: la gestione integrata o biologica del noccioleto; la riduzione delle concimazioni; il risparmio idrico; il riutilizzo di sottoprodotti e la pianificazione lavorazioni meccaniche".

Nadia Valentini del dipartimento di Scienze agrarie, forestali & alimentari (Disafa) dell'Università degli studi di Torino ha parlato della cascola pre-raccolta delle nocciole e delle cause che possono determinarla.

(Foto di Gianluca Griseri, tratta dalla presentazione di Nadia Valentini, durante il convegno online) 

"Le prime ricerche a carattere scientifico sulla cascola risalgono al 1880. La cascola dei frutti già formati si manifesta con una caduta delle infruttescenze prima della maturità dei frutti. Può essere più o meno precoce, a seconda delle cause che la determinano. I frutti cadono attaccati all'involucro, si presentano più o meno anneriti, sono generalmente privi di seme o con semi poco formati. Tra le possibili cause: la mancata o insufficiente impollinazione; le condizioni climatiche non favorevoli; eventuali carenze nutrizionali e idriche; il basso livello di illuminazione della chioma; l'intervento di agenti biotici  come insetti e funghi; la sensibilità varietale".

Riguardo all'intervento di agenti biotici, Valentini ha evidenziato il ruolo delle cimici. "Studi recenti condotti in Francia hanno accertato il ruolo svolto dalle cimici sulla cascola su varietà più tardive Pauetet rispetto a Tonda Gentile Trilobata".


Diverse tipologie di avariato, sintomi diversi causati da agenti diversi. (Foto tratta dalla presentazione di Ivano Scapin, durante il convegno online)

Ivano Scapin di AgroTeamConsulting ha trattato il tema dell'avariato, un problema per la qualità delle nocciole. "Si tratta di alterazioni dei semi sotto forma di ingiallimenti, ammuffimenti, necrosi brunaste che si riscontrano durante la selezione in post-raccolta e che conferiscono odori e sapori sgradevoli, rendendo le nocciole non idonee all’uso industriale. Questo difetto in Piemonte, nel triennio 2018-2020, ha avuto un forte aumento ed è un fenomeno diffuso in diverse aree corilicole. Non solo in Italia, ma anche in Turchia e Georgia per esempio".

"E' un fenomeno complesso, che ha cause diverse in fase di identificazione; ma soprattutto è ancora poco studiato dai ricercatori, perciò sono disponibili pochi lavori scientifici", ha spiegato Scapin.

Casale Monferrato - Piemonte. Subirrigazione con doppia ala gocciolante su nuovi impianti (Foto tratta dalla presentazione di Alberto Puggioni, durante il convegno online) 

Infine, Alberto Puggioni di Netafim Italia ha sottolineato come un buon impianto di irrigazione può fare da cardine nel sistema produttivo
del noccioleto. "Giugno, luglio e agosto: fasi critiche del ciclo biologico annuale del nocciolo. Le recenti esperienze evidenziano il ruolo chiave dell'acqua sulla maggiore produttività del nocciolo, con margini di miglioramento a carico della produzione del 40% e della resa alla
sgusciatura del 30%".