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Se ne è parlato a Cibaria 2021

Se il lavoratore mangia in maniera sana, tutela la propria salute e sicurezza

Buona e sana alimentazione, corretto stile di vita e l'opportunità di vivere e lavorare in serenità, sicurezza e anche produttività.

Su questo legame si è focalizzato, il 20 maggio 2021, l'evento online Cibaria 2021, organizzato dall'Associazione Nazionale Le Donne dell'Ortofrutta (coordinamento Regione Puglia), in collaborazione con l'associazione gemellata Associazione italiana Donne dell'olio e la Delegazione Puglia dell'Associazione Nazionale Le Donne del Vino.

L'appuntamento, che ha ottenuto il benestare dalla FAO, in occasione del 2021 come Anno Internazionale della Frutta e della Verdura, è stato moderato da Teresa Diomede, coordinatrice Regione Puglia dell'Associazione Nazionale Le Donne dell'Ortofrutta.

Giuseppe Cacucci (nella foto sotto), tecnico per la sicurezza dei luoghi di lavoro, ha dichiarato: "Un lavoratore tutela la propria salute e sicurezza sul luogo in cui opera prestando attenzione e seguendo le direttive del datore di lavoro o dei responsabili aziendali del caso. Ma soprattutto, un lavoratore tutela la propria salute adottando uno stile di vita sano. E' stato dimostrato scientificamente, ad esempio, che il 30% degli infortuni aumenta con il crescere e del tasso alcolemico nel sangue".

"Da inizio d'anno, siamo giunti a circa 200 morti sul lavoro. Ma non sempre la colpa è del datore di lavoro e delle condizioni in cui opera il lavoratore. Complici sono anche le pessime abitudini alimentari o i cattivi stili di vita di quest'ultimo, che producono stanchezza e ne riducono la prontezza di riflessi - ha continuato Cacucci - Nel mondo agricolo, specie nella stagione estiva, una buona alimentazione può aiutare a sopportare le alte temperature. E ancora: nelle aziende è stato introdotto il divieto di fumare, per evitare incendi ma anche per un discorso legato alla salute dei nostri dipendenti".

Fulvio Fornaro (nella foto sopra), medico competente del lavoro, ha sottolineato come una cattiva alimentazione o una carente attività fisica possano influire sull'operatività di un dipendente. "In tante aziende italiane si riscontrano delle correlazioni tra il modo di mangiare, bere, dormire, o tra il fumo e la sedentarietà dei lavoratori e l'attività compromessa nell'ambito del luogo di lavoro".

Rosita Pavone (nella foto sotto), biologa e nutrizionista, ha spiegato che una dieta specifica può influire sulle prestazioni sul posto di lavoro, ma che si tratta di un processo indiretto. "Le persone che vengono da me in studio hanno quasi sempre un obiettivo da raggiungere, indirettamente collegato alla loro mansione. Il dispendio calorico varia a seconda del lavoro svolto: un'attività sedentaria ha un certo impatto, diverso da un'operatività fisica molto intensa". 

"Il nostro modo di mangiare è strettamente collegato a come ci sentiamo. Nel caso del sovrappeso, condizione che predispone a diverse patologie, in primis quelle cardiovascolari, gli scienziati stimano che coloro che ne soffrono hanno l'8% in meno di probabilità di avere un lavoro l'anno successivo e qualora abbiano un'occupazione hanno il 3,4% di probabilità in più di assentarsi e risultare meno produttivi - ha sottolineato Pavone - Ciò dimostra come sia veramente pesante l'effetto che, inconsapevolmente, l'alimentazione e lo stile di vita hanno sulla produttività".

Infine, Gianvito Defilippis (nella foto sotto) ha parlato dell'importanza di frequentare le palestre e fare attività fisica onde evitare che il lavoro sedentario o gli eccessi di stress prendano il sopravvento. "Oltre che a livello fisico, il beneficio è psico-mentale. Lo abbiamo visto in fase di lockdown, quando la camminata o la corsa erano diventate un modo per svagare il cervello e allontanare le frustrazioni".

"Nell'ambito lavorativo, l'attività fisica vera e propria o semplicemente un'esperienza informativa volta a stimolare un corretto stile di vita rappresentano un investimento che il datore di lavoro può fare all'interno della sua azienda. Rientrano nell'attività di team building, creando un collante utile al lavoro di gruppo - ha evidenziato Defilippis - Un lavoratore sano avrà la tendenza a far aumentare la produttività aziendale e a ridurre i periodi di assenza per malattia".

L'incontro è terminato con una proposta di Teresa Diomede (nella foto sotto), condivisa dalle associazioni intervenute, che riguarda la redazione di un breve questionario che indaghi sulle abitudini alimentari e sulla qualità della vita fuori dal luogo di lavoro, cui faccia seguito una campagna di promozione al consumo di frutta, verdura, olio e vino, soprattutto quelle che provengono dalle aziende dove i dipendenti stessi lavorano.

"In base alle risposte del questionario, cercheremo di creare un percorso di promozione alla salute, all'interno delle nostre aziende", ha concluso Diomede.